Costanza Miriano ha ben due colpe imperdonabili: pensa e scrive. E in un’epoca dove se pensi sei pregato di startene in silenzio e se scrivi sei pregato di non pensare, una giornalista e scrittrice come lei, in effetti, costituisce un problema. Su Facebook è stata persino bloccata per frasi intolleranti che non ha mai scandito, ma che le hanno attribuito.
Rimane il fatto che Costanza – che racchiude in sé tre difetti importanti, per il politicamente corretto: è moglie, quattro volte mamma e cattolica – delle opinioni scomode le abbia: è ostile alla venerata la Legge 194 (altare laico per sessantottine ormai sessantottenni, e per neoribelli già conformiste), ritiene che senza marito e moglie non vi sia famiglia e dubita che Putin sia la controfigura di Satana (per il Washington Post è pure l’uomo dell’anno, ma guai a ricordarlo). Di qui, come accade in Spagna e potrebbe accadere altrove, la censura dei suoi libri e una valanga di insulti su internet, dove per scrivere non occorre pensare e le menti illuminate, si sa, pullulano.
Coraggio Costanza, e non arrenderti: continua a pensare e scrivere. Che a scrivere ovvietà, ahinoi, ci pensano già in troppi