Il direttore del giornale online Clandestinoweb.com, Ambrogio Crespi, ha annunciato in un editoriale l'appoggio della redazione del giornale alla causa di Marco Pannella. Il sovraffollamento delle carceri, gia' denunciato da Crespi in uno speciale docuweb, rende la vita dei detenuti impossibile. Pannella e' in sciopero della fame da oltre due mesi e dopo quattro giorni ha interrotto quello della sete che gli era costato l'obbligo di ricovero. Insieme al leader anche la parlamentare Rita Bernardini ha iniziato uno sciopero della fame dallo scorso 6 giug no.
Nell'editoriale Crespi dice "Quando un pezzo di storia italiana, e Marco Pannella lo e', si mobilita per una causa, la causa non e' mai insignificante", sottolineando la manifestazione non violenta del leader dei radicali. Poi prosegue "Al mio amico Marco e alla mia amica Rita voglio ora esprimere tutto il mio appoggio e l'appoggio della redazione, non solo perche' condivido pienamente la loro posizione, ma anche perche' la loro e' una battaglia che dimostra orgoglio e coraggio".
Poi la redazione di Clandestinoweb.com lancia un appello a tutte le forze politiche "di qualunque colore e schieramento" affinche' ascoltino Pannella "perche' sta protestando per i giusti motivi e lo sta facendo mettendo a rischio la sua salute. Lo stesso Capo dello Stato Napolitano ha riconosciuto l'importanza e la fierezza della sua iniziativa. E se l'ha fatto il presidente della Repubblica, sono certo che potrete farlo anche voi".
Infine Crespi si dice preoccupato per lo stato di salute di Marco e al tempo stesso dichiara il suo "appoggio a quest'uomo cosi' forte e tanto coraggioso da mettere in gioco la sua stessa vita per migliorare quella degli altri".
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COMMENTI (1)
Inviato il 02 settembre a 14:51
Carissimo on.Pannella . e.p.c dott.Luca Codero di Montezemolo dott. Aurelio de Laurentis on.Publio Fiori on.Antonio Satta dott. Guarino di caserta c'è.
il resto del carlino, il mattino , corriere di caserta, libero, la repubblica, la stampa,il tempo
Ti scrivo questa lettera molto franca, perchè è vero che non sono stato un tuo più grande estimatore politico, ma ho sempre guardato con interesse le tue battaglie "di vita" trovandole interpretative a persona, ma giuste. Ora però vorrei soffermarmi nella tua recente uscita sulla questione delle carceri e del modo in cui vengono trattati i detenuti, premesso che bisogna partire dalla radice, perchè se vogliamo essere coerenti dobbiamo ammettere che certi reati, non andrebbero generalizzati con la criminalità organizzata e delinquenti abitue'. Ci sono dei reati che io li definirei d'esigenza(non legali e non giustificabili) ,ma non perseguibili certamente come i sopracitati . Bene, io credo che siamo l'unico paese con un sistema giudiziario ancora ai tempi dell'impero romano, perchè oggi non esiste una commissione giudicante dei reati e di chi li commette, mi spiego meglio : Oggi un povero sfigato (la maggior parte del paese), abbandonati a se stessi perchè lo stato non è in grado di assicurargli nemmeno il viviario necessario quotidiano , si cimenta in piccoli reati e spesse volte sono padri di famiglia che non riescono a trovare un lavoro in una società assente, figli con genitori ammalati, ecc, e la legge che fa? Lo giudica su una relazione a corredo di agenti della PS senza nemmeno guardarlo in faccia, ora io mi chiedo: è vero che la legge è uguale per tutti? Anche se questa frase sembra lo slogan di una pubblicità immaginaria. Mi chiedo, invece di fare subito ordinanza di custodia cautelare in carcere, aggravando lo stato con spese che se non erro costano circa 170 euro al giorno per detenuto, che tra l'altro darebbe una paga quasi a tre disoccupati un detenuto, non sarebbe meglio valutare: 1. Se il soggetto che ha commesso il reato lo ha fatto per scopi di droga, di criminalità o di abitue'? Allora giusto che venga messo in prigione, ma con il rispetto dei diritti umani, perchè se così non fosse il reato a questo punto lo commette lo stato. 