La fotografia dell'Italia è questa. Mimmuzzo Scilipoti, il re delle coerenze. Pur di far sapere alla mamma di essere ancora vivo, oggi al Senato ha voluto dare un segnale della sua presenza. Mimmuzzo il “filosofo”, in piena bagarre, ha detto: “Tutto può accadere”. E infatti. Comunque. Volevamo scrivere un altro pezzo. Poi ci ha telefonato Giorgio esordendo con un “Senti un po', tanto per andare a ruota libera...”. E in quel momento l'articolo di oggi è cambiato perché i conti, checché Totò (il Principe De Curtis non Cuffaro) ne dica, non riportano. Alla fine del Meeting di Riminiscrivemmo che i ciellini avevano cambiato cavallo. Inaspettatamente avevano deciso di poggiare la loro preziosa (in termini di voti) sella, sulla groppa di LettaLetta ma solo in coppia con l'Angelinocustode loro, una sorta di benedizione come sempre interessatissima, che consentiva ai combattenti della Compagnia delle Opere, di prendere due piccioni con una fava. Da una parte si aprivano un varco niente male nel Pd democristianizzato, dall'altra mantenevano i contatti con il loro habitat naturale, la destra teocon. Che il lavoro fosse stato fatto a regola d'arte lo hanno dimostrato i ciellini nel governo e quelli in Parlamento. Lupi, Mauro e Formigoni sono stati infatti le teste di ponte di una operazione di un'abilità e di un cinismo politico senza eguali. Che ci fosse aria di teatro, lo abbiamo scritto un paio di giorni fa. Non sapendo come giustificarsi con l'elettorato circa l'impossibilità di non aumentare l'Iva e della revisione prossima ventura dell'Imu, l'unico modo che Silvio aveva per non sputtanarsi con tanto di sangue, era di buttarla in una gazzarra talmente finta da rasentare le Prada made in Naples. Insomma, “faccio finta di toglierti la fiducia, dimissiono i ministri, tu respingi le dimissioni e torniamo al governo per il bene della nazione e per senso di responsabilità, con l'Ivaaumentata e l'Imu rivisto”. Ieri però la gazzarra ha assunto toni diversi, e se ci fosse stato un complotto, ci dovremmo complimentare con la Santanché e Formigoni, con 2232 e Sallusti, ma soprattutto con Sandro Bondi che, dal suo scranno di senatore, avrebbe dato una prova di recitazione degna dell'Actors Studio, quando sappiamo che il “querulo” tanto lontano non potrebbe arrivare. Incredibile Renatino (solo un affettuoso vezzeggiativo) Brunetta. Appena uscito dalla riunione dei senatori del Pdl, ha detto ai giornalisti: “Vi comunico che dopo un lungo e approfondito dibattito, i senatori del Pdl hanno deciso di togliere la fiducia al governo Letta”. E ha aggiunto: “Inutile dire che la decisione mi trova ampiamente concorde”. Porca puttana, non sono passati cinque minuti che il Capo, in aula, lo ha smentito a morte dichiarando urbi et orbi che avrebbe votato la fiducia. A Giorgio (il nostro amico non l'Innominabile) tutta la manfrina, bigliettini scritti in stampatello mostrati alle telecamere compresi, non lo ha convinto affatto, e non è un complottista. Che sia stata una manfrina è certo, resta da chiedersi, a che pro? Nei governi democristiani c'era di mezzo l'America, e ora?
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Silvio-Bracchetti. A Palazzo Madama è andata in scena la più grande pantomima del Terzo Millennio. L'Italia è un paese inarrivabile
Creato il 03 ottobre 2013 da Massimoconsorti @massimoconsorti
La fotografia dell'Italia è questa. Mimmuzzo Scilipoti, il re delle coerenze. Pur di far sapere alla mamma di essere ancora vivo, oggi al Senato ha voluto dare un segnale della sua presenza. Mimmuzzo il “filosofo”, in piena bagarre, ha detto: “Tutto può accadere”. E infatti. Comunque. Volevamo scrivere un altro pezzo. Poi ci ha telefonato Giorgio esordendo con un “Senti un po', tanto per andare a ruota libera...”. E in quel momento l'articolo di oggi è cambiato perché i conti, checché Totò (il Principe De Curtis non Cuffaro) ne dica, non riportano. Alla fine del Meeting di Riminiscrivemmo che i ciellini avevano cambiato cavallo. Inaspettatamente avevano deciso di poggiare la loro preziosa (in termini di voti) sella, sulla groppa di LettaLetta ma solo in coppia con l'Angelinocustode loro, una sorta di benedizione come sempre interessatissima, che consentiva ai combattenti della Compagnia delle Opere, di prendere due piccioni con una fava. Da una parte si aprivano un varco niente male nel Pd democristianizzato, dall'altra mantenevano i contatti con il loro habitat naturale, la destra teocon. Che il lavoro fosse stato fatto a regola d'arte lo hanno dimostrato i ciellini nel governo e quelli in Parlamento. Lupi, Mauro e Formigoni sono stati infatti le teste di ponte di una operazione di un'abilità e di un cinismo politico senza eguali. Che ci fosse aria di teatro, lo abbiamo scritto un paio di giorni fa. Non sapendo come giustificarsi con l'elettorato circa l'impossibilità di non aumentare l'Iva e della revisione prossima ventura dell'Imu, l'unico modo che Silvio aveva per non sputtanarsi con tanto di sangue, era di buttarla in una gazzarra talmente finta da rasentare le Prada made in Naples. Insomma, “faccio finta di toglierti la fiducia, dimissiono i ministri, tu respingi le dimissioni e torniamo al governo per il bene della nazione e per senso di responsabilità, con l'Ivaaumentata e l'Imu rivisto”. Ieri però la gazzarra ha assunto toni diversi, e se ci fosse stato un complotto, ci dovremmo complimentare con la Santanché e Formigoni, con 2232 e Sallusti, ma soprattutto con Sandro Bondi che, dal suo scranno di senatore, avrebbe dato una prova di recitazione degna dell'Actors Studio, quando sappiamo che il “querulo” tanto lontano non potrebbe arrivare. Incredibile Renatino (solo un affettuoso vezzeggiativo) Brunetta. Appena uscito dalla riunione dei senatori del Pdl, ha detto ai giornalisti: “Vi comunico che dopo un lungo e approfondito dibattito, i senatori del Pdl hanno deciso di togliere la fiducia al governo Letta”. E ha aggiunto: “Inutile dire che la decisione mi trova ampiamente concorde”. Porca puttana, non sono passati cinque minuti che il Capo, in aula, lo ha smentito a morte dichiarando urbi et orbi che avrebbe votato la fiducia. A Giorgio (il nostro amico non l'Innominabile) tutta la manfrina, bigliettini scritti in stampatello mostrati alle telecamere compresi, non lo ha convinto affatto, e non è un complottista. Che sia stata una manfrina è certo, resta da chiedersi, a che pro? Nei governi democristiani c'era di mezzo l'America, e ora?
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