Venerdì 08 Febbraio 2013 09:14 Scritto da Martilla
Acacia, millefiori, girasole. Era davvero molto strano che un coniglio amasse così tanto il miele, di solito era una cosa da orsi. E infatti era proprio l’orsacchiotto Poldo a procurargli tanti vasetti. Bianco aveva provato a resistere, ma finiva per mettersi a piangere non appena avvertiva una incontenibile voglia di miele. Sopportava anche gli acuti dolori di pancia. Non poteva rinunciare a tanta dolcezza.
Poldo era un simpatico orso che viveva all’ombra di una grande quercia. Era molto pigro, per cui si era cercato un lavoro che non gli costasse molta fatica e non gli causasse un eccessivo dispendio di energie. Così si era messo a procurare il miele al coniglio Bianco, il più grasso che ci fosse nel bosco. Non usciva mai dalla sua tana perché si vergognava. Poldo gli portava tutte le settimane molti vasetti di miele.
Madama Coccinella era una signorina molto pettegola. Vendeva verdure nel sottobosco, soprattutto carote per i conigli, ma la sua vera attività consisteva nel registrare ogni minimo movimento della foresta, per poi immagazzinarlo nella testolina e andare il sabato pomeriggio e la domenica a spettegolare con le sue amiche alla chiesetta comune.
Una bella mattina di novembre, Poldo si svegliò presto. Sentiva un certo languorino, perciò si mise a frugare nella dispensa alla ricerca di qualcosa di commestibile. Trovò l’ultimo vasetto di miele. Acacia. Non era nemmeno il suo preferito. Gli altri vasetti erano tutti finiti nella credenza di Bianco il coniglietto grasso. Poldo si rassegnò al pasto frugale, e raccattò qualche fetta di pane secco e un po’ di latte, e si sedette all’entrata della quercia a fare colazione.
Madama Coccinella si svegliò prestissimo per spiare i suoi nuovi vicini di foglia, una coppia di grossi bruchi che avevano appena ottenuto una cattedra alla scuola elementare comune dopo il trasloco. Dopo aver constatato la pacifica tranquillità dei signori bruchi, Madama uscì per andare a preparare la verdura da vendere in mattinata.
Bianco il coniglietto grasso si svegliò con un’insolita e altrettanto gradita sensazione di leggerezza. “Che sia dimagrito dormendo?” si chiese “Ma allora le gocce dimagranti miracolose di Donna Faina hanno funzionato!” concluse, raggiante.
Qualche giorno prima, Donna Faina, l’erborista del bosco, l’aveva circuito propinandogli una cura truffaldina. Bianco aveva comprato a peso d’oro una scatola di gocce snellenti -super -funzionanti -effetto – quasi- immediato. Bianco non sapeva, però che l’elemento base di quelle gocce era l’elio. Quella mattina balzò giù dal letto allegro e andò subito davanti allo specchio. Rimase delusissimo nel vedere ancora quell’enorme panciona. Allora andò in bagno e salì sulla bilancia. L’ago segnava venti chili in meno. “Com’è possibile?” si domandò Bianco, molto perplesso. Decise di non volersene più interessare “L’importante è sentirsi leggeri e spensierati. Posso anche concedermi un’abbondante colazione. Tanto ho perso già venti chili!”.
Bianco si diresse in cucina a balzi leggeri, come fosse sulla luna. Aprì la dispensa e scelse tre tipi diversi di miele. Mise a scaldare una pagnotta di pane fresco e morbido, e si sprigionò subito un aroma fragrante. Si versò una bella tazza di latte e cioccolata e si sedette soddisfatto sul divano. Aggiunse all’ultimo momento anche un po’ di squisita marmellata di ciliegie della nonna, che tirava fuori solo nelle occasioni speciali.
Quando ebbe la pancia piena ma allo stesso tempo così leggera, afferrò a due mani il coraggio e uscì di casa per fare una lunga passeggiata e godersi il sole.
Madama Coccinella era intenta a incartare due grosse carote per Mastro Coniglio Saggio, il falegname del bosco, quando vide una scena che la fece ammutolire.
Poldo l’orso aveva appena terminato la scarna colazione. Non era soddisfatto. La giornata era cominciata male. Di solito dopo un’ottima mangiata tornava a schiacciare un sonnellino, e finiva per addormentarsi fino a mezzogiorno, ma quella mattina pensò bene di sgranchirsi le gambe e schiarirsi le idee. Quello che vide gli fece dimenticare i buoni propositi.
Bianco il coniglio grasso (ma non più così grasso) uscì dalla sua tana e fu per un attimo accecato dalla luce del sole. Non appena fu fuori la sensazione di leggerezza aumentò a dismisura. Bianco chiuse gli occhi “E’ come volare..”pensò. E si accorse di volare davvero.
Madama Coccinella e l’orso Poldo osservarono stupefatti Bianco il coniglietto che saliva in cielo leggero come un palloncino.
Bianco prendeva quota e si sentiva leggero e felice, era come stare su una mongolfiera. All’altezza del grande abete si fermò e cominciò a fluttuare intorno all’albero. Faceva capriole e acquistava velocità divertendosi come un matto.
“ Bianco, scendi!” gli intimò Madama Coccinella. Niente da fare. “Ti farai male, è pericoloso!” gridava Poldo. Bianco però non sembrava minimamente intenzionato a scendere. Stava benissimo dov’era. Decise che era molto maglio stare in alto e godersi la vista dei campi e dei boschi che si stendevano a perdita d’occhio, piuttosto che vivere nascosto in una tana semi-buia. Che vita dolce e improvvisamente divertente gli si prospettava!
Conclusione della favola:Bianco il coniglietto fu assunto come postino della foresta. Era velocissimo a consegnare la posta prioritaria. Il traffico aereo era affrontabile, solo qualche uccellino maldestro di tanto in tanto, e Bianco era ben retribuito. Si trasferì sul ramo più alto dell’albero, e continuò a mangiare miele, ma solo a colazione.
E Donna Faina? Beh, Donna Faina diventò una rinomata erborista e le vennero commissionati beveroni e prodotti naturali da tutta la foresta. Non svelò mai il segreto delle gocce dimagranti, e nessuno mai lo volle sapere. Andò a vivere in riva al fiume a preparare medicamenti.