Stop Kony 2012. Ragazzini costretti ad uccidere i loro genitori a bastonate. Bambine obbligate ad essere delle schiave sessuali. 30000 (trentamila) bambini che non hanno futuro. E preferiscono morire.
Stop Kony 2012. Joseph Kony. Questo è il nome del capo di un movimento ugandese chiamato Lord’s Resi stance Army (Esercito di Resistenza del Signore). Secondo varie organizzazioni internazionali è il più malvagio criminale attualmente esistente, al primo posto. Per darvi un’idea, Gheddafi era 26esimo. E non era propriamente un santo.
La sua propaganda afferma di voler costituire uno stato teocratico basato sulla Bibbia e su i 10 comandamenti. Ma ovviamente non è così. Tra i suoi capi d’accusa che hanno un totale di 33, ben 12 sono di crimini contro l’umanità: omicidio, riduzione in schiavitù, schiavismo sessuale. Altri 21 invece appartengono al filone dei crimini di guerra: di nuovo omicidio, maltrattamenti e attacchi intenzionali di civili, saccheggio, induzione allo stupro di bambine, rapimento e sfruttamento di bambini.
Qual è il nostro obiettivo?
Sembrerà strano, ma noi non dobbiamo fare altro che renderlo famoso. Come disse Andreotti tempo addietro, e cito: “Non importa parlarne bene o male, l’importante è che se ne parli”. Se noi contribuiamo a rendere noto quello che fa ai bambini ed ai civili, il mondo intero non potrà non guardare, e fermarsi a pensare, a riflettere. Il movimento di protesta diffuso da Invisible Children ha ultimamente avuto un’enorme impennata, soprattutto grazie ai social network, Twitter e Facebook in primis. Tra le tendenze mondiali degli ultimi giorni su Twitter girano i vari ashtag (#) #stopkony #uganda e #stopkony2012. E cco che rispunta nuovamente forse il più grande potenziale della rete, la condivisione.
Vedete l’immagine?
Ce ne sono a migliaia di ragazzi come lui. 30000 (trentamila) per l’esattezza. E sono più di 26 anni che Kony continua ad arruolare bambini e ragazzi nel suo esercito, e a rapire le bambine per trasformale in schiave sessuali. Credo non debba aggiungere altro. Un’immagine vale più di mille parole. Ma credetemi, la foto che vedete è una delle meno crude, riguardo a ciò che fanno a quei poveri bambini.
Il video.
Vi riporto ora vari spezzoni tradotti di un’intervista a Jacob, un ragazzo di 14 anni usato come soldato. Poi vi linko il video integrale (in inglese) usato per mostrare al mondo gli orrori di Kony. Il video dura mezz’ora, ma vi assicuro che il vostro cuore vi farà reagire di fronte a tanto orrore.
Jacob: Abbiamo paura, i soldati arrivano e ci arrestano di nuovo e poi ci uccidono. Mio fratello ha provato a scappare ma lo hanno ucciso con un panga. Gli hanno tagliato la gola. (il panga è un macete, molto simile alla mannaia ma con una lama più lunga e stretta)
Intervistatore: Tu l’hai visto?
Jacob: Si, l’ho visto.
Altro baby soldato: Abbiamo paura a dormire nelle nostre case, perché viviamo lontani dai centri urbani e ci rapiscono.
Jacob: Ci prendono e ci buttano nei cespugli.
Intervistatore: Cosa vorrai fare quando crescerai?
Jacob: Io vorrei diventare un avvocato, ma non ho soldi per pagarmi le tasse scolastiche.
Jacob: E’ meglio se ci uccidete, e se è possibile farlo, fatelo! Noi non vogliamo restare.
Intervistatore: Non volete restare sulla terra?
Jacob: Siamo in pochi, nessuno si prende cura di noi, non andiamo a scuola quindi…
Intervistatore: Quindi preferisci morire piuttosto che restare qui sulla terra?
Jacob: Si
Intervistatore: Anche adesso?
Jacob: Anche ora. Come saremo nel nostro futuro?
Jacob parlando di suo fratello, esternando i suoi sentimenti se fosse ancora qui:
Gli voglio bene, ma adesso mi manca. Quindi vorrei incontralo. Non ci vedremo mai più qui, poi magari ci incontreremo in paradiso. Ma se potessi vederlo ancora una volta… (piange)
Il video originale e integrale della storia di Jacob e delle violenze di Kony (meraviglioso, veramente da guardare): QUI
Il sito di Invisible Children, promotore principale della campagna contro Kony: QUI
Donazioni ad Invisible Children: QUI
Un piccolo video in italiano che descrive la situazione per chi non avesse visto o capito quello in inglese: QUI
Dove poter firmare la petizione per fermare Kony: QUI
Davvero, condividete il messaggio. Non è faticoso, non costa nulla. Solo un semplice C O N D I V I D I.
Per fermare Kony, tutto il male che ha fatto, e per ridare almeno un po’ di speranze a queste incredibili persone.
#stopkony.
Autore: Asti Pedro