Immaginate di trovarvi seduti ad un tavolo con degli amici, quando ad un certo punto uno di voi racconta delle sue ultime vicende lavorative.
Egli dice:
-in questi ultimi giorni credo di aver lavorato troppo… mi sento molto stressato!
-ho cercato di comprendere le radici di questo stress ma non ci sono riuscito,
-la cosa strana, è che il lavoro che ho fatto mi ha gratificato molto, ed ho deciso io stesso di dedicarmici con così tanto impegno, ma… non capisco proprio il motivo dei miei sintomi.
-dovete sapere che la sera ho difficoltà ad addormentarmi e faccio fatica a concentrarmi.
A questo racconto ciascuno dei presenti è portato a riflettere su tali parole e cerca di offrire una propria opinione sull’evento.
Fate ora anche voi la stessa cosa, esprimete tra voi stessi un’idea sull’accaduto, cercate di spiegare, in base alle vostre conoscenze, la causa dell’insorgenza dello stress nel protagonista del racconto, poi confrontatela con la mia spiegazione.
Formulate e poi riprendete a leggere, …
Appare chiaro che i più potrebbero rispondere che la causa dello stress sia dovuta all’eccessivo lavoro, altri alla eventuale gestione errata di quest’ultimo, altri ancora avendo forse più cognizione, potrebbero ricondurne la causa al rapporto che il protagonista ha con il proprio lavoro, alle sue costruzioni, interpretazioni cognitive che lo riguardano, altri invece con più semplicità potrebbero supporre che probabilmente il soggetto era già ad un elevato stato di stress, con ciò è bastato un momento di intenso lavoro per farlo cadere.
Bene, posso certamente affermare che le risposte sono più meno tutte esatte.
Le radici dello stress, al contrario di come spesso si è portati a supporre, ha un origine multifattoriale e non unifattoriale.
Lo stress dipende dunque, da vari elementi che accavallandosi, sommandosi l’uno con l’altro, producono ciò che comunemente viene chiamato esaurimento nervoso.
Quanti di voi si sono trovati a rispondere o a sentirsi rispondere, alla domanda: come stai — la risposta mi sento un po’ esaurito, sicuramente molti. Infatti arrivare a sentirsi stressati è oggi alquanto facile.
Che significa essere stressati?
I sintomi più comuni conseguenti ad un affaticamento nervoso, possono essere ricondotti a:
- ipotonia muscolare o senso di stanchezza;
- sonno intermittente;
- difficoltà all’addormentamento
- difficoltà di concentrazione nei compiti mentali;
- facile irritabilità, ecc.
Il sistema nervoso, spiego, è come qualunque muscolo del corpo, il quale dopo un eccessivo sforzo, sia dovuto a molto lavoro fisico sia ad un uso errato dello stesso, è stanco “esaurito” ormai privo di energia e pieno di sostanze tossiche che con il tempo il corpo deve riassorbire. Ciò significa che l’organismo è impegnato a rigenerare le energie dissipate, quindi, come sappiamo, deve riposarsi.
Nel sistema nervoso accade più o meno la stessa cosa, esso durante il suo lavoro produce ormoni i quali devono essere riassorbiti. Il guaio nasce quando dopo un eccessivo e prolungato lavoro del sistema nervoso, si ha nel circolo sanguigno eccessive quantità di neurotrasmettitori, i quali devono essere riassorbiti con altro lavoro… ed ecco qui la stanchezza caratteristica dovuta allo stress. Si perché la loro eccessiva presenza costituisce tossicità per lo stesso organismo. L’adrenalina per esempio, tipico ormone prodotto dalle ghiandole surrenali a seguito di eventi allertanti, proccupanti, cioè l’ormone che predispone alla lotta e alla fuga, se è presente in quantità elevate diventa tossico e disorganizzante per tutto l’organismo. Infatti, se per sfortunati contesti di vita proviamo ripetutamente emozioni negative che ne stimolano la produzione, vediamo che l’organismo con il passare del tempo si debilita perdendo capacità di prontezza fisica e di attenzione mentale, i sintomi del protagonista della storia.
