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Siri e il complotto vaticano del Papa non-Papa

Creato il 26 giugno 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Il cardinal Siri e il conclave del 1958

Cardinale Giuseppe Siri nel 1958 - da Wikipedia

Cardinale Giuseppe Siri nel 1958 – da Wikipedia

Il cardinal Giuseppe Siri, di origini genovesi, classe 1906, arcivescovo di Genova dal 1946 al 1987. E’ lui il protagonista dell’elezione sospetta del 1958, che portò ai vertici del Vaticano Giovanni XXIII, al secolo Angelo Roncalli. Prima eletto e poi stranamente costretto a rinunciare al soglio pontificio, la storia di Siri ha dato ossigeno a diverse teorie del complotto. Perché fu indotto alla rinuncia? Dalla parte di Siri non fu mai alimentato il sospetto di una trama ordita a suo sfavore. Rimase, infatti, sempre fedele ai pontefici che si susseguirono fino al 1989, data della sua morte. Sebbene la teoria del complotto non sia mai stata suffragata da storici e biografi, gli elementi che scaturirono all’indomani del conclave del 1958 non ne fugarono mai il sospetto. I primi ad aver pensato ad una possibile congiura furono i sedevacantisti americani, che parlarono addirittura di un’elezione avvenuta in data 26 ottobre 1958, dove lo stesso Siri avrebbe assunto il nome di Gregorio XVII. Il fondamento di questa teoria andrebbe così ricercato nell’incertezza delle fumate del comignolo della Cappella Sistina.

Nonostante il conclave ebbe inizio la sera del 25 ottobre 1958, già la mattina seguente – alle 11:53 – si levò in aria una fumata bianca, che successivamente divenne nera. Ciò fece pensare da subito che fosse stato eletto il successore di Pio XII, almeno fino a quando la fumata non diventò scura. Lo stesso avvenne la sera di quel giorno – alle 17:55 – quando una nuova fumata apparentemente bianca si levò in aria. Le Guardie svizzere presero posizione sulla piazza e la Radio Vaticana annunciò l’elezione del papa. Tuttavia, ben presto la fumata divenne prima grigia e poi nera. Il cardinal Siri spiegò successivamente che la confusione era dovuta all’inesperienza dei cardinali di addizionare nella stufa. Fu soltanto il 28 ottobre che dalla Cappella Sistina si levò finalmente una fumata bianca, senza sospetti, e il protodiacono Nicola Canali annunciò al mondo l’elezione di Giovanni XXIII.

Ma allora chi fu il papa realmente eletto nel conclave del 1958? Siri o Roncalli? Gregorio XVII o Giovanni XXIII? Secondo i sostenitori della teoria del complotto, Siri sarebbe stato costretto a rinunciare al soglio pontificio sotto le pressioni congiunte dei riformatori, nonché dei cardinali francesi e orientali. Ma quale sarebbe stata la ragione? L’elezione del cardinal Siri avrebbe destabilizzato gli equilibri già incerti e tesi fra l’Occidente e l’Est europeo, l’Europa ricostruita dell’Ovest e i Paesi oltrecortina.

L’FBI e l’ostilità dell’Urss

Il rapporto dell’FBI sull’elezione di Siri è tutt’oggi non reperibile. Paul Williams, consulente dell’FBI e giornalista investigativo, nonché autore del libro The Vatican Exposed, si è più volte rifiutato di rispondere sul destino di quel rapporto segretato. E’ tra l’altro nota la citazione a giudizio di Paul Williams da parte dell’Università canadese McMaster per diffamazione e diffusione di notizie false, alla quale si sarebbero aggiunte le scuse dell’editrice per aver pubblicato contenuti non suffragati da fonti certe. Insomma, un rapporto irreperibile e un giornalista col bavaglio ben stretto.

Sul fronte geopolitico, invece, sarebbe stata riscontrata – a sostegno della teoria del complotto – una reciproca ostilità fra il cardinal Siri e l’Unione Sovietica, che avrebbe addirittura rivelato di ragionare a eventuali rappresaglie nel caso di un’elezione del Siri a successore di Pietro. Ma anche da questo punto di vista, non vi sono fondamenti sicuri e inequivocabili. Lo stesso Benny Lai, autore del libro Il Papa non eletto: Giuseppe Siri, cardinale di Santa Romana Chiesa, ha fugato ogni sospetto sull’ostilità dell’Urss nei confronti del cardinale di Genova. Giuseppe Siri, infatti, nel 1946 si era preoccupato personalmente di interpellare un pediatra del Gaslini per far curare il figlio del console sovietico, Nikolaj Timofeev. Già questo sarebbe bastato a scongiurare ogni tensione fra i due soggetti in causa. Vi è poi da aggiungere che, solo un paio d’anni prima del conclave, nel 1956, l’Unione Sovietica rivelò di voler intessere rapporti proficui con la Chiesa di Roma, al fine di garantire una continuità politica internazionale. E nella scelta dei vertici moscoviti ricadde proprio il nome di Giuseppe Siri, che nel 1974 finì ospite della capitale russa e di Leningrado.

Nessuno ha ancora messo a tacere del tutto la teoria del complotto, anche se risulta difficile – per insufficienza di prove – affermare che l’elezione di Giovanni XXIII fu preceduta dall’elezione di Siri al soglio pontificio. Da parte russa i sospetti non troverebbero un valido e stabile fondamento, mentre sul fronte dell’FBI a tutt’oggi diviene arduo avanzare delle accuse, sebbene il prolungato silenzio lasci legittimo ogni sospetto.

Tags:America,cardinale,complotto,conclave,Fbi,roma,roncalli,russia,servizi segreti,siri,sospetto,URSS,USA

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