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Simone

Creato il 03 febbraio 2013 da Ilpescatorediperle
Oggi è il compleanno di mia madre. Se fosse viva, sarebbe anche il compleanno di Simone Weil.  Per questa ragione (e per poche ma essenziali altre cose che hanno in comune, come l'inclinazione per Francesco d'Assisi), ricordo sempre Weil in questo giorno, non in quello della sua scomparsa. Ma nell'anno in cui ricorrono i 70 anni dalla sua morte, mi fa piacere proporre un passo (traduco io, bontà vostra) dai suoi Quaderni, che contiene molto delle sue intuizioni - sulla forza, sull'immaginazione, sull'amore, sulla guerra - legate dalla nozione di "lettura", che contraddistingue la linea del suo pensiero.
"Amare il prossimo come se stessa non significa amare tutti gli esseri allo stesso modo, perché io non amo allo stesso modo tutti i modi di esistenza di me stessa. E nemmeno vuol dire non farli mai soffrire, perché io non rifiuto mai di far soffrire me stessa. Ma avere con ciascuno il rapporto non con una parte dell'universo, ma tra un modo di pensare l'universo e un altro modo di pensare l'universo. Un essere umano a dieci passi da me è qualcosa di separato da me da una distanza (dieci passi), ma anche un'altra prospettiva dalla quale appaiono tutte le cose. Il rapporto tra me e un altro essere umano non può mai essere analogo al rapporto del cieco con il suo bastone, né al rapporto inverso; è per questo che la schiavitù è contraria alla natura e alla ragione.La guerra è un modo d'imporre un'altra lettura delle sensazioni, è un azione esercitata sull'immaginazione altrui.Le sensazioni ci sono imposte da fuori, e anche noi possiamo darne - sempre, in ogni situazione - in modo non immediato.La lettura delle sensazioni, ciò che leggiamo attraverso di esse, è pure imposta; e anche su quella abbiamo un potere, non immediato, attraverso il lavoro e l'abitudine sui quali interviene il corpo.
Ma a tal proposito occorre distinguere due poteri, quello di trovarsi o non trovarsi in una tale situazione (es. davanti a una macchina, in prigione, con una spada sulla gola, o in mano, con o senza soldi in tasca, ecc.), che ci appartiene in una certa misura, ma solo in una certa misura. E il potere, trovandosi in una determinata situazione, di leggere in questo o quel modo. [...]Ci sono due modi di cambiare la maniera in cui un altro legge le sensazioni, il suo rapporto con l'universo: la forza (di cui la guerra è la forma estrema) e l'insegnamento. Ci sono due azioni sull'immaginazione. La differenza è che l'altro non si associa alla prima (vi reagisce soltanto) e si associa alla seconda.Può darsi che: attraverso l'uso della forza possiamo abbassare gli altri, o impedire che lo siano; non possiamo elevarli che attraverso l'insegnamento."
Simone Weil, (3 febbraio 1909 - 24 giugno 1943)Quaderni Ida TEMPI FRU FRU http://www.tempifrufru.blogspot.com

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