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Sopravvivere ai gruppi di WhatsApp

Da Hombre @LaLineadHombre
Sopravvivere ai gruppi di WhatsAppNon ci siamo mica.Il gruppo di WhatsApp si è rivelato peggiore della pioggia d'inviti a Candy Crush Saga o a provare compleanni.Il giochino è bellino, lì per lì, quando nasce il sodalizio e magari anche nella mezza giornata successiva, quella destinata al giro di tavolo virtuale di presentazione, saluti e amorevoli faccine.Dopo tre ore il desiderio di cancellarsi, mattiapascalizzarsi dalle terre emerse e schiacciare lo smartcoso sotto a una pressa ha già raggiunto livelli da cima Coppi.Un coitus non interruptus di bip ti profana nell'intimo inquinando le conversazioni della tua vita vera di Era il mio? o Era il tuo? e spingendoti a consultazioni continue del visore nel segreto terrore di poter perdere il chattino del secolo.Nella grandinata di messaggi che si sprigionano ogni volta, a valle del semino di un singolo, si distinguono per incomprensibilità e simpatia i blabblatori di faccinese. Essi, fieri della scoperta della disponibilità di smile e oggettistica varia in pic, non ti mandano un testo leggibile manco se t'ammazzi, solo veri e propri rebus indecifrabili e farciti di fette di cocomero e di torta, di gattini, soli, calici, coppe, mani in ogni guisa, ombrelli, saette e chi più ne ha più ne mette.Altro personaggio tipico del gruppo di WhatsApp è il ritardatario che arriva, legge l'ultimo post, risponde SOLO sulla base di quello e butta a monte un faticoso accordo raggiunto in ore di serrata cronologia.E non venite a dirmi che ci si può cancellare senza danno perché il creatore del gruppo, quando va bene, si metterà a sparlare alle tue spalle con i residui grupparoli bollandoti come traditore anarchico quand'anche non ti denuncerà per abbandono di gruppo senza giusta causa.L'unica soluzione è disinstallare WhatsApp e mostrarsi disorientati quando vi incontreranno per strada e vi chiederanno conto della non giustificata assenza al flash mob a difesa della pernice bianca del Baltico.

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