In questi giorni Repubblica ha lanciato l'ennesima campagna dell'indignazione, questa volta contro la mercificazione della showgirl messa in atto nell'era del bunga bunga. Negli stessi giorni su Facebook si è diffuso l'invito a cambiare la propria immagine di profilo per riscoprire le grandi donne del passato (per la cronaca, io ho scelto Anais Nin) e permettere a quelle del presente di avere modelli diversi di identificazione e non inibire lo sviluppo di quelle del futuro.
Premesso ciò, nel mio riflettere sulla vicenda ho anche io alcuni basta! da dire.
Basta dover accendere la tv e comprare il giornale per sentire sempre e solo parlare di Berlusconi. Un uomo che non avrebbe dovuto neppure entrare in Parlamento (figuriamoci governare il Paese), visti i processi che ha in corso: di fronte all'essere stato membro della P2, aver avuto legami con la mafia (dallo stalliere in su) ed essere accusato come uno dei mandanti della morte di Borsellino, trovo un po' triste che si urli alle Dimissioni! solo per l'essersi portato a letto fior fior di soubrette.
Basta gridare all'Orco solo perché è andato a letto con prostitute minorenni. Minorenni sì, ma perfettamente consapevoli di ciò che stavano facendo. Quest'uomo non è un orco: è solo un povero vecchio che nella vita ha accumulato soldi e potere ma non gli è bastato per essere meno solo. E' un uomo solo e infelice, e prima che scandalizzarmi mi fa una gran pena.
Basta elogi della stupidità in tv, dove i talk show di politica non sono poi così diversi dai concorrenti del Grande Fratello che si scannano a vicenda. La prima serata offre quasi ogni giorno ottimi telefilm americani e per tutto il resto ci sono i libri e YouTube, perché consumare a vuoto i tasti sbagliati del telecomando?
Basta ridurre tutto alla politica. Ha ragione Emma Bonino quando dice che in Italia non c'è democrazia ma partitocrazia, ci sono questioni di fronte alle quali non dovrebbe esserci battaglia politica che tenga. I giornali dovrebbero parlare meno di Arcore, Montecarlo e Lingotto, e di più di libertà di scelta.
La scelta su chi amare, su essere o non essere madre, su come morire. La scelta di fare il percorso di studio e lavoro che più piace e non abbassarsi a quello che offre il mercato. La scelta di quali amici frequentare, se avere o meno una fede religiosa. La scelta di portare o meno un velo sulla testa. La scelta di quale giornale leggere, di essere o meno iscritti ai social network. La scelta di cosa indossare. La scelta di come vivere.
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