2. Se il soggetto lo ha commesso per esigenza di una societa' che è cieca a tale parola: esigenza di vivere. Perchè tutti hanno diritto di vivere e valutare la posizione diversamente e magari dandogli la possibilità di recuperare lo sbaglio trovandogli una sistemazione e dandogli la possibilità di vivere almeno senza commettere reati. E non sbattendolo in mezzo a chi è vero criminale in spazi angusti, con il rischio minimo che esca davvero un criminale, la peggiore delle ipotesi come tanti casi che si suicidi, chi lo porterà sulla coscienza? Io credo che in un paese democratico dovrebbe esserci in primis il diritto alla vita per tutti, con la possibilità di essere giudicati in base alle esigenze, non ai codici scritti per criminali. Quindi introdurrei il reato di esigenza con misure di prevenzione ben diverse da quelle per i criminali. Farebbe bene alla società e allo stato che sgraverebbe molti soldi. poi , mi chiedo anche perché non si é pensato , come soluzione alla crisi economica che stiamo vivendo in questi giorni , la possibilità , di: 1 , limitare molti fondi destinati per il mantenimento della detenzione di soggetti che possono benissimamente beneficiare di misure alternative , e ne sono tanti , quindi sarebbe un bel inresso di liquidità nelle casse dello stato per utilizzarli in questo momento di crisi , in più , si potrebbero , convertire , (facoltativamente a chi può) reati "DI ESIGENZA" che non prevedono la possibilità di misure alternative , in sanzioni amministative e quindi , ricavare non pochi fondi , se pensiamo a quello che si risparmia,con i ricavati di un solo detenuto,lasciando che ci pensi lui al proprio mantenimento, in più incassando le sanzoni commutate dalle pene, per chi può , inoltre , perchè non introdurre la cauzione , per tipi di reati minori , fino all'ultimo grado di giudizio , e se dovesse essere riconosciuto colpevole , trattenere la cauzione per le spesi processuali ? altra considerazione , visto , che siamo il paese dei "BALOCCHI" che nelle nostre carceri ospitiamo la maggior parte di exstracomnunitari di tutte le etnie mondiali , perche' non fare una legge che permetta di : o ricevere i fondi dal paese di origine del detenuto , o rimpatriarlo nelle loro carceri garantendo , che la condanna del reato venga scontata , con il rispetto delle leggi , io se vadoi a casa di qualcuno e rompo qualcosa in qualsiasi paese , chi paga ? ora io credo , che cifre non se ne possono fare , anche se da una stima molto approssimativa , parliamo fra i 3 e 5 miliardi di euro , non male vero ? oltre al fatto che sarebbe un'operazione di civilizzazzione , di senzo di rispetto nella vita , di rispetto alla società , di rispetto hai detenuti , ci proietterebbe ad una più degna considerazione del popolo ove necessita di una ventata di fiducia , e non perchè chi a sbagliato deve avere un ergastolo in bianco , senza sentenza d'appello in una società troppo sfalsata fra le classi sociali , ma deve avere la possibilità , di riintegrarsi , senza pregiudizi nei suoi confronti . Così già riduceremo il problema di sopraffollamento con centri di recupero sociali anche , domiciliari, perchè no, fare una cooperativa che permetta a chi ha commesso reati di esigenza di fare le guardie carcerarie, sarebbe un forte impatto di sensibilizzazione per dargli una nuova chance. In realtà ce ne sarebbero di soluzioni, anche braccialetti elettronici per esempio, ma lo stato è cieco però la gente è stanca. Io a mio personale giudizio, introdurrei alcuni anche la possibilità in assunzioni temporanee dello stato convertendo la pena in multa e facendolo lavorare con percorsi di recupero per lo stato fino allo sconto della pena, dando così la possibilità a un disperato di recuperare e a sua volta far sgravare costi per la manovolanza evitando di dare appalti, che possono benissimo essere gestiti dallo stato, appalti che 10 su 10 vanno a finire nelle mani dei penetiani,(penati) e company solo per scopi di arricchimenti personali, e una commissione di vigilanza che giudica i reati, ovviamente i cosidetti di esigenza, per dare una misura alternativa all'indegna detenzione che si vive adesso, con anche la possibilità di chi non trova lavoro in italia e ha dei parenti o possibilità di lavoro all'estero di trasferirsi e scontare così la sua pena, magari trovando anche la sua fortuna, visto che nelle nostre carceri abbiamo tutta l'etnia mondiale. Se si ha la possibilità di trovare un'assunzione in un'altro