“Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni”: poesie d'amore di Pablo Neruda, Francesco Petrarca, Pedro Salinas, Erri de Luca, Nazim Hikmet, Celine, Emily Dickinson, Umberto Saba
Pablo Neruda "Il bacio"Ti manderò un bacio con il vento e so che lo sentirai,
Compleanno: olio su tela (1915) di Marc Chagall
ti volterai senza vedermi ma io sarò li Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni Vorrei essere una nuvola bianca in un cielo infinito per seguirti ovunque e amarti ogni istante Se sei un sogno non svegliarmi Vorrei vivere nel tuo respiro Mentre ti guardo muoio per te Il tuo sogno sarà di sognare me Ti amo perché ti vedo riflessa in tutto quello che c’è di bello Dimmi dove sei stanotte ancora nei miei sogni? Ho sentito una carezza sul viso arrivare fino al cuore Vorrei arrivare fino al cielo e con i raggi del sole scriverti ti amo Vorrei che il vento soffiasse ogni giorno tra i tuoi capelli, per poter sentire anche da lontano il tuo profumo! Vorrei fare con te quello che la primavera fa con i ciliegi. Francesco Petrarca, sonetto CX (Rerum vulgarium fragmenta,1339-47) Erano i capei d'oro a l'aura sparsi che 'n mille dolci nodi gli avolgea, e 'l vago lume oltra misura ardea di quei begli occhi ch'or ne son sì scarsi;e 'l viso di pietosi color farsi, non so se vero o falso, mi parea: i' che l'esca amorosa al petto avea, qual meraviglia se di subito arsi?
Non era l'andar suo cosa mortale ma d'angelica forma, e le parole sonavan altro che pur voce umana;
uno spirto celeste, un vivo sole fu quel ch'i' vidi, e se non fosse or tale, piaga per allentar d'arco non sana.
Pedro Salinas, Io non posso darti di più (La voce a te dovuta", 1933) Io non posso Io non posso darti di più Non sono più di quello che sono. Ah come vorrei essere sabbia, sole in estate! Che ti sdraiassi rilassata a rilassarti. Che mi lasciassi il tuo corpo quando te ne vai, orma, tenera, tiepida, indimenticabile. E che con te se ne andasse su di te, il mio bacio lento: colore, dalla testa ai piedi bruno. Ah come vorrei essere vetro, o stoffa o legno che conserva il suo colore qui, il suo profumo qui, e nacque a tremila chilometri! Essere la materia che ti piace, che tocchi tutti i giorni e che vedi già senza guardare vicino a te, le cose collana, boccetta, seta antica di cui, quando senti la mancanza chiedi: "Ah! Dov'è?" A come vorrei essere un'allegria fra tutte, una sola, l'allegria di cui ti rallegri tu! Un amore, un amore solo: l'amore di cui tu ti innamoreresti.
Coppia di amanti: olio su tela (1919) di Otto Muller.
Erri de Luca, Due Quando saremo due saremo veglia e sonno affonderemo nella stessa polpa come il dente di latte e il suo secondo, saremo due come sono le acque, le dolci e le salate, come i cieli, del giorno e della notte, due come sono i piedi, gli occhi, i reni, come i tempi del battito i colpi del respiro. Quando saremo due non avremo metà saremo un due che non si può dividere con niente. Quando saremo due, nessuno sarà uno, uno sarà l'uguale di nessuno e l'unità consisterà nel due. Quando saremo due cambierà nome pure l'universo diventerà diverso.Nazim Hikmet Ti amo come se mangiassi il pane spruzzandolo di sale come se alzandomi la notte bruciante di febbre bevessi l'acqua con le labbra sul rubinetto ti amo come guardo il pesante sacco della posta non so che cosa contenga e da chi pieno di gioia pieno di sospetto agitato ti amo come se sorvolassi il mare per la prima volta in aereo ti amo come qualche cosa che si muove in me quando il crepuscolo scende su Istanbul poco a poco ti amo come se dicessi Dio sia lodato son vivo.
