Strumentalizzare la paura

E certo che parlare di derby dopo averlo perso non è il massimo della vita. Ma questo post mi ero ripromesso di scriverlo in ogni caso, nella speranza che i fatti mi dessero ragione. Sabato sera, a conclusione di una giornata piuttosto caotica a Roma, alcuni giornalisti televisivi hanno paventato un probabile rischio infiltrazione di black bloc prima della partita Lazio-Roma di domenica. Subito sono sobbalzato dalla sedia, quasi arrabbiato, perché davvero non riuscivo a comprendere il nesso tra una gara sportiva e i fatti di giornata. Naturalmente dopo un sabato di ordinaria follia immaginare all’Olimpico un aumento dei controlli e un massiccio dispiego delle forze dell’ordine era nelle cose (e spiegarla in questi termini è un conto), ma il solito pregiudizio che alla bisogna lega il calcio alla violenza proprio non riuscivo a mandarlo giù.Sul serio: sventolare ai quattro venti un timore sulla carta ipotetico, più che altro da “addetti ai lavori”, è stata una circostanza che mi ha lasciato perplesso. Allo stadio si recano le famiglie con i bambini, che spesso comprano i biglietti con largo anticipo – ché poi negli stores autorizzati non li trovi più – magari sostenendo un sacrificio economico non indifferente di questi tempi.
Mi chiedo, allora: a chi giova lanciare un allarme privo di fondamento? Perché strumentalizzare mediaticamente la paura? La politica non fa già abbastanza? Per fortuna la sera del derby non è successo nulla di quanto sospettato. Il pubblico sugli spalti è stato impeccabile, come ormai da diversi anni a questa parte. E pure fuori dallo stadio non si è verificato niente di grave.