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Siena e il suo momento di crisi: solo un calo fisico?

Creato il 27 marzo 2013 da Basketcaffe @basketcaffe

Quando la sirena dell’Abdi Ipecki Arena ha suonato la fine della partita probabilmente ogni tifoso mensanino non credeva ai suoi occhi: Siena che perde di due ad Istanbul contro il fanalino di coda Besiktas e mette a repentaglio una qualificazione ai playoff di Eurolega che strameritava.
C’è da dire che forse i tifosi della MensSana sono rimasti allibiti molte volte in questo ultimo mese, perchè una striscia perdente così lunga a Siena non la vivevano da un bel pezzo e soprattutto non c’era motivo neanche di aspettarsela visto che i ragazzi di coach Banchi venivano dalla vittoria in Coppa Italia, in Eurolega erano ad un soffio dal Barcellona ed in campionato stavano per sferrare l’attacco alle prime due dopo aver riconquistato il terzo posto.

Non tragga in inganno la vittoria di lunedì sera contro Cantù perchè Siena nel terzo periodo era anche sopra di 30 punti e Cantù è riuscita a tornare a meno 5 a poco più di un minuto dalla fine, quindi le difficoltà ci sono sempre. C’è da dire che Siena è la squadra che ha giocato più partite fino a questo momento, considerando la trasferta in America contro Spurs e Cavaliers e l’Eurolega, i toscani sono a quota 48 match disputati da Ottobre fino ad adesso, di cui 24 di campionato e 22 di Eurolega: la media viene una partita ogni 4 giorni circa! Quasi da NBA. Il roster era stato costruito per reggere questi impegni ma poco alla volta i toscani hanno visto assottigliarsi i giocatori a disposizione: prima Marcelus Kemp, vero e proprio oggetto misterioso del mercato senese, che per non ben chiari motivi personali se ne è andato, poi Mario Kasun ha lasciato la truppa per motivi familiari; se a questo aggiungete le defezioni per infortunio di Tomas Ress, ormai da quasi due mesi, e di Hackett per un paio di settimane, è facile comprendere un calo fisico nelle gambe dei senesi.

Ciò che ha però stupito nelle sconfitte è stata la mancanza di gioco, quello che aveva sempre mostrato da inizio anno è improvvisamente venuto a mancare, in particolare quella difesa formidabile ormai marchio di fabbrica di Siena, sembrava svanita in questa serie di sconfitte, come se i giocatori avessero, di punto in bianco, scordato i meccanismi: guardando le partite si notava come le rotazioni difensive arrivavano sempre in ritardo e spesso i giocatori si trovavano fuori posizione negli aiuti. In attacco la circolazione di palla, che era stata in grado di mettere in ginocchio numerose squadre, veniva a mancare: molte azioni personali per rimediare un tiro verso la sirena dei 24 secondi e poco movimento senza la palla.

Molte motivazioni possono essere ricondotte a cali fisici, è vero, ma ciò che colpisce è anche un calo mentale perchè soprattutto in Eurolega, Siena si è trovata avanti nel punteggio ma non ha saputo chiudere la partita: ad esempio in casa con l’Olympiacos, match fondamentale per l’accesso ai playoff la Montepaschi era avanti in doppia cifra nel terzo periodo ma ha perso facendosi rimontare e gestendo malissimo i possessi decisivi. Idem con il Besiktas, non ci sono stati vantaggi consistenti ma la gestione dei palloni decisivi è stata alquanto deficitaria, e i turchi erano ultimi nel girone senza una vittoria.
In campionato le sconfitte di Pesaro e Milano sono state determinate da falli antisportivi e/o tecnici fischiati ai giocatori della MensSana proprio nelle ultime battute di gara, segno di nervosismo e poca concentrazione. Probabilmente Banchi dovrà lavorare su questi aspetti delicati delle partite e sul fattore mentale (ritrovando cinismo e tranquillità), ma per quanto in campionato tutto rimanga ancora aperto ed alla portata di Siena, in Europa rischia di essere costato molto, anche troppo.


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