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Stanno tutti bene – Everybody’s Fine – Kirk Jones

Creato il 14 gennaio 2014 da Maxscorda @MaxScorda

14 gennaio 2014 Lascia un commento

Stanno tutti bene - Everybody's Fine
Seguendo i commenti dei post, leggerete uno scambio di battute nei quali si parlava di questo "Stanno tutti bene", rifacimento USA dell’omonimo originale di Tornatore.
Avevo molte perplessita’ prima di vederlo, di carattere emotivo si badi bene ma prima o dopo dovevo finire qui.
De Niro e’ un pensionato vedovo da poco tempo, problemi di salute piuttosto seri e quattro figli ormai adulti sparsi per il continente nordamericano. L’occasione e’ un fine settimana nel quale tutti quanti tornano ad incontrarsi ma l’appuntamento sfuma quando i pargoli con una scusa o l’altra, non si fanno vedere.
E’ cosi’ che il vecchio padre si mette in viaggio con treni e autobus per raggiungere la prole lontana ma cio’ che doveva essere un viaggio di piacere, rivelera’ quanto gli era sempre stato taciuto: non c’e’ felicita’ nelle loro vite e purtroppo tra tutte, non sara’ la peggiore notizia.
Tornatore e’ uno dei pochi registi degni di questo nome rimasti in Italia – l’altro e’ Avati, in coda Salvatores e Leone Pompucci- e "Stanno tutti bene" e’ il suo film che amo di piu’, orgoglio superstite di un cinema nazionale disintegrato dove alcune schegge sopravvivono alla follia suicida che da un lato ha generato i Muccino, dall’altra i Zalone e in mezzo l’orrore dei Bellocchio. Dello "Stanno tutti ben" originale amo tutto, regia innanzitutto, poi la prova magistrale di Mastroianni che resta un riferimento assoluto, un esempio dal quale non prescindo parlando di cinema.
Chiaro che con queste premesse, non posso che essere molto molto critico, forse troppo verso il remake statunitense.
De Niro e’ bravo, mi costa ammetterlo per un attore che ormai e’ definitivamente uscito dalle mie grazie, anzi metto questa prova tra le prime cinque della sua carriera ma attenzione, non e’ Mastroianni e non intendo sull’interpretare un personaggio necessariamente diverso perche’ nulla puo’ avere in comune un vecchio siciliano con un esponente tipico della classe media americana ma e’ l’intensita’ che manca perche’ a monte manca in Jones l’idea del viaggio attraverso l’Italia, che e’ un viaggio nella sua societa’ e all’interno delle singole persone perche’ se la storia siamo noi a maggior ragione noi siamo la nostra terra e la nostra patria e il fallimento umano e’ il fallimento di uno Stato e oggi ormai a distanza di un quarto di secolo da quando usci’ il film, ce ne stiamo accorgendo. Mastroianni e’ immenso perche’ incarna tutto questo e come un anziano Atlante, carica sulle spalle il peso della sconfitta. Nel contempo la sua fede nella famiglia che lo acceca al punto di mentire a se stesso, e’ la sua massima forza, l’unica possibile per proseguire malgrado tutto. I figli di Matteo sono dei falliti e sanno d’esserlo, i figli di Frank no e se lo sono, non se ne accorgono e cosi’ il sogno americano resta intatto.
Il finale poi distrugge quel poco che a fatica la versione americana aveva preso dall’originale italiana ed eccoli tutti li’ contenti e sorridenti, tanti sorrisi e una lacrimuccia.
Questi sono tutti morti e ancora non lo sanno, qua da noi almeno guardiamo gia’ in faccia il nostro destino.
In Jones manca il sogno e l’incubo, manca l’onirico che infine resta l’unico contatto con la realta’, ponte e tramite tra due condizioni inconciliabili. Jones commuove con sapienza, Tornatore con poesia.
Il film di Jones e’ bello e toccante ma non e’ altro che un film, Tornatore ha messo a nudo l’anima di un uomo e di una nazione e percio’ resta ineguagliabile ed inarrivabile.

NB: l’idea sarebbe stata quella di riguardare anche l’originale di Tornatore ma non ce la faccio, mi manca oggi la forza e per la Bellezza ne serve davvero tanta.

Scheda IMDB


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