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Si fa presto a dire foto

Creato il 18 giugno 2011 da Antonio_montanari

Rimini 1956, madre e figlia al concorso per Miss Italia. La foto, tratta da un volume del 2000 di Lucia Motti, è nell'ultimo numero di Tuttolibri, in un articolo di Anna Bravo sul testo "Italiane. Biografie del Novecento" di Perry Willson.
Ho dovuto sinora scrivere 239 battute per dire soltanto che un giornale ha pubblicato una vecchia immagine su Rimini. Adesso bisognerebbe spiegare che la signorina del 1956 veste un severo costume da bagno intero, mentre sua madre indossa un solenne abito scuro, rallegrato da chiari risvolti a mezzamanica e da analogo colletto. La giovane sorride impacciata. La madre marcia con lo sguardo fisso oltre la prima fila degli ombrelloni, immaginando un radioso avvenire per la fanciulla.
Se volessimo completare il discorso, dovremmo aggiungere qualcosa sull'Italia di quel tempo, sulla Rimini di quel decennio che mirava al rilancio turistico come base dell'economia cittadina. Mentre tutto il Paese vedeva spopolarsi le campagne, con la gente che andava a lavorare nelle fabbriche del Nord.
Quindi, cari lettori, comprendete quanto sia complesso, arduo, difficile, ed anche storicamente pericoloso commentare una foto. Di ogni fatto, come si divertiva il settimanale Candido, c'è sempre un visto da destra ed un visto da sinistra.
Il lettore può immaginare quale fatica farebbe un cronista tra 55 anni (gli stessi che ci separano dall'aspirante miss a Rimini del 1956, quando vinse Nives Zegna), a raccontare una foto scattata a Roma l'8 giugno 2011. In un teatro dove si radunavano sotto la guida illuminata di Giuliano Ferrara altri direttori di giornale come lui, autodefinitisi con sicurezza cartesiana "servi liberi di Berlusconi".
La nostra, pardon, la loro foto vede il direttore di Libero che s'inchina sorridendo alla sorridente immagine di cartone del Cav. curiosamente non a grandezza naturale ma un poco ingrandita in altezza. Mentre il suo collega del Tempo se la ride apertamente. Forse grazie al fatto di vivere e lavorare nella capitale che sarà quello che sarà, ma non ha un sindaco responsabile di aver scippato la signora Moratti, e mica dico la cassiera d'un bar, della prima poltrona di Palazzo Marino.
Compatiamo affettuosamente chi fra 55 anni avrà l'ingrato incarico di spiegare ai propri lettori come mai nel 2011 qualcuno, con in dote molta intelligenza e cospicui stipendi, abbia proclamato urbi et orbi, a chi ci crede e a chi no, che esistono anche i servi liberi, oltre ai liberi servi che si incatenano da soli. [Anno XXX, n. 1044]


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