Celine. Dove sei? ...Vieni qui, vienimi a stringere, non dire niente tanto è solo chimica, l'hai detto tu, no!? Ero un bicchiere in bilico e ora sto cadendo su un marmo durissimo. Dove sei? Vieni qui prima che sia ancora una volta altro vieni qui...
Il modo tuo d'amare È lasciare che io ti ami. Il si con cui ti abbandoni È il silenzio. I tuoi baci Sono offrirmi le labbra Perché io le baci. Mai parole o abbracci Mi diranno che esistevi E mi hai amato: mai. Me lo dicono fogli bianchi, mappe, telefoni, presagi, tu, no. E sto abbracciato a te Senza chiederti nulla, per timore
Paolo e Francesca: acquarello e oro su carta(1877) di Mosè Bianchi. Milano, Galleria Civica d'Arte Moderna
Che non sia vero Che tu vivi e mi ami. E sto abbracciato a te Senza guardare e senza toccarti. Non debba mai scoprire Con domande, con carezze, quella solitudine immensa d'amarti solo io.Emily Dickinson , N° 586 (1863) Alcuni dicono buonanotte - a notte - Io dico buonanotte di giorno - Arrivederci - mi dice chi se ne va - Buonanotte, ancora rispondo - Perché la separazione, quella è notte, E la presenza, semplicemente alba - Lei, la luce purpurea lassù Chiamata mattino.
Umberto Saba, A mia moglie (1911, poi inserita nel Canzoniere) Tu sei come una giovane
una bianca pollastra. Le si arruffano al vento le piume, il collo china per bere, e in terra raspa; ma, nell'andare, ha il lento tuo passo di regina, ed incede sull'erba pettoruta e superba. È migliore del maschio. È come sono tutte le femmine di tutti i sereni animali che avvicinano a Dio, Così, se l'occhio, se il giudizio mio non m'inganna, fra queste hai le tue uguali, e in nessun'altra donna. Quando la sera assonna le gallinelle, mettono voci che ricordan quelle, dolcissime, onde a volte dei tuoi mali ti quereli, e non sai che la tua voce ha la soave e triste musica dei pollai.
Tu sei come una gravida giovenca; libera ancora e senza gravezza, anzi festosa; che, se la lisci, il collo volge, ove tinge un rosa tenero la tua carne. se l'incontri e muggire l'odi, tanto è quel suono lamentoso, che l'erba strappi, per farle un dono. È così che il mio dono t'offro quando sei triste.
Tu sei come una lunga cagna, che sempre tanta dolcezza ha negli occhi, e ferocia nel cuore. Ai tuoi piedi una santa sembra, che d'un fervore
Ettore e Andromaca: olio su tela (1917) di G. De Chirico. Milano, collezione privata
indomabile arda, e così ti riguarda come il suo Dio e Signore. Quando in casa o per via segue, a chi solo tenti avvicinarsi, i denti candidissimi scopre. Ed il suo amore soffre di gelosia.Tu sei come la pavida coniglia. Entro l'angusta gabbia ritta al vederti s'alza, e verso te gli orecchi alti protende e fermi; che la crusca e i radicchi tu le porti, di cui priva in sé si rannicchia, cerca gli angoli bui. Chi potrebbe quel cibo ritoglierle? chi il pelo che si strappa di dosso, per aggiungerlo al nido dove poi partorire? Chi mai farti soffrire?
Tu sei come la rondine che torna in primavera. Ma in autunno riparte; e tu non hai quest'arte.
Tu questo hai della rondine: le movenze leggere: questo che a me, che mi sentiva ed era vecchio, annunciavi un'altra primavera.
Tu sei come la provvida formica. Di lei, quando escono alla campagna, parla al bimbo la nonna che l'accompagna. E così nella pecchia ti ritrovo, ed in tutte le femmine di tutti i sereni animali che avvicinano a Dio; e in nessun'altra donna.