Spunta il dossier scrittura nuragica: e va tutto a gambe all’aria
Creato il 26 luglio 2012 da Zfrantziscu
di Stella del Mattino e della Sera
[...] danno la misura di quanto velocemente nuovi documenti entrino a far parte del dossier
sulla “scrittura“ nuragica […]
Boom!!
[…] Io ho scoperto i primi segni di scrittura sui reperti nuragici nel
lontano 1967 inseriti poi nella mia tesi di laurea[...] Boom al quadrato!!
Questa
volta il famigerato Gigi Sanna non c’entra, né c’entra la candida Atropa - che
si fa fregare da falsari di stato i quali mettono apposta reperti scritti in
bacheche di musei. Chi pronuncia le parole impronunciabili sono due
archeologi medagliati e tutto: Paolo Bernardini e Giovanni Ugas. Come spesso accade quando si infrange un tabù
e complice la canicola, la frase proibita - scrittura nuragica – rischia di
diventare il tormentone dell’estate. Il tutto mentre il principale indiziato si
arrostisce al mare. Ci sono solo alcuni problemi di orientamento (vd. figura):
grecizzante Ugas, in tunica con spacco laterale, ci propone il nome AISHA per
lo spillone
di Antas (bello, lo suggerirò a mia
nuora per la nascitura!); più sobrio, seppur elegante, Bernardini, nei rossi
colori dei Fenici. Gira e rigira, l’odioso manufatto nuragico più che uno
spillone è una vera e propria spina nel fianco degli Ermeneuti.
Non
conta: la pista greca ha qualche difficoltà, dice Bernardini, ma può andare
uguale. L’importante è prescindere “dalle sconclusionate e deliranti affermazioni che impestano una certa
pseudocultura locale” . Però mi sembra che si prescinda anche da ciò che il
dr. Minoja ha fatto dire al dr. Giro: [..]come ben esplicitato in tutti i testi scientificisulla civiltà nuragica, questa non ha mai conosciuto
la scrittura[..]. E’ lecito quindi derivare che Bernardini e Ugas non scrivono testi
scientifici? Un qualche dubbio ci assale, perché in quale testo scientifico si può mai scrivere certe frasi?
a. [..]La stele iscritta e il più piccolo frammento di iscrizione da
Nora, con la loro datazione fluttuante
tra l’XI e il IX-VIII sec. a.C.[..]
b. [..]Non sarà lecito, in ogni caso, utilizzare la presenza o l’assenza
dell’esperienza scrittoria come criterio ideologico di valutazione della
complessità e maturità di una cultura; non sarà banale ricordarlo in un’epoca
che ancora molto fatica a liberarsi dai ceppi atroci del colonialismo e del
razzismo [..]
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