Gli Struise, gli “struzzi” che brassavano, all’inizio, sotto una tenda militare poco lontano da Westvleteren, nel cortile di un agriturismo dove si allevavano anche degli struzzi. Gli Struise che si sono trasferiti da non molto a Oostvleteren, nei locali della vecchia scuola del paese, riadattati ai loro scopi. Gli Struise, da sempre molto amati dai rater di Ratebeer (e quindi dai beergeeks?): negli ultimi anni sempre tra le migliori 50 birrerie del mondo (1° nel 2008) e con 10 delle loro birre piazzate fra le migliori 50 birre belghe. Gli Struise che, secondo alcuni, hanno perso un po’ il filo della produzione, sbattendosi un po’ troppo in qua e in là per tutta una serie di collaboration beers, per brassare le quali hanno attraversato più volte l’Oceano. Gli Struise che, secondo altri, sono riusciti più di altri birrifici ad affiancare produzione classiche e di alta qualità a produzioni altrettanto ben fatte e anche molto trendy, con molto “imperial” nella classificazione e molto uso dell’invecchiamento in botte.
Gli Struise che non aggiornano mai il proprio sito web, fermo nella sezione news, allo scorso febbraio (va un po’ meglio, da questo punto di vista, il loro profilo su facebook), e nel quale non ci si trova l’elenco delle proprie birre e men che meno la descrizione di qualcuna di esse. Gli Struise che avevano (o hanno ancora?) un beershop on-line, ma al quale si accede con grandissima difficoltà, gli Struise che ora hanno aperto anche un beer shop “fisico” a Bruges.
Usando lo stesso termine già adattato ad altri, si potrebbe dire che gli Struise “non stanno un minuto fermi”, dimostrando una gran voglia di fare birra e la solita “deficienza” tipicamente belga nel far sapere agli altri che cosa fanno. L’incarnazione, quasi, del concetto di personalità multiple. Le birre da loro prodotte stanno diventando davvero tante: 70, se non ho contato male, delle quali almeno una decina brassate a quattro (o più) mani, con la serie delle Black Damnation che ha raggiunto ormai le 11 unità e le varie declinazioni della Pannepot che ancora “crescono”. Tante direbbero alcuni, troppe, dicono altri.
Sono quattro i birrai della Struise: Urbain Coutteau (che lo fa a tempopieno), Carlo Grootaert, Peter Braem e Phil Driessens. Carlo sarà al Villaggio, assistito da Dabel Galati, l’importatore in Italia delle loro birre.
Qui sotto, cosa porteranno alla spina al Villaggio..ma per parlare delle birre degli Struise, a volte, ci vuole davvero la mappa, per ricostruirne i vari passaggi e per capire, dalla sinteticità del loro messaggio a quale batch si riferiscono..intanto alziamo “bandiera bianca” per la breve descrizione mettendo solo tipologia e grado alcoolico.
Black Albert
Birra prodotta dagli Struise inizialmente per il mercato americano, in onore di Jennifer e Chris Animato, proprietari dell’Ebenezer’s pub, dedicata al principe Alberto del Belgio. Nera, dall’aroma ricchissimo di caffè tostato, cioccolata amara, zucchero candito, liquirizia e frutta secca. Il corpo è rotondo, elegante, ben strutturato e dalla perfetta e semplice bevibilità. Va giù che è un piacere, ricca di sapori come di aromi: anche qui i sentori tipici di una stout, arricchiti da una nota luppolata un po’ più accentuata, e una nota finale medicinale molto presente, insieme al cioccolato amaro.Imperial Stout, 13% alc. vol.
Black Damnation
Imperial Stout, 12% alc. vol.
Ypres
Affinata per due anni in botti di Borgogna francese e per un successivo anno in botti di bourbon Wild Turkey del Kentucky. Brassata in “onoire” della cittadina belga fi Ypres, dove si è svolta una delle più cruenti battaglie della I Guerra mondiale. Sour Ale, 7% alc. vol.Weltmerz
Sour Ale dalla bassissima gradazione alcolica e dall’estrema beverinità. Agile, dal naso leggermente terroso e agrumato, con evidenti note di limone, in bocca esplode con il suo carattere secco e asciutto, molto pungente, con note di fieno e mela verde sovrastate da una forte caratterizzazione citrica. Sour Ale, 3% alc. vol.
Elliot Brew
Birra nata tra la collaborazione Mikkeller e Urbain realizzata a partire dal 2007 in vari lotti , dall’ IBU progressiva crescita (130, 150, 163, 216). Una imperial ipa “di scuola”, di un bell’ambrato brillante, caratterizzate dalle note biscottate del caramello e citriche del luppolo, con note diffuse di pompelmo che la rendono relativamente fresca ed accattivante. Imperial IPA, 9% alc. vol.Danko Power IPA
Una delle ultime nate dalle parti Oostvleteren, una Session IPA brassata in collaborazione con Tomas Danko. La luppolatura con Columbus, Perle, Citra, Galaxy ed Ella, unita alla relativamente bassa gradazione alcolica la rendono fresca e dissetante, dando vita ad una bevuta davvero defatigante. Session IPA, 3.5% alc. vol.
Testo di ©Alberto Laschi
Foto1) http://biervat.blogspot.it/2013/04/struise-brouwers.html