
Chi dice che Roma è una città incivile? Che i romani sono ignoranti? Che gli automobilisti qui non sanno guidare e sono maleducati?
Bene, io sono nata e abito a Roma. Ogni giorno ho di fronte esempi che dimostrano l’esatto contrario. I romani sono persone educate, garbate, civili, e generose. Vi vorrei raccontare alcuni episodi che spero lo dimostreranno. Parola di ALicE!
#1
Attraversando la strada sulle strisce pedonali insieme a mio figlio di 5 anni, nei pressi immediati della sua scuola materna, una macchina che viene dalla direzione opposta alla nostra deve girare a sinistra (ovviamente dando la precedenza ai pedoni). La guidatrice, impegnata a controllare che non venissero macchine da destra ci ignora e ci sta per investire. Ovviamente colpisco delicatamente il suo cofano urlandole di fermarsi. Lei inchioda, e alle mie imprecazioni risponde giuliva: “Non l’avevo vista”!
Capito? Non mi aveva vista, poveretta. E’ giusto, non sono troppo alta, e da quando sono a dieta poi, sono anche dimagrita, quindi meno “evidente”! Mio figlio, poi è sottopeso, quindi è normale che non l’abbia visto. Chiunque le darebbe ragione. E’ colpa mia che non ho indossato il gilet catarifrangente!
#2
Stavo entrando (a piedi) nel cancello di casa di mia sorella, sempre con mio figlio piccolo: un passo carrabile con accesso al parcheggio condominiale. Passa sul marciapiede un ragazzo con un cane enorme (senza guinzaglio). Mio figlio si spaventa e di scatto mi sfugge di mano andando verso la strada dove stava passando una macchina. Lo recupero al volo strattonandogli un braccio, e, nemmeno tanto arrabbiata, dico al padrone del cane: “Magari lo tenga il suo cane, è un peccato che mio figlio vada sotto una macchina!” e lui mi risponde: “…Uno de meno!”
Che dire? Non gli si può dar torto! Anche io direi a sua madre “Uno di meno”: uno di meno a ingombrare le strade romane! Uno di meno a far fare la cacca ai cani sui marciapiedi. Insomma: un incivile di meno in circolazione!
#3
Uscivo (sempre col solito figlio per mano) da un negozio, attraversando il parcheggio interno. Improvvisamente una delle automobili parcheggiate ingrana la retromarcia per uscire dal parcheggio… peccato che dietro c’eravamo noi. Anche in questo caso sbatto la mano sul portabagagli dell’auto e l’Emerson Fittipaldi del caso mi dice candidamente… “A signo’! nun l’avevo vista“. A parte le considerazioni di cui sopra sulla mia trasparenza, vorrei anche porre la vostra attenzione sull’inopportunità del mio passaggio dietro a una macchina parcheggiata, il cui guidatore aveva in animo di partire… Aveva sicuramente ragione lui! E pensate che, ancora incosciente della mia scelleratezza, gli ho anche sbraitato che il grave stava proprio nel non avermi vista e che la sua non era una giustificazione, ma un’aggravante, e che comunque almeno una parola di scusa era d’obbligo. Che vergogna a ripensarci, povero signore! Si è sentito talmente umiliato il poveretto che è riuscito solo a rispondermi: “A signo’, annavo a zero all’ora”. Capito? Si giustificava il tapino… Che iena che sono! Non ho davvero attenuanti. Nemmeno l’avermi chiamata signo’ (a me!!!!!) giustifica la mia reazione esagerata! E’ proprio vero che a volte i romani si comportano in modo incivile. Che mi serva da lezione!





