Il giudizio di Marco GoiSummary:
Stalker è una delle serie thriller più accattivanti in circolazione. Intendiamoci, non stiamo parlando certo di un nuovo capolavoro televisivo, però la serie, pur rispettando le regole del genere crime procedural con episodi autoconclusivi, riesce a catturare l’attenzione (quasi) a ogni puntata e risulta un prodotto di intrattenimento riuscito. Non stupisce allora trovare come creatore di Stalker Kevin Williamson, uno che, tra Dawson’s Creek, The Vampire Diaries e The Following, di guilty pleasure televisivi è un autentico maestro. Come sempre capita nelle serie da lui firmate vi è una notevole cura nella scelta delle canzoni che fanno da colonna sonora e, per quanto riguarda Stalker, ha compiuto una scelta particolarmente singolare.
I pezzi che accompagnano i momenti musicali più significativi della serie, in genere suonati in chiusura degli episodi, sono quasi tutti delle cover. Brani famosi riletti in una chiave nuova, spesso intima e delicata. Prendiamo il pezzo che accompagna il finale del pilot: si tratta di una dolce rilettura di “Creep”, il celebre brano dei Radiohead rifatto poi da molti altri, persino da Vasco con la sua “Ad ogni costo”. “Creep” ci viene qui proposto da Michelle Branch, oggi cantautrice folk-country affermata, ma nota in Italia più che altro per la pop hit del 2001 “Everywhere”. Molto affascinanti e suggestive anche gran parte delle altre cover proposte nel corso dei finali dei successivi episodi della prima stagione di Stalker. Si va da “Be My Baby” delle Ronettes ricantata da Snow Hill alla scatenata “One Way or Another” dei Blondie, decisamente rallentata dagli Until the Ribbon Breaks nella loro intensa reinterpretazione, dal successo anni ’80 di Pat Benatar “Love is a Battlefield” fatta da Wrongchilde featuring White Sea alla cover proposta da Avila di “Dream On” degli Aerosmith, da “Enjoy the Silence” dei Depeche Mode riletta dai Denmark + Winter a “Eternal Flame” delle Bangles nel remake sempre di Snow Hill.
Tutti pezzi molto celebri, melodie famigliari che suonate in una nuova versione assumono spesso un effetto straniante e in alcuni casi molto inquietante. Diversi pezzi, come “Don’t You (Forget About Me)” dei Simple Minds rifatta dagli Hollywood, Mon Amour featuring Leelou o “Every Breath You Take” dei Police riproposta ancora dai Denmark + Winter o “I Want You to Want Me” dei Cheap Trick qui cantata da Gary Jules, assumono un significato nuovo, e particolarmente adatto a livello di testi, se li immaginiamo dal punto di vista degli stalker protagonisti dei vari episodi. Una mossa perfetta per aggiungere mistero alle vicende thriller raccontante dalla serie. Kevin Williamson si conferma quindi maestro non solo nel creare contagiosi guilty pleasure tv, ma pure nel selezionare colonne sonore maledettamente efficaci.
di Marco Goi per Oggialcinema.net