paese che gli permetta di vivere almeno, avendo la speranza di una speranza, perchè anche quella si sta perdendo qui. Con questo non voglio dire che chi è un criminale debba essere crocifisso. Anzi loro hanno diritto più di altri ad avere una giusta detenzione carceraria visto che ci devono passare anni della loro vita, e quindi bisogna dargli la possibilità di non essere morti viventi, di poter comunque dare alla loro vita carceraria un senso, perchè chi, nei più dei casi, deve scontare l'ergastolo, già gli è morta la libertà personale, non facciamogli morire anche l'anima, diamogli spazi necessari e attività che possono comunque dargli un'importanza personale alla loro vita, perchè credo che come vivono oggi siano come dei maiali al macello, che aspettano il turno di chi muore per primo, e lo stato dov'è? Certo bisogna assicurare i criminali alla giustizia, ma poi la giustizia dev'essere in grado di gestirli, dandogli una degna detenzione nel rispetto della vita, se no che ci facciamo in Libia? Visto che Gheddafi più o meno tratta cosi la sua gente! Altro punto, mi metto nei panni di chi ha un definitivo da scontare e gli viene notificato l'ordinanza di carcerazione, io mi chiedo, ma con tutti i criminali che ci sono, e con tutto il sopraffollamento delle carceri mandiamo in carcere un definitivo per reati di esigenza, piccole truffe, ecc...? Trasformandolo così in un potenziale criminale? Negandogli misure alternative, solo per i suoi molteplici piccoli reati di esigenza lo condannano? Perchè lo stato se ne frega? E lui comunque deve vivere e dar da vivere. Con quale coraggio il soggetto visto la situazione carceraria di oggi che sono ammassati come bestie deve andarsi a costituire? Boh... poi che succede? Che va in latitanza e la legge che fa? Lo reputa delinquente? Ma perchè non analizzare prima i casi? Che spesse volte arriva un definitivo dopo decenni, e se nel frattempo la persona ha dei figli che non può lasciarli a nessuno? Se ha un lavoro tanto atteso che perderà? Se si è rifatto una vita ed è inserito socialmente e una eventuale detenzione lo ritrascinerebbe nel buio dell'errore passato? Se non è in condizioni psicologiche dopo anni di fare il carcere? E tanto altro... perchè rimanere ciechi davanti all'esigenza? ultimo capitolo per ora ... L'amnistia, certo oggi è l'unica soluzione, ma che deve essere un deterrente al problema carcerario definitivo con una riforma della giustizia ben diverso dall'attuale, con reati di esigenza, con una commissione di valutazione del soggetto e con delle misure alternative. Caro on, io spero che la tua visita al carcere di Nardò al boss campano Iovine non sia stato solo per i più maligni che lo volevano chi sa in quale isola con accordi con lo stato, come giravano voci anche sui tanti social network, ma sia un vero interessamento per lui e altri del suo calibro che hanno scelto di fare la loro vita così, che a differenza di altri che si vestono giacca e cravatta e frequentano parlamento e salotti, bene, loro hanno avuto il coraggio di non beneficiare di nessuna immunità, e loro pagheranno com'è giusto che sia i loro errori, mentre i colletti bianchi... Comunque bisogna dargli la possibilità di pagare i loro errori tenendo conto che il rispetto della vita che non deve avere ne colori politici, ne colori di pelle e dargli una degna detenzione e una libertà d'espressione per non essere morti viventi. Questo riguarda i boss, ma per evitare di affollare le carceri con persone che potrebbero essere benissimamente reintegrate con misure alternative, come sopra citato, già sarebbe una forma di rispetto, non guardandoli in base ai reati che hanno commesso, per quello c'è già l'orologio della vita che purtroppo gli toglierà la libertà in base a ciò che hanno commesso, ma guardarli tenendo conto che il rispetto alla vita è di tutti e non sta a noi giudicare anche chi ha commesso i crimini più barbari di questo mondo, per quello c'è la legge divina. Oggi mi vien da dire, ma se Fidel Castro è un dittatore, ma comunque ogni mese manda cibo e viviario molto limitato, ma necessario per vivere a tutti i cubani, è il risultato allucinante che i reati in meno sono tantissimi in una realtà da terzo mondo, noi in che regime viviamo? alla prossima lettera .