Si cari lettori, una delle cause più comuni di disattenzione sul lavoro o comunque di scarsa attenzione durante l’esecuzione di compiti in generale, è dovuta proprio allo stress e in particolare alla sovraproduzione di sostanze neurotrasmettitrici.
A tali parole comunque, se siete soggetti a stress non spaventatevi, poiché esistono innumerevoli tecniche per combatterlo.
Le più comuni sono:
-le Tecniche di Rilassamento che agiscono direttamente sul corpo;
-la Desensibilizzazione Sistematica che attraverso il rilassamento e le immagini mentali agisce sia a livello corporeo sia a livello cognitivo.
Le prime rappresentano un vero e proprio training di apprendimento al rilassamento, utile a far fronte alla risultante corporea dell’ansia (asma, palpitazioni, attacchi di panico, capogiri da stress, insonnia, nausea,ecc.) .
La seconda, dopo aver ottenuto uno stato di quiete corporea attraverso una qualsiasi tencnica di rilassamento, il soggetto viene invitato ad immaginare delle situazioni ansiogene appartenenti alla propria vita. Il razionale della tecnica sta nel fatto che se c’è rilassamento non può coesistere ansia, per via della loro natura antagonista. Le immagini hanno il fine di far abituare il soggetto ad affrontare le proprie situazioni temute.
Tale apprendimento traslato poi nella propria quotidianità, permette così di affrontare le medesime situazioni già vissute a livello immaginativo, che normalmente in vivo venivano evitate perché ritenute troppo ansiogene. Questo risultato lo si ottiene come conseguenza del cambiamento cognitivo verso gli eventi temuti.
Altre tecniche invece lavorano specificatamente sul sistema cognitivo della persona, sul suo modo di pensare, al fine di scoprirne le componenti irrazionali e contraddittorie che indurrebbero ansia. L’obiettivo di queste tecniche terapeutiche, è specificatamente quello di produrre un modo più razionale di valutare ed interpretare gli eventi di vita, un modo più funzionale, quindi più adattivo.
Un suggerimento per non cadere facilmente nelle malattie tipicamente prodotte dall’eccessivo stress, è quello di valutare gli eventi di vita con più malleabilità possibile, arrabbiatevi di meno… non serve a nulla, non irrigiditevi di fronte alle invalidazioni della vostre convinzioni, perseverando così negli errori al fine di conservare la vostra immagine di persona infallibile!
Prendete atto della realtà, essa in continuazione offre segnali utili per cambiare la strada che in quel momento si sta dimostrando fallimentare, sforzatevi a non diventare ottusi autoinvalidandovi da soli!
Cercate di non diventare ansiosi con troppa facilità di fronte alle cose che ritenete difficili da affrontare… pensate alla peggiore cosa che potrebbe accadere se doveste incombere di fronte all’evento negativo. Dopo tale valutazione, facilmente vi renderete conto che automaticamente siete portati ad esagerare, a catastrofizzare sulle conseguenze. L’amplificazione del pericolo, è purtroppo spesso la caratteristica del pensiero delle persone ansiose che hanno, di fatto, con un tasso di insicurezza elevato.
Infine, non dovreste mai dimenticare, che un buon funzionamento mentale è possibile solo se esiste una consistente libertà dalla tirannia del proprio Ego!
L’ansia è sempre conseguenza di previsioni, in particolar modo su se stessi, che si stanno dimostrando errate, e le difese di coerenza egoica ne sono le artefici.
La coerenza di significato personale (le idee su se stessi, ecc.), anche se disfunzionale, rappresentando l’orientamento della persona, è portata a resistere al cambiamento, e pertanto, pur di mantenere una sorta di coerenza conoscitiva, resiste spazzando via ogni buon senso!