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‘Si Vende’ A Palermo l’Arte per l’Arte

Creato il 21 maggio 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

Questa mattina Palermo si é svegliata in rosso. Nel rosso di una vernice spray che macchia una fontana, nel rosso profondo di un amore per una città che urla di dolore, nel rosso della vergogna per ciò che i fari da palcoscenico hanno illuminato con uno scomodo occhio di bue.

Questa mattina, sul bianco candido del marmo di una fontana barocca, é comparsa la scritta ‘Si Vende’.

La fontana del Garraffello, monumentale icona dell’età dell’oro palermitana, si trova al centro della piazza del Garraffello alla Vucciria, storico ed emblematico mercato svanito nel nulla ormai da tempo.

Ultimamente e non senza grande malanimo dei frequentatori del centro storico, la zona é stata teatro dell’incuria e dell’abbandono, é diventata simbolo di quanto e come una città possa essere mortificata e violentata dai suoi amministratori e abitanti, ha vissuto crolli improvvisi di palazzi di interesse storico e decorazioni di inestimabile valore artistico, ha visto innalzare barricate di cemento legalizzate perché nessuno vi si avventurasse, ha visto politicanti e stipendiati pubblici voltarsi dall’altra parte mentre nel cuore della città si apriva una ferita non più suturabile e da cui, ahimé, come nelle più spettacolari tragicommedie umane, si trova anche il tempo di fare un po’ di (in)sano umorismo.

L’artista austriaco Uwe Jaentsch, che abita, opera e ‘vive’ Palermo da sette anni, ha rivendicato il gesto di protesta non appena tra i blog cittadini si é scatenata una complessa polemica sul perché di una tale violenza rosso sangue su di un pallido monumento pubblico. L’artista ha pensato di mettere a tacere le voci che si facevano grosse giustificandosi così: ‘Almeno in questo modo qualcuno ne avrebbe cura’.

La denuncia é comunque partita ed é partita, feroce, da entrambi i lati: anche chi é contrario a gesti così forti e non troppo corretti si vede costretto ad ammettere che la situazione di degrado su cui versa Palermo é insostenibile eppure protratta da chi di dovere contro ogni ragionevolezza, d’altro canto Uwe ha deturpato un bene pubblico che, per quanto fosse recintato e murato, era (ancora miracolosamente) intonso.

La verità vera, azzardando una citazione cinematografica, é che la battaglia é tra l’ipocrisia perbenista, il rampante criticismo autoreferenziale e una maldestra classe creativa che sogna la rivoluzione culturale.

Nessuno sta cercando il drago o peggio, nessuno sta salvando la principessa.

La fontana del 1590 é comunque già stata ripulita dall’amministrazione comunale che per l’impegno ha dovuto sborsare (ben!) 600,00 euro.

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