Magazine Cinema

Speciale Cinema – Recensione No di Pablo Larrain

Creato il 20 febbraio 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

no

 NO è il film che conclude la trilogia sulla dittatura in Cile di Pinochet ad opera del talentuoso regista cileno Pablo Larrain. Il regista dichiara: “Questa è una storia epica, la storia di un trionfo. Il mio film racconta come i cileni abbiano sconfitto un dittatore – probabilmente uno dei più grandi bastardi che la storia dell’umanità possa annoverare.”
Con NO, Pablo Larrain fa il salto di qualità innanzitutto nella scelta del suo attore protagonista, un Gael Garcia Bernal che riesce come sempre a penetrare lo schermo. Siamo nel 1988 ed il Cile ha finalmente la possibilità di decidere con un referendum se far proseguire la dittatura di Augusto Pinochet per altri 8 anni oppure NO. Lo scopo del referendum indetto dallo stesso Pinochet sarebbe quello di dimostrare per l’ennesima volta la sua forza ed il suo dominio incrollabile sulla popolazione cilena. Quello su cui Larrain si sofferma è una campagna pubblicitaria senza esclusione di colpi.
Il partito di opposizione per la prima volta ha a sua disposizione uno spazio pubblicitario di 15 minuti sebbene non possa competere con i collaudati meccanismi di potere di Pinochet. La campagna viene affidata a un giovane pubblicitario anticonformista: René Saavedra (Gael Garcia Bernal). Il regista affronta in modo originale uno dei momenti di svolta della storia cilena recente e non solo. Il film è girato con una telecamera dell’epoca di modo che il passaggio alle immagini di repertorio passi sullo schermo in modo del tutto impercettibile.
Il vero motore del film è l’irruzione del linguaggio pubblicitario. Il partito di opposizione è fermo su posizioni stantie che l’impulsivo Renè tenta di scardinare. Quest’ultimo è convinto che fare continuo riferimento ai desaparecidos, ai morti e alla sofferenza, naturali conseguenza di tutte le dittature, non aiuti le persone a guardare al futuro e quindi a decidere di metter fine all’era Pinochet. Dunque, evitare di riproporre le gravi colpe del dittatore non significa negarne l’esistenza ma proporre al popolo l’alternativa di un futuro diverso fatto di gioia e speranza (non a caso uno degli spot dell’epoca recitava “Cile, l’allegria che viene!”). Erano gli anni in cui entrava in scena il forno a microonde e sono il massimo dell’ironia le sequenze in cui Renè ammira stupefatto assieme al nipotino questa straordinaria invenzione.
Proprio quando emerge la forza pubblicitaria dell’opposizione, il regime inizia a temere la sconfitta e le proverà tutte pur di salvare il salvabile (scontri di piazza e violenza di stato inclusi) ma non servirà a nulla. Il NO prevarrà con il 56 per cento dei voti.
La trilogia è composta da altri due interessanti lavori come Tony Manero e Post Mortem entrambi interpretati da Alfredo Castro, versione sudamericana di Al Pacino, che offre delle prestazioni stimabilissime in entrambi i casi tratteggiando personaggi bizzarri ma drammatici nello stesso tempo forse perché come diceva Samuel Beckett “Non c’è niente di più comico dell’infelicità.” Entrambi raccontano lo stato di alienazione e di barbarie che caratterizzava la vita della gente comune durante gli anni del regime di Pinochet.
Con Tony Manero siamo a Santiago Del Cile nel 1979 ed il protagonista è Raul Peralta, un patetico cinquantenne che ha un solo progetto nella vita ovvero quello di imitare il personaggio della Febbre del Sabato Sera interpretato da John Travolta, l’indimenticabile Tony Manero. Il film non è solamente il racconto di quanto la cultura occidentale, e nello specifico quella statunitense, abbia influenzato il povero Sudamerica nonostante il periodo di chiusura. Esso è piuttosto un film atipico nella rappresentazione degli orrori della dittatura di Pinochet, dello svuotamento morale di un uomo che si muove tra crimini efferati e passi di danza senza sperimentare alcun tipo di rimorso. Pregevole anche la sottolineature dell’impotenza sessuale ed il decadimento fisico del protagonista che sta a significare l’impotenza vitale di quest’ultimo che cerca in tutti i modi di tornare a galla. Raul è un perdente ma ha un ideale, la sua è una lucida follia. Le ambientazioni sono scarne, la fotografia buia, cupa e desolata, la messa in scena minimalista.
Post Mortem è forse il film più tetro, difficile e duro della trilogia. Uscito nel 2010, è la storia di Mario Corneo che lavora come funzionario all’obitorio dove trascrive le autopsie e si innamora della ballerina di cabaret Nancy Palma, sua vicina di casa. Sono i giorni del colpo di stato e l’obitorio si riempie di cadaveri, non vi è nessuna traccia della famiglia di Nancy che si rifugia nel cortile della casa di Mario, che le porta cibo e sigarette. Mario è un uomo anonimo che si ritrova ad essere unico testimone della storia del suo Paese perché un giorno tra gli innumerevoli cadaveri si troverà a di fronte a quello del Presidente Salvator Allende.
I militari vigilano sull’operato dei funzionari dell’obitorio cercando di accreditare per lo più la tesi del suicidio per molti dei morti soprattutto nel caso di vittime illustri come Allende. L’amore di Mario per Nancy si trasforma in odio quando la ritroverà in compagnia di un altro ed accumula dinanzi la porta del rifugio il maggior numero di rottami possibili condannando a morte i due prigionieri. L’ignavia di Mario dinanzi alla morte, alle pressioni dei militari rappresenta proprio il tacito consenso di un paese straziato in contrapposizione alle urla di esasperazione dell’infermiera Sandra che preferisce farsi ammazzare piuttosto che assistere a questo scempio. Mario invece no, lui è interessato solo a ritagliarsi il suo spazio vuoto senza alcuno scrupolo di coscienza proprio come Raul in Tony Manero.
Pablo Larrain è un regista giovane di soli 37 anni che già fa grande cinema, la sua trilogia è un grande esempio di innovazione e le sue doti sono da tenere d’occhio. Le sue capacità di racconto sono notevoli proprio perché inedite ed efficaci. Tony Manero ha trionfato al Torino Film Festival nel 2008, Post Mortem aveva rischiato di vincere il Leone d’Oro mentre NO ha ricevuto un’ottima accoglienza al London Film Festival. Questa settimana vi è stata la premiere a Madrid ed è uscito nelle sale di mezza Europa oltre a poter vantare una nomination agli Oscar come miglior film in lingua straniera. L’uscita nelle sale italiane è prevista per il 18 Aprile.

di Rossella Maiuccaro


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :