24 marzo 2014 • Primo Piano, Vetrina Cinema, Videos •
Il consiglio di Marta PirolaSummary:
I libri sono sempre stati un’inesauribile fonte d’ispirazione per il cinema. La narrativa delle parole e quella delle immagini spesso si sono fatte dei favori in quanto a idee e stili e, nel corso degli anni, non hanno mai smesso di arricchirsi vicendevolmente. Non stupisce, quindi, che un libro campione d’incassi come La Bambina che Salvava i Libri di Markus Zusak alla fine abbia attirato l’attenzione dei produttori Karen Rosenfelt e Ken Blancato che, acquisiti i diritti, hanno subito messo in cantiere la realizzazione di una trasposizione per il grande schermo. Un lavoro non facile per la verità, soprattutto a causa della particolarità della storia e del tipo di scrittura scelta da Zusak.
Già, perchè la vicenda di Liesel, ambientata negli anni del nazismo, è quella di una bambina che, dopo essere stata affidata dalla madre (incapace di mantenerla) ai coniugi Max e Rosa, impara ad apprezzare la vita quando scopre l’esistenza della lettura, della parola scritta e dei libri. Un nuovo amore che la porta a salvare i libri dai roghi dei nazisti, a sottrarli dalla grande libreria della moglie del sindaco, a porgerli come doni preziosi al ragazzo ebreo che i suoi genitori adottivi nascondono sotto le scale, ad assaporarli in solitudine immaginando un mondo differente. E se l’obiettivo di trasformare in pellicola un libro che esalta la parola e il suo potere sembra già di per sè un’impresa, che dire del fatto che la voce narrante del libro è niente meno che la Morte?
Fortunatamente, però, la produzione ha potuto contare su un fuoriclasse della sceneggiatura come Michael Petroni, che aveva già firmato l’adattamento di Le Cronache di Narnia, per rendere il film incisivo e toccante alla pari del testo e di un regista abituato alle ricostruzioni d’epoca come Brian Percival, famoso in tutto il mondo per la serie tv Downton Abbey, per ricreare lo spirito della Germania durante la Seconda Guerra Mondiale.
Anche il cast merita una discreta attenzione e non soltanto per la presenza del premio Oscar Geoffrey Rush (Il discorso del Re, La Migliore Offerta) o per la famossissima Emily Watson (Le Onde del Destino, Anna Karenina), ma soprattutto poiché Storia di una ladra di libri permette alla piccola protagonista Sophie Nélisse (Monsieur Lazhar) di mostrare tutto il suo talento nonostante la giovane età.
Probabilmente quasi tutti si sarebbero aspettati un’uscita in sala in occasione del giorno della memoria, poiché il film parla sì di libri e parole ma soprattutto segue le vicende di una bambina nella Germania Nazista, invece la 20th Century Fox ha scelto di portare il film nei cinema il 27 marzo. Sarà simile al libro? Le immagini sapranno dare il giusto peso alle parole? La trasposizione sarà fedele? Per rispondere a queste domande dovrete aspettare l’uscita di Storia di una Ladra di Libri al cinema… ma nel frattempo vi consigliamo di ingannare l’attesa iniziando a leggere il libro di Zusak!
di Marta Pirola per OggialCinema.net