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Stop Femminicidio: il giorno dopo

Creato il 26 novembre 2012 da Elenatorresani

Stop Femminicidio: il giorno dopo

Ieri, nell’auditorium delle scuole medie di Casalpusterlengo abbiamo dato vita a un bell’incontro, celebrando in modo intelligente la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne: informando, condividendo, ragionando, conoscendo.
E raccontando di quelle donne ammazzate quasi esclusivamente dai loro compagni e sempre per aver detto un no di troppo: punite per avere espresso un pensiero indipendente, per aver compiuto una scelta di rottura. Ammazzate da partner incapaci di accettare una separazione, o una parola scomoda.

Stop Femminicidio: il giorno dopo

Come ha osservato Marina Cosi di Giulia: “La prostituzione ad esempio non è una questione meramente sessuale: è sempre stato un fenomeno così diffuso anche perché è il modo attraverso il quale gli uomini ottengono il ‘Sì’ garantito, incapaci come sono di venire a patti con la libertà delle donne di negare un consenso”.
Donne ammazzate per una rinuncia alla mansuetudine, all’abnegazione, all’asservimento: quasi sempre per aver semplicemente smesso di amare il loro futuro assassino.
Si è parlato della cattiva informazione dei media, delle connivenze culturali e religiose, e dell’uso scorretto del linguaggio; della scadente formazione di molti creativi, che sanno creare campagne pubblicitarie deleterie; delle vergognose (e ormai perdenti) scelte aziendali che producono campagne di comunicazione degradanti per le donne e per tutti gli esseri umani dotati di senso della decenza e del buon gusto.

Stop Femminicidio: il giorno dopo

Si sono raccontate le dinamiche affettive che portano alla maturazione di situazioni di conflitto e di violenza, e dei numeri di queste tragedie sempre prevedibili ed evitabili.
Ringrazio tutte le persone che sono intervenute a riempire l’auditorium, le Donne in Circolo e il loro lavoro, coloro che hanno contribuito con un pensiero e condiviso un’emozione e i relatori, che hanno dato un senso a questo incontro e all’impegno degli ultimi mesi.
Il cammino è ancora lungo, soprattutto perché spesso a mancare non è solo la volontà di fare qualcosa, ma anche la consapevolezza che qualcosa vada fatta e perché: da parte delle donne stesse, e questo è gravissimo.
Diamoci da fare, e comportiamoci come ci ha consigliato Francesca Maria Montemagno di Pari o Dispare: come il colibrì, voliamo al fiume a raccogliere le gocce d’acqua mentre la foresta brucia e i grandi animali restano a guardare.


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