- Di Carmen Gueye
A prenderla da lontano, tutto iniziò con la televisione. Arrivata in Italia nel 1954, ma diffusa capillarmente nel paese solo a partire dagli anni sessanta, ebbe dapprima un solo canale RAI, per arrivare a tre nel 1979, in modo da appagare le fazioni politiche che si spartivano le programmazioni. Esistevano sostanzialmente due funzioni: informazione e intrattenimento (compreso quello sportivo) e, di massima, quelle rimangono.
In realtà la funzione principale è quella della propaganda, tutti i media ( carta, radio, tv ) sono nati con questo scopo e sarebbe ora che lo comprendessimo invece di pensare che realmente vogliono fare informazione perché questa dovrebbe essere pura, sincera e scevra da qualsiasi fazione o ideologia invero non lo è affatto.
Soprattutto la maggior parte delle volte non vi è neppure la minima volontà di verificare le fonti quindi l’etica misera e infima è lo zoccolo sul quale costruiscono una “informazione” ben evidentemente corrotta.
Tornando alla storia :
subentrò poi l’emittenza privata, che doveva riguardare un gran numero di soggetti, ma alla fine divenne bottino di uno solo, tanto che da tempo si parla di duopolio Raiset…
I compiti assegnati alla scatola magica sono in realtà divisi con altri media o mezzi più datati come il cinema, e da alcuni anni il web, che ancora però non raggiunge tutti quelli che dovrebbe.
A consolare il pubblico dovrebbero essere i programmi comici, soprattutto una certa satira; ma vanno forte anche quelli di denuncia. Tali sono considerati “Report” o similari, ma c’è chi predilige “Le Iene” e perfino “Striscia la notizia”.
Della prima serie, ammiriamo gli sforzi di conduttori come la Gabanelli, ma ormai da tempo ci chiediamo sconsolati come mai, dopo, difficilmente seguano fatti concreti a rimediare le nefandezze accertate, anzi casomai tutto continua peggio di prima.
Sull’altro versante, il meccanismo è rodato e funziona in modo subliminare. Si prendono di mira personaggi pubblici, della politica o dello spettacolo: li si sbeffeggia o si rovista nei loro segretucci più o meno inconfessabili, e questo sangue di vip sazia alquanto una parte di spettatori assatanati. Che poi si tratti di gente che da un pessimo esempi odi vita o tira verso il codice penale, passa in centesimo piano: dopo la risata, il male è purificato.
D’altro canto si inseguono supposti truffatori o comunque soggetti segnalati dal pubblico per comportamenti poco chiari; o si indaga in situazioni che fanno indignare per l’obiettiva ingiustizia che di volta in volta emerge.
Tralasciamo il metodo, anche se non è particolare da poco: riteniamo che, per esempio, un tale accusato di spacciarsi per medico dovrebbe essere denunciato e perseguito per le vie giudiziarie, non inseguito per strada, talvolta ben sapendo che reagirà malamente: provate voi ad a avere alla calcagna uno di questi sedicenti reporter “d’assalto” che vi incalza di domande e, se magari non è tutto vero ciò che si dice nel servizio, a immaginare quello che provereste: non si rincorre la gente per strada, questo dovrebbe essere appannaggio delle Forze dell’ordine. Ma naturalmente questo tipo di diseducazione è ormai passata come l’inseguimento della verità, manco tutti fossero Ilaria Alpi o Anna Politkowskaja ( e così evidentemente non è).
Abbiamo quindi assistito a lapidazioni ampiamente condivise, come quelle a Vanna Marchi & co:gente senza coscienza, probabilmente, ma…dov’era la legge? Come è possibile che si possa esercitare liberamente la truffa spacciata per terapia o peggio, magia, senza che alcuno intervenga? Dove sono i controlli, se poi serve Ezio Greggio, che ci fa su la sua brava audience, mentre tante altre Vanne continueranno imperterrite nella circonvenzione di sofferenti?
Abbiamo poi i servizi, per esempio, sulle discariche abusive: tuttavia nessuno ci dice che il pagamento della cosiddetta tassa sui rifiuti non viene effettuato in modo omogeneo in tutta Italia, manco fossimo una federazione all’americana e che i comportamenti virtuosi sulla differenziata in certe regioni vengono premiati, in altre ignorati e il balzello aumenta ogni anno.
Tocchiamo poi vette di pulp quando si parla di animali, canili ,abusivi o meno, e argomenti che si vorrebbero animalisti in generale. Le ultime chicche? Gli animali avranno uno sconto sui treni di lusso e sono in aumento gli stabilimenti balneari che accettano gli amici “pelosi”.
Non siamo felici di questo? Certamente. E non condanniamo il trattamento orribile che subiscono tanti quattro zampe, rinchiusi in ricoveri lager o abbandonati? Ci mancherebbe altro, certo che sì.
E dunque ci commuoviamo, additiamo , ci inferociamo. Così è più facile dimenticare i pendolari che viaggiano peggio che sulle tradotte in tempo di guerra; o chi deve salire su un treno impiccandosi sugli scalini portando patologie di deambulazione, o difficoltà dovute all’età e quant’altro; o cosa succede nei CIE; o gli anziani soli, d’estate e e anche durante tutto l’anno, con l’assistenza sociale ridotta al minimo; oppure, che le spiagge non dovrebbero essere invase da costruzioni e cabine, ma libere come in tutto il mondo: e il problema di chi ci si porta per compagnia non esisterebbe più. Casomai, potremmo iniziare a pensare alle strutture per la villeggiatura per disabili…
La manipolazione è una brutta cosa, soprattutto perché non la notiamo. Veniamo tranquillamente deviati, come un gregge, verso enfasi di bene che serve a far accettare il male o sulle montagne russe dei sentimenti forti, che non lasciano spazio a obiezioni e dunque riducono la sensibilità verso ciò che può un domani accadere a tutti, se già non accade.
Ma dopotutto, a chi importa? Al rogo i cattivi di turno, immolati gli agnelli sacrificali in forma umana che qualcuno ha deciso debbano servire da specchietto per le allodole ( anche perché spesso se lo sono meritato) , due sghignazzate o qualche aforisma sui bastardi cattivi che non siamo mai noi, s’intende, e tutto va bene, madama la marchesa: domani ti sveglierai con qualche diritto in meno, con un po’ di dignità calpestata ancora, ma attento sempre a che il palinsesto ti soddisfi.