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Perché una storiella faccia effetto, i tempi sono fondamentali. Un decimo di secondo può fare la differenza fra un flop e l’effetto comico. Tutti sanno come i bravi attori, calcolando i tempi al millesimo, riescano a far ridere anche con storielle mediocri. Ma qualcos’altro può contribuire all’effetto comico: il momento e il luogo. Quando racconti una storiella nel momento e nel luogo appropriati si può dire che tutte le condizioni siano riunite per un successo planetario.
E’ successo a Bruxelles, dov’eravamo in transito per andare a Kigali. Quando siamo arrivati davanti all’hotel, splendidamente situato a 2 passi dalla Grand’ Place, ho chiesto a mia moglie: “Sai perché davanti agli alberghi belgi c’è sempre un mucchio di merda?” “…?” “Perché sulla porta c’è scritto SPINGERE.” Lei mi ha guardato un attimo con gli occhi sbarrati, poi ha emesso uno strano mugolio che si è subito trasformato in una incontenibile risata. Rideva in modo tale che anch’io mi sono messo a ridere mentre entravamo nella hall. Siamo andati alla reception, mi è parso che il portiere avesse una faccia da belga e ho riso ancora più forte. Poi mi è parso di vederlo “spingere” davanti alla porta e mi sono piegato in due. Ho incrociato lo sguardo di mia moglie, ho indicato il portiere, poi la porta e a quel punto siamo praticamente crollati sul pavimento. Mezzo accecato dalle lacrime, ho preso la chiave e ci siamo diretti verso gli ascensori ridendo come pazzi. Abbiamo riso per tutto il tempo della salita, abbiamo percorso il corridoio ridendo e siamo crollati sul letto della stanza in preda a un’ilarità irresistibile. Ho cercato di pensare a qualcosa di triste per calmarmi ma non c’era niente da fare, tutto mi sembrava comico. Quando ho trovato un po’ di fiato, sono riuscito a dire “la sai quella del belga che…?”. Allora, come per miracolo, mi sono calmato. Le storielle sono una cosa seria.
Dragor