"Diciotto cazzi, mi avete rotto!"
(Fruttero & Lucentini, La donna della domenica)
1 Lettera di rifiuto (immaginaria ma non troppo)
TOTUNNO E TURIDDU MONTATTORI DI TORI
LIBBRI, AUDIOLIBBRI, PIZINI E CALCESTRUZI IN HOFERTA
Centili sinior Escriba tottòr Ezio,
Cu mmynkja sii?
Picciò, si nun me dicisti la coscha de riferimmentu de vossia, e lu nomine du pathrino toio, cumme faccio appubblicarte le tue fetenzìe? E qomuncue pucioppo pecchistanni stemo gia à postu fino al thrimila, coi romanzuna de nothri afiliati (chi stano havendu moltisimo sulcesso, e chi ne l’interese de la salute e de la longivivenza de l’affamigghia toia te consilio vedi de cumprari…)
Qomuncue nun ce spedire più ‘na mynchja, che accà nisciuno sapi legere.
Esequie indistinte.
In fete,
dottorissima Braccubalda Pruvenzano
psst. si le serviresero calcestruzi o cemmenti per sepelire qualco spiùni in cantina, o segnalibbri in fero batuto, che mannasse na sechiata de denari fermo pozzo allu cascinale nosthro…
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2 Tuttolebbra (nuove supposte editoriali)
Una travolgente ventata di novità e originalità nelle suppost… ehm… nelle proposte editoriali italiote degli ultimi tempi. Caffelatte con tampax, di Cristino D’Arteria (Tiscordi Editore, € 32), narra la struggente storia d’amore adolescenziale tra Piercazzillo e Mariavulvetta. Piercazzillo, meschino, tiene una faccia un po’ da culo, e soffre di emorroidi asmatiche. Mariavulvetta è dislessica. Quindi la storia è raccontata da lei in prima persona. Non perdetela. Trenta centimetri dentro il buco del cielo è invece il nuovo capolavoro di Macho Vileda (Zozzogno, € 36). Narra la storia di un amore adolescenziale struggente. Piercazzillo ama le moto, la playstation e la figa (la figa si può dire, fa tanto figo). Mariavulvetta ama le scarpe firmate, le borsette griffate e i bei ragazzi (il cazzo non si può dire, fa tanto troia). I capitoli dispari del libro sono gli sms che Piercazzillo manda a Mariavulvetta, di cui è perdutamente innamorato. Finiscono tutti con tvb (ti voglio bene). I capitoli pari sono gli sms che Mariavulvetta manda al padre di Piercazzillo, imprenditore nel campo dei profilattici metallici, che da mesi se la tromba a bordo del suo Suv residenziale di 15 metri. Finiscono tutti con tvdd (trombi veramente da dio). L’inettitudine dei numeri sbagliati, di Giordana Paolillo (Findus, € 48), è invece la storia dello struggente amore adolescenziale fra Piercazzillo e Mariavulvetta, due sedicenni fuoricorso di quinta elementare con piccoli problemini di apprendimento. Il romanzo è curato dall’insegnante di sostegno, che però non è che si sia sforzata molto: nei capitoli dispari ci stanno i conticini di Piercazzillo, roba del tipo 2+2=5, nei capitoli pari ci stanno gli sms che Mariavulvetta manda a Piercazzillo, roba del tipo m ke t studdi ha ffa ke tnt nn kapis un k? +ttost trmbmi strnz! Nel caso non ne aveste abbastanza, ecco poi Mariavulvetta ti amo (Barilla, € 51,12), che è invece il diario scritto da un ghostwriter al posto di Piercazzillo di Amicci, notoriamente analfabestia. Piercazzillo è povero e scemo e un po’ zoppo e tiene una faccia da topo, ma in tv va alla grande perché fa pena alle mamme e alle nonne senza cervello che la guardano tutto il santo giorno. Il suo problema è essere innamorato cotto di Mariavulvetta sempre di Amicci, una gran gnoccoletta che sognava di fare da grande la prostituta in tv finché qualcuno non le ha detto Ma perché aspettare da grande? Ci sono solo capitoli dispari, e narrano, in esperanto sbagliato, delle disperate seghe che Piercazzillo si fa pensando a Mariavulvetta. I capitoli pari sono bianchi, ma lunghi, per far capire al lettore che lei non lo caga, ma anche per aumentare le pagine del libro in modo che il lettore non abbia subito abbastanza chiaro di essere stato truffato. Se vi venisse voglia di variare un po’ argomento, ecco invece Ma le palle quante sono?, il capolavoro di Giangiuliana Grancassa (Cirio, € 63). Di cosa parla? Parla, tanto per cambiare, della struggente storia d’amore adolescenziale tra Piercazzillo e Mariavulvetta. E tanto per cambiare è scritto malissimo. Molto, molto interessante.
Ma veniamo invece allo stato interessante, cioè ai parti delle partorienti della Letteratura Alta, quella che qui da noi si guadagna i Premi più ambiti.
Il Premio Prugna è andato quest’anno a Margherita Bellamazza Casteldritto per il suo Muco e placenta, (Scottex, € 98) cronaca ospedaliera di un travaglio difficile.
Il premio Pregna è invece andato a Piersilvia Alabbarda per il suo Preferisco quando entrano, (Zozzogno, € 102) cronaca ospedaliera di un travaglio difficile.
Il premio Fregna è infine andato a Concettina Shakespeare Vitiello Stendhal per il suo Vieni fuori stronzo se hai il coraggio, (Tiscordi&Zozzogno fusione a delinquere, € 299) cronaca ospedaliera di un travaglio difficile.
E mò me so’ rott’u caz.
J. Stronkabook
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