"Viviamo in un'epoca in cui la relativa sicurezza, che un certo dominio tecnico sulla natura dà agli uomini, è ampiamente controbilanciata dai pericoli di rovine e massacri che i conflitti tra gruppi umani provocano. Se il pericolo è così grave, è certo in parte dovuto alla potenza degli strumenti di distruzione che la tecnica ha messo nelle nostre mani; ma questi strumenti non si azionano da soli, e non è onesto voler far ricadere sulla materia inerte una situazione di cui portiamo piena responsabilità. I conflitti più minacciosi hanno un carattere comune che potrebbe rassicurare gli animi superficiali, ma che, malgrado l'apparenza, ne costituisce il vero pericolo: non hanno un obiettivo definibile. [...] Ma quando una lotta non ha obiettivo, non c'è più misura comune, non c'è più equilibrio, proporzione, confronto possibile. Un compromesso non è nemmeno concepibile; l'importanza della battaglia si misura allora unicamente in base ai sacrifici che essa esige. E poiché, in conseguenza di questo fatto, i sacrifici già compiuti richiedono continuamente nuovi sacrifici, non ci sarebbe alcuna ragione di cessare di uccidere e di morire, se non perché, fortunatamente, le forze umane finiscono col trovare il loro limite. Questo paradosso è così violento che sfugge all'analisi. Eppure, tutti i cosiddetti uomini di cultura ne conoscono l'esempio più perfetto; ma una sorta di fatalità ci fa leggere senza comprendere.[...] Ai giorni nostri, l'immaginazione popolare, per spiegare questo cupo accanimento nell'accumulare rovine inutili, ha fatto talvolta ricorso ai presunti intrighi delle associazioni economiche. Ma non è il caso di cercare così lontano. I greci del tempo di Omero non avevano le organizzazioni dei mercanti del bronzo, né un Comitato di fabbri. A dir la verità, nello spirito dei contemporanei di Omero, il ruolo che noi attribuiamo alle misteriose oligarchie economiche era svolto dagli dei della mitologia greca. Ma per spingere gli uomini verso le catastrofi più assurde, non c'è bisogno né di dei né di congiure segrete. La natura umana basta."
Simone Weil (3 febbraio 1909 - 24 agosto 1943),da Non ricominciamo la guerra di Troia
da TEMPI FRU FRU
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