PC
Livello di Attesa
8
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Genere: Avventura, Gioco di Ruolo, Piattaforma
Sviluppatore: Chucklefish
Produttore: Chucklefish
Distributore: Digital Delivery
Lingua: Inglese
Giocatori: 1
Data di uscita: 2014
Nonostante la scorsa stagione natalizia abbia visto l’uscita di svariati titoli di un certo calibro, accompagnati dal debutto delle tanto agognate console di nuova generazione, gran parte dell’attenzione del mondo videoludico è stata letteralmente calamitata dal fenomeno Starbound, titolo indie che ha debuttato su Steam attraverso il programma early access. Scopriamo insieme tutti i dettagli di uno dei giochi più giocati sulla piattaforma di digital delivery targata Valve.
ODISSEA NELLO SPAZIOSebbene all’apparenza Starbound possa sembrare l’ennesimo tentativo di plagiare Terraria, va detto che il titolo si basa solo su meccancihe simili, ma prende una via leggermente diversa rispetto al titolo dei Re-Logic. Tralasciando infatti le meccaniche di base, che sono pressoché le stesse, in Starbound saremo in possesso di una piccola nave spaziale (sulla quale potremo tornare in qualsiasi momento), che non solo fungerà da nucleo operativo in cui depositare i nostri beni di valore, craftare nuovi oggetti e prenderci una breve pausa per riorganizzarci, ma sarà il mezzo fondamentale attraverso il quale, se in possesso di un quantitativo soddisfacente di carburante, poter viaggiare nello spazio, scegliendo una meta tra centinaia di pianeti, ognuno con caratteristiche, flora e fauna differenti tra loro. Ciascun pianeta è infatti caratterizzato da un bioma (magma, jungla, foresta, neve e così via) e un livello di minaccia, che indica, con un numero da 1 a 10, quanto sono pericolosi i suoi abitanti, così come segnala al giocatore maggiori probabilità di reperire oggetti e materiali più ricercati. Inizialmente potremo accedere ad un solo settore dello spazio esplorabile ma poi sbloccarne diversi altri semplicemente craftando oggetti particolari che ci permettono di evocare e distruggere il boss di turno, il cui loot ci consentirà di accedere al settore successivo, ricco di pianeti e con livello di difficoltà maggiore.
La caratteristica più interessante del titolo consiste però nel proporre al giocatore una gran quantità di situazioni diverse. Esplorando i vari pianeti non solo ritroveremo creature diverse tra loro, ma potremo imbatterci in laboratori sotterranei, templi alieni, edifici altamente tecnologici, città o semplici accampamenti. Insomma il titolo spinge il giocatore ad una continua esplorazione piuttosto che al fossilizzarsi in un’unica zona con il solo scopo di scavare come se non vi fosse un domani. Alcuni pianeti inoltre potranno essere esplorati solo in possesso di determinate abilità o indumenti (ad esempio i pianeti privi di ossigeno richiederanno un respiratore), mentre gran parte dei pianeti, la cui temperatura è particolarmente rigida, obbligano il giocatore a fermarsi spesso e volentieri presso una fonte di calore, poiché esporsi troppo a lungo la freddo ci porterà alla morte.
L’acquisizione di oggetti avverrà, al solito, tramite crafting, ma potremo di tanto in tanto imbatterci in alcuni negozi, come ad esempio le navi volanti dei pirati, sulle quali poter acquistare con i pixel ottenuti nuove e potenti armi da fuoco. I pixel sono una sorta di moneta, che non serivrà solo per la compravendita, ma anche per il crafting. Per accumularli bisognerà eliminare gli avversari esclusivamente con armi melee, ma sappiate che con la morte del giocatore perderete una buona parte dei pixel accumulati. Nel caso poi voleste aumentare la difficoltà, gli sviluppatori hanno inserito la possibilità di scegliere se perdere o meno tutti gli oggetti presenti nel nostro inventario nel momento della morte, o addirittura se impostare la permadeath, il che modifica in modo piuttosto interessante l’esperienza di gioco. È inoltre possibile giocare in multiplayer, infatti l’ultimo settore a disposizione, il settore X, avrà la modalità PvP perennemente attiva, consentendo quindi ai giocatori non solo di collaborare ma anche di combattere. Non è però finita qui, poiché il titolo supporta le tanto amate mod, alcune delle quali davvero molto simpatiche (ad esempio ci sono razze e costumi ispirate a Mass Effect), che sono in grado di allungare a dismisura quella che è la già ottima longevità del gioco.
Dal punto di vista tecnico il gioco è davvero ben realizzato, nonostante infatti mostri una grafica bidimensionale, la cura dei particolari e degli sprite vanno a creare una visione d’insieme decisamente bella da vedere. Discorso analogo per le musiche, che comprendono alcuni dei brani presenti in Wanderlust, che risultano tutte piacevoli all’ascolto.
IN CONCLUSIONEStarbound è un gioco divertente, capace di attirare tutti gli amanti dei crafting game grazie alle sue caratteristiche che lo rendono potenzialmente infinito. Viaggiare da un pianeta all'altro risulta sempre piacevole, vista la varietà di situazioni proposte e la possibilità di ottenere armi ed equipaggiamenti ancora più potenti. Se poi consideriamo il supporto alle mod e la grande capacità degli sviluppatori nell'ascoltare critiche e suggerimenti (davvero eccezionali da questo punto di vista), si può dire che Starbound è uno degli indie più promettenti tra quelli in uscita. Non resta altro da fare che aspettare la release ufficiale, che non dovrebbe stravolgere particolarmente la versione attualmente disponibile su Steam, se non aggiungendo nuovi boss e un sistema di quest.