Ultimamente sembra si stia alzando il livello di sensibilizzazione nei confronti del maltrattamento di animali, lo dimostra la forte reazione nei confronti degli ultimi episodi di cronaca, quello della donna che aveva gettato una dolcissima gattina in un bidone della spazzatura e della ragazzina che si divertiva lanciando cuccioli in un fiume.
In tema di sanzioni e pene mi domando quali pene potrebbero essere assegnate a persone che con estrema semplicità adottano certi comportamenti? Per comprendere che qualcuno soffre, ce lo devono dire gli altri? Per capire la disperazione della mucca prima dell’esecuzione serve che questa lo metta per iscritto? Per provare la pazzia di chi vive recluso in gabbia bisogna che ci arrestino? Per considerare la sofferenza e lo strazio degli altri insomma, bisogna varare una legge altrimenti da soli non ci si arriva?
Accorgersi che esistono il dolore e la morte soltanto quando ci si ferisce o quando vien meno un nostro caro mi pare un grave limite, oltre che ipocrita. Sappiamo che alla donna inglese la quotidianità è stata resa difficile dalle reazioni degli amanti degli animali al punto da dover essere protetta dalla polizia locale e che la giovane rintracciata ed arrestata un mese fa a Bugojno, in Bosnia, è stata rilasciata perché ritenuta dalle autorità troppo giovane per essere incriminata.Un gesto tanto atroce è rimasto dunque impunito.
Forse la ragazzina, a quanto pare di 12 anni, dovrà pagare una multa, probabilmente di 5mila euro. Ben poca cosa rispetto al crudele e inutile atto da lei compiuto. Grazie ad una legge cosi, non oso immaginare quanti animali possano subire torture e maltrattamenti vari.
Ci reputiamo la razza superiore rispetto agli animali, ma non lo dimostriamo affatto. Li uccidiamo nonostante siamo noi per primi ad essere terrorizzati dalla morte, li sfruttiamo nel lavoro senza riconoscere loro alcun diritto e ci convinciamo che è giusto perché è sempre stato così, li avveleniamo nei laboratori con metodi che ci ripugnano, accettiamo che diventino pellicce, borse o pietanze e ci divertiamo pure quando infliggiamo loro un supplizio.
Non voglio assolutamente legittimare o fomentare qualsiasi forma vendicativa come espiazione punitiva ma credo che lo “sfogo” di persone con un egocentrismo patologico, incapaci di provare un senso di colpa sia un comportamento e non un fenomeno isolato e che questo faccia parte integrante e sintomatica di un più vasto complesso di rapporti improntati alla violenza.
Pertanto tali comportamenti devianti vanno corretti attraverso la rieducazione e magari anche
attraverso la fornitura di servizi mirati all’utilità collettiva, questo forse, permetterebbe nel tempo di acquisire e formare quella cultura nuova, di rispetto per la vita e senso etico totalmente assenti.Il livello di civiltà di un popolo si misura dal rispetto che esso nutre verso gli animali! (Ghandi)