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Suite francese: dal best seller al grande schermo

Creato il 10 marzo 2015 da Oggialcinemanet @oggialcinema

commento di Elisabetta Bartucca

Summary:

L’amore proibito ai tempi della guerra, il sapore di una storia gelosamente custodita dall’oblio per oltre mezzo secolo e poi l’idea di trasporre sul grande schermo uno dei maggiori successi editoriali francesi nell’ultimo decennio.
Ci sono voluti settant’anni prima che il romanzo Suite Francese di Irène Némirovsky diventasse un film (in sala dal 12 marzo), il secondo di Saul Dibb dopo l’esordio con “La duchessa” nel 2008. E non sarebbe probabilmente mai successo se la figlia di Irène, Denise Epstein, non lo avesse ritrovato, molto tempo dopo la deportazione e la morte di sua madre ad Auschwitz per tifo, nel 1942.


A lei Irene aveva affidato i suoi quaderni, scritti che Denise avrebbe custodito per mezzo secolo portandoseli sempre dietro in una valigia, ma senza mai leggerli pensando fossero dei semplici diari. Quando agli inizi degli anni ’90 decise di dedicarsi ad una prima lettura, si ritrovò invece davanti alle prime due parti (Tempesta in giugno e Dolce) di un romanzo, che Irene aveva concepito come un poema strutturato in cinque parti. Fu allora che Denise iniziò faticosamente a trascrivere quelle pagine scritte dalla madre con una calligrafia piccolissima per risparmiare carta e inchiostro.
Nel 2004 finalmente le due novelle furono pubblicate con il titolo di ‘Suite francese’ da un editore transalpino e il romanzo divenne nel giro di pochissimo un best seller tradotto in 38 lingue, che oggi sbarca anche in sala. Ambientato in Francia nel 1940, il film racconta la storia di Lucille Angellier (Michelle Williams) stretta tra il dispotismo della suocera (Kristin Scott Thomas) e l’attesa di ricevere notizie del marito prigioniero di guerra. Un’esistenza soffocante che il destino non impiegherà molto a stravolgere: nella città appena invasa dai nazisti, Lucille si ritroverà infatti a essere travolta dalla passione per Bruno, un raffinato ufficiale tedesco dislocato in casa sua (Matthias Schoenaerts).
Il cast è all star: dalla straordinaria protagonista di “My week with Marilyn”, all’interprete maschile di “Un sapore di ruggine e ossa”, passando per l’imperturbabile incedere di Kristin Scott Thomas. Venti sono i milioni di dollari spesi per un totale di otto settimane di riprese che hanno portato attori e maestranze a spostarsi tra il Belgio e la Francia (negli ultimi giorni di ciak).
Ed è lo stesso Dibb ad essersi occupato insieme a Matt Charman della sceneggiatura, che nel 2004 – prima che i diritti del romanzo passassero dalle mani della Universal Pictures a quelle della TF1 Droits Audiovisuels – era stata affidata all’autore de “Il pianista” Ronald Harwood.
Il risultato? Una storia soprattutto di donne, come ammette lo stesso regista: “Ciò su cui volevo concentrare l’attenzione era il senso della guerra raccontata dal punto di vista di un civile e, in particolar modo, dal punto di vista di una donna“.
E se Dibb sarà riuscito a trasferire sul grande schermo l’incanto di un romanzo ch è riuscito a far appassionare milioni di persone, lo sapremo solo il prossimo 12 marzo quando il buio della sala avrà l’ultima parola.

di Elisabetta Bartucca per Oggialcinema.net


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