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Stregata da: resoconto (semiserio) sulla presentazione dei 12 finalisti al Premio Strega

Creato il 14 maggio 2013 da Dida

Stregata da: resoconto (semiserio) sulla presentazione dei 12 finalisti al Premio Strega

Foto Fondazione Bellonci

Venerdì pomeriggio sono stata alla presentazione dei 12 finalisti del Premio StregaNella sala gremita del teatro San Marco di Benevento l’emozione era palpabile e, sarà che lo sto vivendo a “protagonista”, ma sembra proprio che quest’anno il Premio sia diverso e che forse Petrocchi, coordinatore della Fondazione Bellonci, non ha tutti i torti quando dichiara: “è la migliore dozzina degli ultimi tempi”

In generale, infatti, soprattutto in Italia “premio letterario” equivale ad assenza di meritocrazia e a giochi di potere, ma anche in questo campo il “vento starebbe cambiando”. Chissà se quest’anno, nonostante le polemiche mosse dai suoi stessi protagonisti, il premio Strega, giunto alla 67esima edizione, riuscirà a rinnovarsi e a ritrovare quella voglia di spiegare, analizzare e spiare la vita attraverso le pagine di un libro.

Stregata da: resoconto (semiserio) sulla presentazione dei 12 finalisti al Premio Strega

Foto Fondazione Bellonci

A presentare i dodici finalisti è Veronica Pivetti, che ha avuto il merito di regalare brio ed ironia alla manifestazione. 

Il primo a salire sul palco del teatro San Marco è Lorenzo Amurri, autore di Apnea, edito da FandangoAmurri parla della sua nuova libertà, di quella che ha dovuto riconquistare attraverso l’uso della parola e di come si è dovuto reinventare, umanamente e artisticamente. Grandissima personalità, storia drammatica e un sorriso timido a tratti malinconico. Peccato però che del libro, fondamentalmente, si sia parlato ben poco.Dopo Amurri toccherebbe ad Aldo BusiL’autore di El Especialista de Barcelona, agognatissimo romanzo che nessuno sembrava voler pubblicare, ha però deciso di far parlare nuovamente di sé, spostando l’attenzione dal suo lavoro alla sua persona. Quello che da molti è considerato il vincitore di quest’anno ha infatti declinato l’invito e anche il suo editore, Dalai, ha deciso di seguire il suo esempio.Quella che quindi sembrava una vittoria scontata, secondo il mio modestissimo punto di vista, si è trasformata in una sonora sconfitta. Si sarà anche mostrato coerente con le polemiche degli scorsi giorni, ma in fondo nella rosa dei candidati si trova anche lui: mal comune, mezzo gaudio, o no?Chiusa la querelle Busi si passa a Gaetano Cappelli, autore di Romanzo irresistibile della mia vita vera, edito da Marsilio. Foularino da dandy, aria charman e voce suadente: lo scrittore è decisamente figlio del suo romanzo. E’ alla sua terza candidatura, che sia la volta buona?E’ la volta di Matteo Cellini, autore di Cate, io edito da Fazi, romanzo che fino a due secondi prima che lo scrittore aprisse bocca ero curiosissima di leggere. Da uno scrittore che tratta il tema dell’obesità in età adolescenziale infatti non mi aspetto un: “non ho indagato molto bene il tema dell’obesità, il romanzo in realtà è costruito intorno a me”.Non mi aspettavo un trattato di psicologia, ma un romanzo che trattasse con delicatezza e semplicità il tema, sì. Dopo un breve intermezzo con Giuseppe Davino, amministratore delegato Strega Alberti, è la volta di Paolo Cognetti, autore di Sofia si veste sempre di nero, edito da MinimumfaxOra, io non vorrei essere spudorata, ma aver visto uno scrittore che mi ha letteralmente stregata, lì, a pochi passi da me, è stato decisamente emozionante.Della disponibilità di Cognetti avevo già avuto prova durante l’intervista per Youbookers, ma a sorprendermi ancora una volta è stata quell’umanità e quella semplicità tipica di chi lo scrittore lo fa perché non potrebbe fare altro, di chi arrossisce se gli si chiede un autografo e non si limita ad una firmetta, ma rende speciale anche qualcosa di così “freddo” come può essere una dedica fatta ad uno sconosciuto. Grazie Paolo, grazie Minumumfax. Neanche il tempo di riprendermi dall’emozione ed ecco che mi ritrovo Paolo di Paolo, autore di Mandami tanta vita edito da Feltrinelli, sul palco. Chi mi segue sui vari social ha intuito, dalle numerose citazioni condivise, che ho attualmente in lettura questo romanzo, rivelatosi ancora più interessante di quanto pensassi. Libertà, giovinezza eroica e un pizzico di storia: finalmente un autore che vuole disintossicarsi dal presente.Diametralmente opposto, invece, è l’intento delle donne della “dozzina 2013”: Alessandra Fiori, autrice di Il cielo è dei potenti (E\O), parla di secondo Repubblica, politica e corruzione. Impegnata e infervorata la Fiori improvvisa anche un mini comizio. Decisamente più delicato, invece, è il tema di Nessuno sa di noi, di Simona Sparaco, edito da Giunti. Si parla infatti di aborto terapeutico e di un lutto che troppo spesso non viene legittimato e riconosciuto. Presentazione toccante. Chiude al terzina tutta al femminile Romana Petri, autrice di Figli dello stesso padre, edito da LonganesiDevo dire che la presentazione della Petri mi ha lasciata leggermente perplessa anche se il suo “soffrire stanca”, mi ha leggermente incuriosito. Siamo al giro di boa, la manifestazione sta per volgere al termine.In coda abbiamo: Matteo Marchesini, autore di Atti Mancati, edito da Voland, che ci promette un romanzo breve, nel quale incontreremo personaggi che hanno lasciato sul cammino della vita porte aperte che, a distanza di anni, deve essere richiuse; Alessandro Perrissinotto, autore di Le colpe dei padri, edito Piemme, che ci assicura che odieremo il suo personaggio e il bersaglio delle frecciatine di Busi, Walter Siti e il suo Resistere non serve a niente (Rizzoli), che godrebbe dell’aura protettrice di Alessandro Piperno, vincitore dello scorso anno. Applausi, foto di rito, autografi e chiacchiere.E’ iniziato ufficialmente il TotoStrega: che vinca, almeno quest’anno, il migliore.Alla prossimaDiana

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