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SPENDING REVIEW… ossia: come mettere ancora le mani nelle tasche degli italiani.

Creato il 28 novembre 2013 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

di S.L.J.

spending
Evviva. Dopo tanto studiare, fare, disfare, siamo arrivati finalmente alla soluzione finale, al rimedio per tutti i mali della nostra povera economia malata: la spending review.

Intanto dovrebbero spiegarci il motivo per ci si ostina a usare termini stranieri per indicare qualcosa di italianissimo, chiamiamola quindi “revisione di spesa”, così anche le persone più anziane (che difficilmente nella loro vita hanno avuto modo di studiare l’inglese a scuola) sono in grado di capire dove i nostri governanti vogliono andare a parare.

E ci andrebbe anche bene se questa revisione di spesa andasse a toccare realmente quei settori dove lo scialo è più che evidente, dove le falle sono ormai irreparabili, dove la fuoriuscita di linfa vitale è sempre di più quella che viene dalle vene del popolo.

Spesa pubblica: si parla di diminuzioni di personale nelle pubbliche amministrazioni “con il mantenimento degli standard dei servizi”. Perfetto, forse pensano che un impiegato che ha un contratto per 36 ore settimanali possa coprire il servizio che si fa in 3. Soprattutto la domanda che fa capolino nelle menti di tutti è: il famoso 10% da “tagliare” saranno i dipendenti fannulloni e profittattori (pochi in realtà, ma che fanno tremendamente notizia a scapito dei tanti che invece fanno puntualmente il loro lavoro) o si procederà anche in questo caso (come spesso è successo nelle riqualificazioni, concorsi interni e quant’altro) avendo riguardo a parentele, favori fatti e ricevuti, raccomandazioni… al solito leccaculismo, in poche parole?

Se i dipendenti rischiano il 10%… i dirigenti/direttori vedono traballare il 20% dei loro posti. E anche qui la domanda è: resteranno quelli che veramente valgono e fanno l’interesse dell’Amministrazione o resterà lo stuolo di iper-raccomandati, super-indagati e quelli che hanno più avvisi di garanzia? Eh già! Non stupitevi! Ai comuni mortali che vincono un concorso chiedono una fedina penale immacolata e carichi pendenti zero, altrimenti si rischia di non avere quel posto anche solo per una denuncia presa per una rissa da minorenni. Però poi ci sono persone che coprono posti di altissima responsabilità e che hanno al loro attivo 5, 6 o a volte anche 7 avvisi di garanzia che “passeggiano” in un’area infinita di reati. Bisogna dunque pensare che ciò che per un comune mortale è impedimento per l’accesso al pubblico impiego, per altri costituisce invece titolo preferenziale? Misteri delle leggi.

Mobilità: parola magica a cui spesso i dipendenti hanno fatto ricorso per riavvicinarsi ai luoghi d’origine, per andare a coprire vacanze di posti in altre amministrazioni… parola che non è mai stata ascoltata e accolta se non nei casi dubbi già citati sopra.

Tra i tagli alla spesa pubblica rientrano anche le spese postali e quelli per i consumi energetici. Ora se i primi possono al limite essere anche accettati (siamo nel terzo millennio, la posta si muove in rete attraverso le e-mail che hanno svariati vantaggi quali ricezione immediata e possibilità di certificazione, quindi ove è possibile perché fare inutile scempio di carta?), per quanto riguarda i secondi… sono quanto meno improponibili. Su cosa vogliamo tagliare? Sugli orari di accensione dei computer o su quelli dei condizionatori o dei riscaldamenti? Su quelli degli ascensori? Sull’illuminazione degli uffici? Sulle fotocopiatrici piuttosto che sugli scanner?

La migliore espressione della fantasia economica è comunque data dai tagli sulla sanità! Diventa definitivamente un lusso essere ammalati. Già il governo Prodi (altro grande genio della finanza!) aveva introdotto il balzello sul ticket. 10 euro in più forfetari su quelli che erano i ticket imposti su prescrizioni per esami clinici, pronto soccorso. Ora non contenti di questa genialata, ne aggiungono un’altra: la riduzione delle esenzioni per reddito (perché fare invece accertamenti approfonditi preventivi, al momento della richiesta sarebbe cosa troppo intelligente). Ma cosa faranno? Abbasseranno la soglia di reddito che consente l’accesso all’esenzione? O metteranno in moto finalmente la macchina della Guardia di Finanza per accertare chi realmente ha diritto a quell’agevolazione? Idem dicasi per le pensioni di invalidità date a profusione a ciechi che guidano, storpi che fanno atletica, sordi che suonano e chi più ne ha più ne metta. Compresi quelli che, operati di ernia, hanno avuto la pensione di invalidità civile in cambio di voti alle elezioni comunali.

Diventa ancora di più un lusso essere ammalati… e va ancora bene che non si attacchino alle esenzioni per patologie importanti. Un capitolo a parte meriterebbero le lobbies farmaceutiche le quali, pur di non perdere la preziosa preda rappresentata dai malati gravi, si accaniscono contro il metodo Stamina, che in alcune patologie pare abbia già sortito ottimi effetti. E allora anche lo Stato ci mette del suo e nega la cura sperimentale a malati che, con la medicina tradizionale e ufficiale, non hanno ottenuto nessun risultato. E allora, citando il grande Renato Zero, dico che  “non puoi capire i perdenti col tuo culo, amico mio.”

Chiediamoci in quali tasche stanno affondando nuovamente le mani e rispondiamoci senza mentire a noi stessi. Le tasche sono le nostre; continuano a rapinarci senza vergogna mentre quel maledetto buco di bilancio potrebbe essere chiuso se i mille e più “signori” che siedono (e dormono!) sugli scranni del Parlamento e del Senato fossero ridotti a un terzo e si accontentassero di uno stipendi di un quarto di quanto prendono ora (1000 persone a 20.000 euro al mese di media ci costano 20.000.000 di euro al mese, ossia 240.000.000 di euro l’anno –e parliamo solo di stipendi- riducendoli a 300 a 5.000 euro al mese, arriviamo a 1.500.000 euro/mese ossia 18.000.000 euro/anno). Ecco… fatevi due conti… una legislatura e si tappa il buco grosso come la falla della Costa Concordia che i nostri Governi hanno creato nell’arco dei decenni.

Sembra davvero che la leggenda che aleggiava su Nottingham si sia trapiantata nel nostro Paese, abbiamo lo Sceriffo, abbiamo i suoi tirapiedi, abbiamo perfino il Principe Giovanni.

Tagli alla spesa pubblica, alla sanità, all’istruzione, ai trasporti dunque… quel che ci chiediamo (e non senza ansia) è quindi… a quando dei concreti tagli di teste?

Non disponendo di un novello Robin Hood… monsieur Guillotin sarebbe lieto di prestare metaforicamente la sua opera.



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