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Subcultura alpina

Creato il 25 aprile 2012 da Patuasia

Alla rincorsa verso un’autonomia più autonomia possibile. Ai nastri di partenza i due movimenti autonomisti per antonomasia: l’Union valdotaine e l’Alpe  (ex Union valdotaine – i verdi sono evaporati). Entrambi i partiti hanno organizzato una gita in Trentino Alto Adige per incontrare altri autonomisti in cerca d’autore. Siglati accordi, firmato documenti, concluso patti. Entrambi vogliono dare il buon esempio all’Italia intera. Spaventati da un Governo che non si lascia ricattare sui voti, per il semplice fatto che dei voti non ha bisogno per esistere, i nostri autonomisti rivendicano nuovi spazi di autogoverno. Vogliono “amministrarsi in modo più completo, disporre di un’Autonomia integrale, attuare le competenze ancora non assegnate” (La Vallée notizie). “Costruire una Federazione alpina portatrice dei valori comuni di autonomia, autogestione delle terre alte.”. (Gazzetta matin). Le linee guida sia dell’Union che dell’Alpe, con i rispettivi gruppi autonomisti trentini, chiedono sostanzialmente la stessa cosa: che lo Stato cacci i soldi e se ne stia zitto. Il resto è fuffa come la dichiarazione surreale del presidente di Alpe, Carlo Perrin: “Noi possiamo essere l’antidoto a questa crisi… Il sistema alpino può ridare fiducia verso le istituzioni.” (Gazzetta matin). Cos’è il sistema alpino? Dov’è la cultura alpina? Il cognome più diffuso ad Aosta è Mammoliti il che significa che qualcosa è cambiato non solo all’anagrafe e questi sono ancora lì a rivangare valori come la solidarietà e responsabilità condivisa, valori di per sé nobili, ma astratti se hanno come riferimento una mitologia alpestre che non c’è mai stata, tranne che nei ricordi viziati di un’infanzia vissuta? Il nostro sistema alpino è bacino di ‘ndrangheta! La Giunta è governata da un valdostano condannato per aver danneggiato la Regione e vede sulle poltrone del Consiglio politici che hanno qualcosa da chiarire con la Magistratura. Siamo così marci che la puzza che emaniamo non la sentiamo neppure per quanto siamo abituati a produrla. Grazie alla nostra autonomia abbiamo distrutto il territorio, invaso di strade e centrali idroelettriche…, abbiamo creato una lobby formata da affaristi e politici ben protetta dalle istituzioni, soffocato l’imprenditoria privata, controlliamo tutti e ci circondiamo di personaggi inquietanti: questo è quanto ha prodotto la nostra cultura alpina! Altro che buon esempio! Quindi non posso non temere quando si parla di rafforzare l’autonomia, perché significa solo una cosa: dare più potere alla delinquenza locale e mi riferisco non certo alla microcriminalità. Buon 25 aprile!


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