“Non si può stare al governo con chi sta perpetrando il mio omicidio politico”. Ma non è un Matteotti che dice questo, bensì così dice Berlusconi ai suoi fedelissimi e anche ai suoi meno fedeli che preferiscono la poltrona del potere piuttosto di continuare a sostenerlo a tutti i costi. Questo dimostra come il suo volere stare al governo col Pd non era un fatto di altruismo per il bene del popolo, bensì un bieco calcolo opportunistico per salvare, per usare un eufemismo, il suo culo, in quanto sperava che appoggiando il Pd al governo, lo stesso, non avrebbe mai potuto abbandonarlo al suo destino. Ma pare che i suoi calcoli non tornino in quanto il Pd, antiberlusconiano da sempre, in questo caso fa solo quello che deve fare, se lo farà: non mischierà le vicende giudiziarie di Berlusconi con le sorti del governo del quale, del resto, i ministri pidiellini gli hanno confermato la maggioranza.
Resta da dire che è squallido un uomo che cerca di soggiogare il popolo impietosendolo tramite i suoi potenti media. L’ho già detto: Berlusconi dalla politica ha preso tantissimo, e una volta che la ruota si mette a girare nel verso sfavorevole una persona deve accettarlo con dignità. Fa parte del gioco di chi si è giocato tutto, come lui. Ma pretendere dignità dal personaggio è davvero qualcosa d’impossibile, a quanto pare.
E poi, a proposito di omicidi politici, diciamocela tutta: Berlusconi non è un Matteotti.
IL CRONISTA