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Stamina, la speranza tradita

Creato il 20 dicembre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

La vicenda “Stamina” continua. Le recentissime e pungenti rivelazioni dei verbali dei Nas e degli organismi scientifici istituzionali, fino ad ora rimasti secret rati, rivelano come le cellule staminali presenti nelle misteriose infusioni del metodo Stamina siano solo poche tracce e come non venga fornita alcuna spiegazione, tantomeno scientifica, su come queste cellule mesenchimali del midollo si trasformerebbero, in sole due ore, in cellule celebrali e dei tessuti nervosi, in grado di riparare i danni provocati da malattie neuro degenerative, tipo la Sla.

Le carte inoltre dimostrano come il pericolo di contrarre malattie infettive ( HIV ad esempio) sia tutt’altro che una risicatissima possibilità; ma a generare ancora più sconcerto è la dichiarazione del presidente dell’Aifa, Luca Pani, secondo cui sarebbe stato utilizzato del siero fetale bovino per la coltura delle cellule. Tecnica di per sé non proibita, anche se sconsigliata, purché il siero provenga da animali allevati e sacrificati in Paesi privi di Bse, la cosiddetta sindrome da mucca pazza, al fine di evitare rischi di contagio. Ma nessuna di questa informazione è stata fornita alle autorità competenti.

Ecco che allora bisognerebbe iniziare a domandarsi cosa realmente venga somministrato ai pazienti, paradossalmente firmatari del consenso informato, e quali siano i concreti effetti benefici della cura Stamina

Intanto a Torino, il procuratore Guariniello sta indagando sulla presunta truffa ai danni della famiglia di una bambina di 11 anni affetta da paralisi cerebrale infantile. Quattro anni fa, non avendo altre speranze a cui aggrapparsi, i genitori della suddetta si affidarono al professor Vannoni che, con miracolosa sicurezza, ostentava già i suoi primi successi. Per l’intera prestazione il Vannoni si accontentò della modica cifra di 40.000€, ma ad oggi neanche risultati modesti si sono potuti apprezzare. Altroché tornare a correre, come il professore promette a tutti i suoi clienti.

Talvolta, soprattutto in situazioni disperate, ci si impone che ogni possibilità, e quindi ogni speranza, anche azzardata, venga vagliata. Perdendo il senso del discernimento, si pretende, con un misto di volontà e speranza, che rimedi, tutt’altro che garantiti, debbano comunque essere adoperati. Ci si preferisce affidare ad uno sconosciuto guaritore, mettendo in dubbio l’intera comunità scientifica, pur di potersi dopo autogiustificare nella sicumera di aver tentato tutto il possibile, anche se inutile e dannoso.

Non rimane che affidarci alla procura affinché decida se chi si fregia del titolo di professore non sia, purtroppo, un pericoloso truffatore.


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