Il mio modo di osservare il mondo. Dal baso verso l'alto.
Mastrota dice che è un bellissimo periodo perché il materasso losangato Eminflex in lattice è in offerta speciale. “Fatti una vita” penso.Per me, abbandonato alla vita di provincia milanese, è un periodo molto particolare. Felice ma particolare. Martedì parto. Martedì saluto casa, amici, vicini pettegoli, Dolly la mia pecora di Peluche. E per Dolly potrei piangere come non mai.Dove vado? Bella domanda. Parto per l’Erasmus, quel progetto per cui un comune studente italiano può cercare di sopravvivere ad un mondo troppo grande facendo finta di studiare in un paese che non è il suo. Come ho scelto la meta? A caso.Ho optato per Tarragona, città a sud ovest di Barcellona, sul mare. Non so perché, forse per il mare che ha sempre avuto su di me un fascino speciale e credo che mi riempirà le prime giornate. Se alla domanda “Sai lo spagnolo vero?” vedete una mia faccia affranta ma non preoccupata sappiate che non conosco una parola. Quando incrocio qualche lontano conoscente non ho più voglia di dire “Vado in vacanza in Spagna perché poi così i miei genitori mi mollano in lacrime con un fagotto sulle spalle”. Quindi rispondo “Dai ci vediamo” sapendo che entrambi continueremo a vivere la nostra vita ignari di tutto. Tempo di saluti. Tempo di lacrime. Che sia davanti ad un Kebab o davanti alla fermata della metropolitana cerco di abbracciare tutti quelli che porterò con me, con il pensiero.
È un anno e mezzo che a casa non ci sto. Me la so cavare da solo, ho già testato questa mia capacità cercando di andare avanti e non indietro. Nel Gennaio 2010 mi sono trasferito in Francia a Strasbourg, inseguendo un amore sbagliato e imparando da zero una lingua che ho sempre amato. Ho lavorato senza ricevere alcune remunerazione da una stilista di cappelli e una volta rientrato in Italia ero pronto per ricominciare a studiare. Parma. Nuova avventura, studente fuori sede, coinquiline pugliesi che non auguro al mio peggior nemico. Contento di cambiare aria e allontanarmi da casa che in quel momento della mia vita rappresentava il fallimento di una storia in cui ho sempre creduto. Troppo. E da solo.
E ora mi aspetta una nuova lingua, un paese da ammirare per le scelte sociali e l’apertura di una mente che qui in Italia non si potrebbe nemmeno immaginare Tornerò sposato? Mando l’invito a casa insieme ai vestiti ricoperti di tulle per tutte le mie amiche? Non so quello che mi aspetta, è tutta una sorpresa.Ho salutato le mie migliori amiche dal nostro amico kebabbaro, in sottofondo Laura Pausini cantava uno dei suoi molteplici drammi e fuori pioveva. Mi hanno regalato un taccuino, in copertina una stampa antica del Duomo di Milano. Sarà il diario del mio viaggio, la stilografica i miei occhi.
Una nuova avventura, un nuovo quaderno. Quello che le mie amiche non potranno vedere, lo leggeranno. I miei amici li ho salutati in un ristorante giapponese dove ho deciso che non sono in grado di mangiare elegantemente con due bacchette di legno. Mi cade il sushi nella soia e schizzo pure la cameriera all’ingresso.Mi mancheranno. Nonostante stiano organizzando un comitato per non farmi più rientrare in Italia così da non sopportare le mie cocenti delusioni di sess-amore.
Ed eccoci qui. A salutare i miei paesaggi italiani, il mio piattume padano, la Madunina glitterata, i miei rimorchi che credo non soffriranno troppo la mancanza. Continuerò a scrivere, continuerò a raccontare queste mie avventure che vi accompagnano nelle vostre sedute psicoanalitiche sulla tazza del water. E vi ringrazio per questo. Sempre.Lollo pronto alla scoperta di un nuovo mondo. Un mondo che guardo sempre dal basso verso l’alto.