Dall’archivio del Bar Frankie, pubblicazione originale del Novembre 2012.
Lo sport, o meglio gli spettacoli di intrattenimento di massa, sono stati da sempre ben visti e utilizzati dalla politica per cercare consenso o per calmare le folle. Già nell’antico impero romano i giochi gladiatori che si tenevano più o meno periodicamente nelle varie arene avevano come scopo principale quello di divertire la plebe per calmarla e per cercarne il consenso. Molto spesso veniva distribuito anche cibo per cercare di portare le masse dalla parte dell’imperatore o del potente di turno. In epoca moderna tutto è cambiato… per non cambiare nulla. I grandi avvenimenti sportivi vengono spesso utilizzati per cercare di spostare l’attenzione planetaria dai problemi. Secondo me è emblematico l’esempio delle olimpiadi di Pechino del 2008. Per parecchio tempo si è parlato della perfetta organizzazione cinese, dello sfarzo delle cerimonie di apertura e chiusura e della validità delle infrastrutture, sviando dai grandi problemi che il colosso asiatico ha: mancanza di diritti umani, povertà per la maggior parte della popolazione e … il caso tibetano. Agli atleti era proibito parlare di queste cose durante i giochi.
In Italia alcuni politici hanno utilizzato il nostro sport nazionale per cercare consenso sia in maniera diretta, comprando società di calcio per portarle ai massimi livelli nazionali e mondiali che in maniera indiretta, presenziando a tutte le partite di una determinata squadra. Non è un mistero che la maggior parte delle tifoserie organizzate italiane sono molto politicizzate, sia di destra che di sinistra con il rischio di creare clientele o truppe cammellate per il politico o partito di quella parte. Per esempio non vedo il motivo per cui il nostro parlamento dovrebbe discutere la legge per costruire stadi e in generale impianti sportivi in deroga ai piani regolatori locali. La costruzione di uno stadio nuovo porta molti soldi e il consenso dei tifosi di quella squadra.
Molti sportivi, finita la carriera agonistica, hanno intrapreso la carriera politica pensando di poter trarre vantaggio dalla fama che hanno raggiunto presso il pubblico. In Italia gli esempi più famosi sono Rivera e Galli. In ambito mondiale invece i casi si sprecano: Weah che ha addirittura tentato di diventare presidente della sua Liberia, Kaladze e Shevchenko hanno tentato l’avventura parlamentare nei rispettivi stati di origine e, ultimo in ordine di tempo il pugile campione del mondo dei pesi massimi Klitschko che è stato eletto nel parlamento ucraino. Ricordo che il parlamento ucraino è famoso per la litigiosità dei suoi parlamentari, ora voglio vedere chi ha il coraggio di attaccar briga con il campione.
Ormai la società moderna è troppo complicata per poter dividere in comparti stagni le varie parti che la compongono. Lo sport, il più grande spettacolo di intrattenimento di massa, non può essere un caso a parte. Ormai sono troppi gli interessi in ballo e la possibilità che offre di spostare l’opinione pubblica da una parte o dall’altra. Ormai i politici moderni, almeno nella maggior parte, sono diventati dei professionisti della comunicazione pronti a sfruttare ogni occasione per farsi notare e apparire. Bene o male l’importante è che se ne parli. Così vediamo spesso protagonisti della vita pubblica partecipare a trasmissioni sportive, molti “onorevoli” sono stati ospiti fissi di Biscardi o delle varie trasmissioni Rai e Mediaset, così come ad ogni grande evento la tribuna vip di turno pullula di uomini e donne delle istituzioni.
Sta a noi dare il giusto peso alle cose e non farsi influenzare dalla sovraesposizione di certi personaggi.