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Strumentalizzando la parola responsabilita': quando tutti gli uomini hanno un prezzo
Creato il 17 febbraio 2011 da Alessandro @AleTrasforiniAttraverso una fase di oggettive e verificabili vicende e testimonianze, l'autore cerca di trarre definizioni obiettive relativamente al futuro dello Stato affidato all'uomo del fare Silvio Berlusconi:
"[...]I problemi dell'Italia naturalmente non si riducono a Berlusconi. Molti esponenti del centrosinistra e del centrodestra mettono in guardia contro i pericoli di una demonizzazione del premier. Ma il terzo mandato di Berlusconi, una ininterrotta sequenza di scandali e controversie, ha già chiarito che l'Italia, sotto Berlusconi, è semplicemente ingovernabile.
In primo luogo a causa degli enormi conflitti d'interessi che Berlusconi incarna: il monopolista della televisione privata che gestisce il proprio principale concorrente, un imputato di processi penali che gestisce il sistema giudiziario, uno dei maggiori attori in campo finanziario, assicureativo e immobiliare che regolamenta questi stessi settori, l'imputato in molti processi nei quali, come Presidente del Consiglio, è anche parte lesa e parte civile.
Sulla strada di qualsiasi governo, sono macigni che non si possono aggirare. Ogni legge che Berlusconi propone o prova a bloccare- [...] -emana immediatamente un odore sospetto, perchè si è costretti a chiedersi subito chi ne benefici e quale potrebbe essere l'impatto su Berlusconi.
Questo sarebbe vero anche se Berlusconi fosse l'altruista illuminato che sembra convinto di essere. E' un problema strutturale, non personale.
La democrazia moderna è semplicemente antitetica rispetto al governo monarchico del leader assoluto."
Essendo autorizzato dal voto popolare a governare, è altrettanto tenuto a capire da quando una situazione come questa si è fatta insostenibile ed irrespirabile.
Nella terra formata dal Parlamento dei nominati, chi è nominato da cinque segretari di Partito si sente autorizzato a seguire il proprio personale interesse. Così procedendo, purtroppo, si vanno formando, come vagoni merci, bastimenti di responsabili disposti a tutelare il bene dell'Italia.
E' oggettivo chiedersi quale bene possano mai voler tutelare; vorranno forse difendere quel sistema politico che ha regalato un debito procapite di 30mila Euro sulle nuove generazioni?
Vorranno forse difendere quel sistema politico che regala all'Italia lo scudo fiscale secondo cui è possibile importare quote di capitale versando un miserrimo 5% come multa?
Vorranno forse mostrare responsabilità per non lasciare un Paese intero in balia diella speculazione internazionale che già vede vendere fette del nostro debito pubblico a Paesi interessati ad inoltrare in terra nostrana interessi e compromessi?
Dovremo un giorno ringraziare tutti questi Razzi, Scilipoti e Pionati?
Potremmo un giorno renderli aderenti, seguendo sveviana memoria, alla tematica dell'inetto perfetto capace in realtà di imprimere vere svolte al destino del mondo?
Potranno loro difendere con (quale?, nds) coraggio questo Governo del fare?
Vogliono difendere un Paese intero o proteggere il berlusconismo dal suo declino naturale? Avranno un giorno altrettanta responsabilità nel dire che si erano sbagliati nel difendere un pensionato che volle salvarsi facendo bruciare una Roma composta da 60milioni di persone?
La responsabilità è una parola che, oggi come oggi, a questi individui non si addice per niente; citando dall'imperfetta ma sempre disponibile Wikipedia, si trova una definizione concettuale particolare di responsabilità:
"La responsabilità può essere definita come la possibilità di prevedere le conseguenze del proprio comportamento e correggere lo stesso sulla base di tale previsione.[...]La responsabilità presuppone una situazione di libertà, in cui la persona può scegliere quale comportamento tenere; ove tale scelta non gli fosse possibile, infatti, anche laddove fosse in grado di prevedere le conseguenze delle sue azioni, non potrebbe comunque adottare un diverso comportamento alla luce della sua previsione. D'altra parte, affinché si possa parlare di responsabilità, è necessario che la persona si trovi in una situazione di libertà limitata, in cui i comportamenti che può tenere non sono del tutto indifferenti giacché, altrimenti, non vi sarebbe ragione di scegliere l'uno piuttosto che l'altro sulla base delle conseguenze previste.[...]"
Questi responsabili vanno pensando alle conseguenze dei loro (futuri) voti?
Dicendo (ieri) di odiare politicamente Berlusconi e l'Italia da lui plasmata, come potranno (domani) sostenerne l'azione ed implicitamente anche qualsivoglia salvacondotto per evitare il giudizio di giudici comunisti e toghe rosse?
E' questa una definizione di responsabilità applicata ad un contesto italiano già tragicamente compromesso?
Tutti gli uomini hanno un prezzo, appunto...anche dato dalla presunta responsabilità.
Si spera che nessuno farà mai capire loro il prezzo da pagare per una scelta definita, a posteriori, sbagliata.
Nel mentre, il calciomercato impazza.
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