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Sineddoche sessuali

Da Ilgrandemarziano
Sineddoche sessualiDopodomani, sabato 3 luglio, andrà in scena il Roma Pride 2010, manifestazione dell'orgoglio lesbo, gay, bisex, transgender , ovvero uno degli appuntamenti fondamentali con cui i movimenti e le associazioni LGBT rivendicano non solo i loro diritti civili fondamentali (quelli già conquistati, ma magari disattesi, e quelli ancora da conquistare), ma anche - e soprattutto - il loro diritto a esistere e a essere rispettati come semplici esseri umani appartenenti a una società che vuole dirsi civile. E dal mio punto di vista, che ci capisco parecchio in materia giacché su Marte di sessi ne abbiamo sette, devo dire che le istanze in questione non fanno una piega.
Eppure di pieghe tutt'intorno a stropicciare il quadro d'insieme ce ne sono parecchie, visto che nella fattispecie, per esempio, per promuovere la manifestazione l'organizzazione ha realizzato uno spot dai contenuti fortemente discutibili, che in effetti ha sollevato numerose polemiche. Vi invito - se non l'avete già fatto - a dargli un'occhiata qui. Eppure, benché lo spot sia forse sintomo di qualcos'altro, come di una deviazione pericolosa o di un riflesso preoccupante di certe tendenze epidemiche che stanno infettando ogni cellula della nostra società, non è solo questo, perché la faccenda a mio avviso va anche oltre.
Le ho viste infatti, da quassù, le immagini di manifestazioni come questa, quelle che vengono iniettate nel circolo dell'opinione pubblica dai media generalisti, giornali e televisione su tutti. Immagini che indugiano su perizomi leopardati e paillettes capezzolari, maschioni carrozzati in struzzo e labbra sgargianti targate pininfarina, chiappe come albicocche al vento e pacchi oversize. Tutto quel sottobosco pittoresco e folcloristico, insomma, che nel suo essere volutamente, ostentatamente e provocatoriamente carnascialesco, esprime tutta la sua voglia (e anche la sua disperazione) di affermazione, di espressione, di riconoscimento identitario, ma che in un paese catto-reazionario come l'Italia, finisce per essere controproducente come Bersani allo sciopero generale di domani.
Così l'opinione pubblica minzolinizzata, quella per cui la sigla LGBT è solo un nuovo modello della Golf, ci mette un attimo a identificare tutto il movimento solo con quella parte pittoresca e, invero, minoritaria, di coloro la cui immagine così colorata e colorita evoca nelle menti benpensanti il luogo comune di "perversione", sponda ideale degli anatemi episcopali. Perché allora non si riescono a vedere manifestazioni di lesbiche, gay, bisex e trans con le persone semplicemente mano nella mano, abbracciate, che esprimono il loro affetto e la loro sessualità come persone normali e non provocano, non ostentano, non platinettano? Coloro che rivendicano alla società il diritto di essere trattati normalmente, non dovrebbero dimostrare di esserlo?

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