Magazine Diario personale

signorine, signore e signori...

Da Madhouse @serenamadhouse

i Gatti Mézzi cantano "Marina" "Marina che muore d'estate per vive' d'ottobre"
..il Porto di Pisa, che ti da l'idea di essere un posto inventato, che prima non c'era, che ha unito il mare a materie nuove, non naturali ma fuse all'intento umano di creare qualcosa di vivo in un luogo che vivo non era più da anni...
Marina di Pisa (per noi semplicemente Marina) mangiata dall'erosione, con quella pineta che è ne La Pioggia del Pineto di D'annunuzio, fu, dopo il trattato di Versailles del 1919 (restrizioni alla Germania) sede (precisamente dal '25) di quello che fu il C.M.A.S.A. , qui si costruirono i primi idrovolanti completamente metallici costruiti in Italia, i Dornier Do J Wall dell'ingegnere tedesco Claude Dornier.
Nel 1930 la produzione tornò in Germania e subentrò la Fiat, tra i tanti aerei costruiti furono soprattutto i caccia della Regia Aeronautica G50 ad essere costruiti a Marina.
Il tutto fu requisisto nel 1943 dalle truppe tedesche, a fine guerra la Fiat ne rientrò in possesso.
Negli anni '70 sparirono a causa dell'erosione gran parte dei siti sabbiosi (le spiagge a Marina sono veramente RIDICOLE)e nel 1988 lo stabilimento Fiat marinese cessò definitivamente di esistere.
Il 9 ottobre del 2007 è stato fatto implodere il locale presse e molte abitazioni dei primi del '900 sono state demolite, resta intatta Villa Ceccherini e le sue due palme novecentesche...
Lì sorgeranno abitazioni e negozi degni della migliore fashion blogger, almeno così si sente dire ma... Lo spirito di Marina è proletario e decadente, questo nessuno potrò cambiarlo..
signorine, signore e signori...
signorine, signore e signori...
signorine, signore e signori...
signorine, signore e signori...
signorine, signore e signori...
signorine, signore e signori...Ho fatto poche foto perchè il mio babbo bofonchiava ad ogni scatto, e perchè la mia macchina fotografica faceva le bizze, ma potete vedere una delle ridicole spiaggette, e tutto il resto (a parte la mia mamma) prima non c'era..
Dove prima c'era uno squallido parcheggio ora c'è ...il mare (che sembra un mare del Nord), un porto, imbarcazioni di ricconi e un bar/ristorante che sembra ... Dubai!
Si mormora che i fanghi inquinati  del fondale di boccadarno siano stati gettati davanti alla spiaggia del Gombo (quella del Parco di san Rossore e del Presidente della Repubblica, tanto per capirsi..)..
Giudicate un po' voi...

Film girati a Marina di Pisa e nei dintorni

Marina di Pisa è inoltre menzionata nel film Stazione Termini di Vittorio De Sica, 1953
signorine, signore e signori...
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signorine, signore e signori...
signorine, signore e signori...
signorine, signore e signori...
 immagini tratte dal film:
Senza Pietà di 
Alberto Lattuada

Nel novero dei vari modi con i quali il cinema italiano del primo dopoguerra si avvicina alla realtà postbellica, la sottolineatura della componente 'nera' è elemento di primo piano, soprattutto in quei registi che uniscono all'attenzione per i dati formali una cultura filmica che guarda agli Stati Uniti come alla Francia: su tutti, Giuseppe De Santis e Alberto Lattuada. Già in Il bandito (1946) Lattuada aveva posto l'accento sull'ineluttabilità del destino che attendeva i reduci, sconfitti dall'andamento degli eventi bellici e poi da una società che li respingeva, e costretti infine a scendere sul terreno della criminalità. Senza pietà, con la didascalia che lo apre a ricordarlo fin dal primo momento, sposta il discorso sui tanti indifesi rimasti vittime di un periodo di grande confusione materiale e morale, della solitudine, della povertà, della necessità di riscatto. Per questo Lattuada sceglie Tombolo, già immortalata come 'paradiso nero'da un'altra pellicola (Tombolo ‒ Paradiso nero, Giorgio Ferroni 1947), come simbolo della tentazione criminale, luogo di perdizione dove albergano i vizi e le depravazioni peggiori. Il racconto, che procede a ritmo serrato e incrocia le vicende delle ragazze a quelle di Jerry, soldato nero che ama una donna bianca, ritrae con cupo realismo i mille mali ancora da sanare che attraversano quell'Italia distrutta. La disperazione di fondo, il plumbeo grigiore sono un portato del cinema francese d'anteguerra, mentre la densità della messa in scena e l'avvolgente linearità di alcuni movimenti di macchina provengono direttamente dall'amore per i film hollywoodiani. La sequenza della balera, nella quale le ragazze danzano scatenate con i loro amanti e clienti, è una testimonianza di questo amore, come già avviene nell'opera di De Santis; il montaggio rapido fa salire la tensione insieme al ritmo della musica ed esalta la controllata ma sensuale esposizione dei corpi delle donne, fuori dalle sottovesti e dai vestiti a fiori.(tratto da: enc.Treccani)

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