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Siviglia religiosa per tutti

Creato il 10 aprile 2015 da Allocco @allocco_info

Ogni anno a Siviglia c’è un momento in cui la città si ferma: i negozi e gli uffici chiudono; i musei, le scuole e le università aprono con orari molto ridotti; per i turisti è quasi impossibile ammirare a pieno le bellezze artistiche del posto; la circolazione è quasi del tutto congestionata per gran parte del giorno e della notte. Si potrebbe continuare a lungo nell’elencare i “disagi” che coinvolgono sivigliani e non; ma la realtà è che la città è ben contenta di vivere la Semana Santa, con tutti i suoi pro e contro. I festeggiamenti che accompagnano la morte e risurrezione di Cristo sono molto sentiti in tutta la Spagna, ma è in Andalusia – e in particolare a Siviglia – che assumono un’importanza maggiore per numeri e storia. Dal venerdì che precede il Domingo de Ramos (‘la domenica delle Palme’) le storiche confraternite della città danno inizio alle processioni che termineranno solo nel Domingo de Resurrección (‘domenica di Pasqua’): con circa otto o nove processioni al giorno, le strade brulicano di gente accorsa da ogni parte della regione (e dell’Europa) per ammirare i coloratissimi e sontuosissimi pasos (le strutture delle statue), scolpiti da famosi scultori e abbelliti dai migliori sarti della città. Le statue sono precedute dai famosi Nazarenos, ossia membri delle confraternite che sfilano portando grossi ceri o pesanti croci sulle spalle e che indossano tuniche di vari colori e tessuti, oltre che a un capirote (cappuccio a punta) che lascia scoperti soltanto gli occhi. Ogni processione è composta da un minimo di due a un massimo di tre statue raffiguranti il Cristo, la Madonna e i Santi, portate dai costaleros: il numero degli stessi varia a seconda del peso del paso, così come varia il peso di cui ognuno si fa carico a seconda della minore o maggiore anzianità nella confraternita. Quello che impressiona di più, comunque, è senz’altro il numero dei partecipanti, che possono andare dai 250 ai 2500 della Confraternita de La Macarena (una delle più importanti), e con tempi di percorrenza lunghissimi, dai 20 ai 110 minuti. L’organizzazione da parte del Comune di Siviglia e della varie confraternite è grandissima e richiede mesi e mesi di lavoro e decisioni riguardanti i percorsi dei pasos, la chiusura del traffico e i cambiamenti nei trasporti, l’accoglienza di migliaia di persone, eccetera. Una situazione da cui molti vorrebbero scappare, come è vero che fanno molti sivigliani stanchi dei “soliti” disagi, ma che in realtà non affascina solamente cattolici credenti ma anche (e, forse, soprattutto) antropologi, folkloristi, semplici curiosi e atei incuriositi da tanta partecipazione e attaccamento a questa tradizione. Anziani , bambini, donne incinte, persone disabili: nessuno rinuncia alla propria processione, al proprio momento di preghiera o di vicinanza a una tradizione secolare. Queste le parole di Ismael Yebra Sotillo, scrittore, medico e docente universitario sivigliano:

“Pensaste que ya estaba bien de tanto paso y de oir pregones aburridos. Que estabas cansado de escuchar la misma música, de ver pasar un sinfin de nazarenos. Querías liberarte de las bullas, de carritos con niño a contramano, de marchas que parecen pasodobles, de figurones y engreídos trajeados.

Siempre te faltó valor, pero por primera vez lo hiciste. Decidiste irte de Sevilla esa semana. Buscaste una urbanización costera, impersonal y solitaria. El descanso anhelabas, la soledad buscabas, la paz interior necesitabas.

Todo iba bien. Fue el Martes Santo cuando tu plan cambió sin esperarlo. Fuiste al mercado y cayó en tus manos el programa, ’Gota a Gota’, el que de niño pedías en ‘El Monte’. Te dio por pensar que a esa hora tu madre preparaba tu túnica de blanco. Que un poco más tarde tu calle se llenaría de muchachas cuya cara presentía la primavera, de jovencitos que querían dejar por fin de serlo, que lucían por primera vez una corbata y vestían chaqueta azul, algo grande y desgarbada.

Fue tu hijo quien te hizo descender a lo terreno. Te dijo que tus ojos estaban rojos, que tus labios se apretaban y temblaban sin quererlo. Una lágrima obtuvo por respuesta. La dejaste que llegara a su destino. Apretaste la mano de tu hijo. Era tarde. Habías llorado. En casa te esperaban sin saberlo.*”

Se volete entrare in contatto con Siviglia e con la sua gente forse non c’è occasione migliore di questa. Consiglio: se siete deboli di schiena lasciate perdere!

*”Pensavi di averne abbastanza di tutte quelle processioni e di tante grida per strada; pensavi di essere stanco di ascoltare la stessa musica o di veder passare un’infinità di nazareni; avresti voluto fuggire dalle folle, dai passeggini che circolavano contromano, di marce che sembrano pasodoble, di gente imbellettata e vanitosa.

“Ti è mancato sempre il coraggio ma per la prima volta lo hai fatto: hai deciso di andartene da Siviglia proprio quella settimana. Hai cercato una località sulla costa, anonima e solitaria. Desideravi il riposo, cercavi la solitudine, avevi bisogno di pace interiore.

Andava tutto bene…finché arrivò il Martedì Santo e i tuoi piani, senza volerlo, cambiarono. Andasti al mercato e fra le tue mani cadde il programma (della Semana Santa, NdT) Gota a gota de Pasión, quello che da bambino richiedevi a El Monte (Monte de Piedad y Caja de Ahorros, NdT). Ti venne in mente di quando tua madre preparava la tua tunica bianca e, poco dopo, la tua strada si riempiva di ragazze il cui viso sapeva già di primavera, di giovanotti che volevano smettere di essere tali e che, per la prima volta, indossavano orgogliosamente una cravatta e una giacca azzurra, anche se un pò troppo grande e sgraziata.

È stato tuo figlio a farti tornare con i piedi per terra. Ti ha detto che i tuoi occhi erano rossi, che avevi le labbra strette e tremolanti. Dai tuoi occhi è scesa una lacrima. Hai stretto la mano di tuo figlio e hai pianto: era tardi, ormai. A casa ti aspettavano senza aspettarselo.”

 

Semana Santa – Sevilla

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