L'ultima ora di Zexim
Proprio io, Zexim Ghur'na, unico eletto sotto la luce di Kuhn. Nonostante tutto, stento ancora a crederlo. Eppure i miei anni sono costellati di fatiche e privazioni, di devota obbedienza alle sue leggi, di duri allenamenti per temprare il fisico e notti insonni per formare la mente secondo le sacre scritture. Ho fatto tutto ciò che potevo per seguire la sua volontà, per conquistarmi questo onore. La dea dice di chiamarsi Yuja. Non mi pare di ricordare che sia mai stata menzionata nei testi dei profeti, almeno con questo nome. Mi ricorda Thenn, figlia di Khun e protettrice di Nabukko, ma in fin dei conti non importa il suo nome o come suol farsi chiamare dai mortali: sono certo che sia davvero una dea, lo sento nell'animo. Dice d'essere stata lei a scegliermi, ma io so che in verità s'è fatta messaggera d'un destino da tempo deciso, che Egli ha voluto per me fin da quando sono venuto al mondo. La luce di Kuhn ha sempre illuminato il mio cammino, così come guida le scelte di esseri grandiosi come Yuja. Ed è venuta, questa sua Dea, a domandare la mia vita terrena affinché io incarni la potenza di Nabukko e del mio popolo nei regni oltre la morte, ove mi servirà per difendere questo mondo sacro tra i sacri. Presto morirò monaco per rinascere guerriero, ma quale prova dovrò dunque affrontare? Saranno forse sfide nei suoi regni celesti, empie mostruosità da abbattere, oscuri eserciti da combattere? Saprò certamente essere pronto, ho speso la vita per questo, ma il dubbio dell'ignoto m'attanaglia e m'inquieta. Il dubbio. Peccaminoso vizio, debolezza dei mortali che mi colse anche di fronte all'inesorabile rallentare di questo mio mondo, durante l'allungarsi dei giorni e delle notti. E che feci allora, quando l'apocalisse sembrava sempre più vicina? Mi chiusi nelle grotte, ove sono le torce a decidere quand'è notte oppure giorno, e là attesi e pregai. Pregai, sopravvissi, e alla fine vennero a chiamarmi per dirmi che una dea m'aveva scelto. Nabukko s'è fermato, ma è ancora vivo e ha bisogno di me. Per questo non dovrei avere più dubbi e debolezze, e anzi le scaccerò presto dal mio cuore. Non dovrò mai dimenticare che fino a quando camminerò nel suo sentiero e farò la sua volontà, Egli mi sarà accanto. La mia fede non vacillerà di fronte a nulla, lo pregherò e lo loderò per il bene del popolo che scelse, e so che mi darà la forza di sconfiggere qualsiasi nemico e superare ogni ostacolo. Egli sa quanto m'è costato giungere fino a qui, mi sono impegnato a servirlo da sempre, e questa è la più grande delle chiamate a cui avrei mai potuto ambire. Ed è ora il tempo per l'ultima preghiera da mortale, per ascendere al cielo e pregare ancora tra gli dèi, sempre più vicino al suo regno celeste. Per Nabukko e per Yuja messaggera di Kuhn, per i profeti del passato e per i devoti del presente, per i secoli che furono e per quelli che saranno. Kuhn, io sono pronto.