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Spirito creolo e charme francese: Guadalupa e Martinica

Creato il 25 gennaio 2012 da Inguaribile @inguaribile
Spirito creolo e charme francese Guadalupa Martinica

Spirito creolo e charme francese: Guadalupa e MartinicaSpirito creolo e charme francese:
Guadalupa e Martinica

Come sentirsi (quasi) a casa, lungo gli arenili candidi affacciati sul mar dei Carabi.


Salve inguaribili viaggiatori, oggi continuo a farvi sognare con il mare d'inverno e vi ricordo lo slogan delle isole Antille ovvero “tutto quello che ci si può aspettare da una vacanza tropicale alle Antille, ma con un tocco di charme francese in più”.
Spirito creolo e charme francese: Guadalupa e MartinicaLunghe spiagge immacolate, acque turchesi, piantagioni coloniali, foreste tropicali, ma anche la cultura creola, l'architettura in legno colorato, la cucina speziata e la biguine, la musica che fa da sensuale colonna sonora.
Il viaggio ideale può partire dalle isole della Guadalupa.
Basse-Terre, montagnosa e coperta dalla foresta tropicale, e Grande-Terre, completamente diversa, piatta e calcarea. Sono separate dal braccio di mare della Rivière Salée e, viste dall'alto, ricordano la silhouette di una grande farfalla che dispiega le sue ali tra il Tropico del Cancro e l'Equatore.
Fanno da contorno alla farfalla l'isola di Désirade, protetta da lunghe barriere coralline, Les Saintes, dove i ritmi di vita sono ancora quelli di una volta, e Marie-Galante, con le piantagioni di canna da zucchero.
Tutti luoghi che hanno una personalità diversa, ma sono uniti da un filo rosso: quello della scelta di un turismo ecologico e sostenibile.


Dal 2006, infatti, i principali operatori, alberghi e ristoranti hanno sottoscritto una carta comune che punta sulla qualità dei servizi, anche declinata agli ospiti portatori di handicap e disabilità. Un modo per far conoscere l'arcipelago a un pubblico sempre più ampio, senza però comprometterne il delicato equilibrio ambientale.
A partire dal parco nazionale, che custodisce gran parte della foresta tropicale e dei rilievi vulcanici di Basse-Terre.
Un paradiso da scoprire a piedi, attraverso un reticolo di quasi trecento sentieri, chiamati traces, come quello che parte da Saint-Claude e porta in cima al vulcano la Soufrière, che con i suoi 1487 metri è la vetta più alta delle Piccole Antille.
La forza primordiale della natura sir espira anche nella riserva naturale del Grand cul-de-sac marin, un santuario tra Grande-Terre e Basse-Terre dove mangrovie, foreste paludose e lagune di acqua dolce sono separate dall'oceano dalla barriera corallina. Un habitat ideale per fregate, pellicani, colonie di aironi che dal 1992 è protetto dall'Unesco come riserva della biosfera.
Negli ultimi anni, accanto alle avventure nel cuore della foresta si sono affermate anche quelle di mare, che riservano bellissime sorprese, come l'incontro con i capodogli nella zona di Pointe Noir o quello con le grandi onde di Anse-Bertrand, da affrontare con la tavola da surf. Da dicembre a maggio le condizioni di visibilità e temperatura dell'acqua sono perfette per ammirare banchi di pesci tropicali che nuotano tra i coralli multicolori.
Il luogo migliore per vedere questo spettacolo è la riserva Jacques Cousteau, nella Basse-Terre, vicino agli isolotti di Pigeon. Si raggiungono in kayak da Malendure e sanno emozionare sia i sub più esperti, che possono spingersi fino a punta Carangue o verso il relitto Franjack, sia chi ama nuotare con maschere e pinne,

osservando i fondali come se si fosse immersi in un acquario.
Scendendo di latitudine s'incontra un'altra isola che mescola lo charme francese e il carattere creolo, Martinica. I primi abitanti, gli indigeni Arawak, la chiamavano Madinina, l'isola dei fiori. È il luogo dove nel 1887 si rifugiò Paul Gauguin (i suoi libri e le sue lettere sono ancora oggi custoditi nel museo a lui dedicato) e che ha dato i natali ad Aimé Césaire, per 40 anni leader del Paese, considerato il Dante caraibico.
Spirito creolo e charme francese: Guadalupa e Martinica
Ma l'essenza di quest'isola, lunga solo 80 chilometri, si assapora nel gusto di cannella del suo rum, considerato uno dei migliori al mondo. A differenza degli altri rum, infatti, è ricavato direttamente dalla canna da zucchero. Si fregia dell'appellativo di rhum agricole ed è l'unico ad aver ricevuto la denominazione d'origine controllata.
Per conoscere questo concentrato di natura e cultura martinicana si può percorrere la strada che ne porta il nome. Il periodo migliore è fra marzo e giugno, quando inizia il taglio della canna, le distillerie si mettono al lavoro e nell'aria si diffonde un delizioso profumo di caramello.
L'itinerario si snoda tra piantagioni e distillerie, ma è anche un'occasione per conoscere le bellezze dell'isola, come la spiaggia di Diamant, contornata da palme e mandorli, o la Maison de la Canne, il museo della canna da zucchero a Trois- Ilets, il villaggio di pescatori che ha dato i natali a Josephine Tascher de la Pagérie, che fu la prima moglie di Napoleone e imperatrice di Francia.
La leggenda racconta che Josephine amava immergersi nelle acque di Le François e sorseggiare un bicchierino di rum nei fonds blancs, i punti dove l'acqua è bassa e il fondale è sabbioso.
Ancora oggi qui si può provare la stessa emozione, facendosi servire un Ti Punch, l'aperitivo a base di rum, sciroppo di canna e lime, direttamente in mare.
Lungo la strada del rum, che taglia l'isola da nord a sud, l'attrazione principale è l'Habitation Clément, una distilleria del XVIII secolo, magnifico esempio di archeologia industriale, che vanta una collezione di bottiglie tra le più ricche dell'isola. Il prezioso distillato è anche l'ingrediente di molte ricette tipiche, come le banane flambé o la noce di cocco al rum. Le migliori sono quelle preparate da Tante Arlette, nel suo ristorante a Grand-Rivière.
Ex panettiera e collezionista di antiche ricette locali, è una delle migliori rappresentanti della cultura gastronomica creola.
Un altro evento da non perdere è il Tour des Yoles rondes, la regata che si svolge nel mese di agosto. Prende il nome dall'imbarcazione tipica, con la vela rettangolare, una lunghezza tra gli 8 ed i 10 metri e l'albero maestro in legno tropicale ritorto.
Dura sette giorni, con tappe nei principali porti che si trasformano in grandi teatri all'aperto, con i tifosi che indossano cappello e maglietta coi colori della barca del cuore.
Una specie di Palio di Siena itinerante, ma in versione marinara, che prevede musica, sfilate e feste a cui partecipano - con molto piacere - anche i turisti.
Alla prossima meta.
inguaribile.viaggiatore(at)yahoo.it
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