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Sochi 2014: A.A.A cercasi bob per il team giamaicano

Creato il 08 febbraio 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

Quando pensiamo allo sport in Giamaica probabilmente ci affiorano alla mente i vari Bolt, Blake o Powell, atleti che da anni dominano la scena dell’atletica leggera a suon di medaglie e tempi da record.  Di certo  la colorata e gioiosa – e aggiungerei calda – isola tropicale non è  celebre per aver sfornato atleti illustri nel campo degli sport invernali, e ogni volta che ci ha provato, i risultati sono stati esilaranti.

La storia del team giamaicano di bob ha però dell’incredibile.

La squadra caraibica era già entrata nella leggenda nel 1988 a Calgary, quando Devon Harris, Dudley Stokes, Michael White e Samuel Clayton – un allegro quartetto di ex sprinter – decisero di formare un team di bob e di partecipare per la prima volta ad un’Olimpiade. La loro impresa non ebbe il successo sperato – il mezzo infatti cappottò dopo poche curve- ma comunque rimase nella storia e aprì le porte del mondo del bob alle generazioni successive.

Dopo aver fallito la qualificazione ai giochi di Torino nel 2006 e di Vancouver nel 2010, il team giamaicano riesce, a dodici anni di distanza dall’ultima volta, a qualificarsi per l’edizione di Sochi 2014.  Una qualificazione che ha il sapore dell’ impresa per Winston Watts e Marvin Dixon; i nostri due protagonisti giamaicani sono stati capaci di superare i problemi di carattere tecnico, i problemi finanziari – è stata necessaria la raccolta di 120mila dollari in donazioni per permettere al team di acquistare le attrezzature-  ma  ora rischiano di veder svanire il loro sogno olimpico.

A complicare infatti il percorso della coppia di bobbisti – sì, si dice così -, ora si è messa anche la sfortuna: i due atleti, appena atterrati a Sochi, hanno constatato che parte della loro attrezzatura non era lì con loro in Russia, ma era stata persa nel viaggio aereo. Ai due sventurati quindi –  che al momento non possono allenarsi per le gare olimpiche  - non resta che confidare nell’aiuto degli altri atleti che si sono resi disponibili a prestare la loro attrezzatura,  sperando in un arrivo in extremis dell’equipaggiamento.

Non sappiamo come finirà questa vicenda, nè come Sochi 2014 verrà ricordata dai poveri Watts e Dixon, che nel frattempo non hanno perso il loro immancabile sorriso, quel che è certo è che tutto il mondo in questi giorni farà il tifo anche un po’ per loro.


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