Ci tengo moltissimo a condividere con voi questo post di Mia, che ha espresso in maniera perfetta, parlando per tutte noi cancer bloggers di Oltreilcancro, alcuni concetti molto importanti circa quello che è il nostro modo di rapportarci con le nostre malattie. Questo post si è reso necessario a seguito di alcuni commenti piuttosto sgradevoli e di parole molto mal ponderate indirizzati a Oltreilcancro ed alcuni singoli membri del gruppo.
Pare che non tutti apprezzino ciò che noi cancer-bloggers comunichiamo attraverso i nostri blog e attraverso Oltreilcancro. Più che legittimo. Non ci vedo nulla di male nel fatto che persone diverse abbiano idee diverse e le esprimonono le une con le altre. Il confronto è un grande momento di crescita.
Quello che non comprendo e non mi piace è lanciare commenti gratuitamente acidi o accuse quanto meno maleducate nei confronti di chi si limita – con grande onestà intellettuale e sincerità – a raccontare la sua vita di (ex) malato di cancro. Non amo le polemiche sterili e le provocazioni gratuite. Se un certo punto di vista non mi piace, ho due strade: creare un confronto costruttivo o non crearlo affatto, senza arrogarmi il diritto di prendermi eccessive e sgarbate confidenze con persone che, di fatto, nemmeno conosco.
Pare che qualcuno non apprezzi alcune nostre scelte di vita, tipo: non piangerci addosso, non esserci chiuse all’interno di un bozzolo di prostrante autocommiserazione dopo che la malattia ha – nella loro ottica – completamente e irrimediabilmente distrutto le nostre vite, parlare con levità dei nostri trascorsi, guardare con fiducia al futuro, non sfogare una rabbia schiumante e cieca nei confronti di tutto e tutti solo perché ci siamo ammalate, non aver ceduto alla paura, non aver permesso al senso di ingiustizia e alla rabbia di cambiare le persone che eravamo prima, non vivere nella certezza che non vale la pena di essere felici perchè tanto, presto o tardi, una recidiva ci stroncherà ed ecco lì che avremo faticato tanto per niente. In particolare, pare che il “vizio” di sorridere ed essere persone serene non sia affatto gradito.
Ho scritto, cancellato e riscritto questo post cento volte. Sono molte le cose che vorrei dire ma penso che per ora le parole di Mia mi rappresentino meglio di tutto il fiume di pensieri che che mi scorre tra la testa e le dita.
Una cosa sola voglio che sia chiara: non ho la minima intenzione di mettermi un cilicio che mi ricordi che la vita è dolore e sofferenza perchè ho avuto il cancro ma oso andare avanti lo stesso, per di più riuscendo ad essere serena, a sorridere e amare la mia vita follemente. Non ho colpe da espiare in questo senso. E’ la strada che ho scelto per me, che mi fa stare bene e che non manca di rispetto a nessuno. E a nessuno devo renderne conto chiedendo scusa.