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Silvio pensa all’esilio volontario?

Creato il 17 giugno 2011 da Albertocapece

Silvio pensa all’esilio volontario?Lo aveva detto altre volte per scherzo o per lamentarsi della croce che il destino gli aveva messo sulle spalle: quella di dover governare.  Silvio non si accorgeva di mostrare i sintomi di quella mitomania autistica che già stava sfociando e degradandosi nelle imprese notturne di Arcore. Ma questa volta ha lanciato un segnale più preciso:  ”Liquiderei tutto e me ne andrei dall’Italia, se non fosse per l’aggressione che continuerebbero a subire qui i miei figli”.

Di fronte al crollo di fiducia, alla liquefazione del Pdl e alla nuova inchiesta giudiziaria che da Bisignani e Letta, potrebbe arrivare certamente alla battigia di Palazzo Grazioli, il  Cavaliere sta dettando le sue condizioni: levarsi di torno purché venga azzerata la situazione giudiziaria e vengano tutelate le sue imprese.

L’accenno ad andare fuori d’Italia e quello ai figli hanno  un senso preciso e una correlazione: all’ormai 75enne Berlusconi non è che facciano paura le manette o il carcere nel quale non andrà mai: chiede che vengano azzerate tutte le indagini e i procedimenti che potrebbero mettere in crisi il suo impero con stratosferiche richieste di risarcimento. Una decisione per il lodo Mondadori  è già vicina, ma ci sono poi tutte le questioni per l’evasione fiscale, i fondi neri e chissà quante altre che potrebbero spuntare via indagando e collegando i fili.

Così Silvio fa balenare la possibilità di andarsene, di togliersi dalle scatole, di scegliere l’esilio, ma facendo in modo che si salvi la sua macchina del consenso utilizzabile non solo narcisisticamente per alimentare la sua leggenda, ma per un prossimo centro destra. E naturalmente con i figli in Parlamento con tutte le immunità del caso.

Anche questa volta però, segno della malattia che lo sta erodendo, ha sbagliato i tempi: adesso, a parte la difficoltà di mettere in piedi un papocchio del genere, non è più in una posizione di forza tale fa chiedere una così vistosa torsione delle istituzioni e della giustizia. Salvo che non gli venga in aiuto qualche mano soccorrevole: agli italiani e soprattutto a quelli europei non manca il buon cuore.

Mal che vada però potrebbe sempre optare per un esilio senza condizioni, magari a Sharm El Sheik, vicino a Mubarak, tanto per scambiarsi le nipotine.


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