Magazine Diario personale
Un celebre passo del Vangelo di Luca recita: “Io altresì vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa.”
Per chi sia allergico alle sacre scritture citerò un paio di film cari a buona parte della cultura ‘alternativa.’
Il primo è Fight Club, pellicola dai molti contenuti simbolici. In una delle fasi iniziali si vede il protagonista, depresso e senza casa, che dopo aver contattato il nuovo amico Tyler (suo alter ego illuminato) con l’intenzione di chiedergli ospitalità, proprio non riesce a farsi uscire di bocca la richiesta d’aiuto. A quel punto Tyler lo sprona: “Basta chiedere. Tre boccali di birra e ancora non riesci a chiederlo (…)“
Il secondo è The Matrix. La scena è quella dell’incontro tra Neo e Trinity, in discoteca. “So perché sei qui, Neo. So cosa stai facendo. So perché vivi da solo, non dormi, ed ogni notte lavori al tuo computer. Tu stai cercando lui (…)”
Prendo spunto da queste tre citazioni per introdurre il primo concetto che credo valga la pena sviluppare. Il vero ‘risveglio’ non è un processo automatico. Non ci coglie alla sprovvista come un raffreddore. Non è un’idea che spunta d’improvviso e che in potenza possa coinvolgere chiunque, per caso o induzione. Non può attecchire e germogliare nel terreno della passività, della supponenza o della superbia. Esso è il risultato di un processo evolutivo che si concretizza in un umile atto di volontà da cui scaturisce una ricerca, spesso lunga e solitaria, la quale di solito restituisce più interrogativi di quanti riesca a soddisfarne.
Perciò: se non bussi non ti sarà aperto. Se non chiedi, non otterrai risposte. Se non cerchi, non troverai.
Può sembrare una banalità, ma non lo è. Perché in realtà non sono molti coloro i quali siano realmente disposti a bussare, chiedere e cercare. Questa fame di Verità non è patrimonio di tutti. Chi ne è in possesso lo sa bene fin dalla più tenera età. Lo sa perché laddove molti erano portati ad accontentarsi delle risposte fornite dalla cultura dominante, già allora intuiva la lacunosità di quelle informazioni; intuiva che in realtà vi fosse ben altro da conoscere e comprendere.
Di conseguenza potrai essere subissato di informazioni e messaggi più o meno espliciti, ma se in te non sussistono gli anzidetti presupposti, difficilmente sarai disposto a barattare i grezzi assiomi ‘sistemici’ sui quali hai fondato la tua esistenza, con una serie di concetti sfuggenti, spesso destabilizzanti, che per tradursi in un cambiamento ‘concreto’ hanno bisogno di essere coltivati con coraggio, umiltà e dedizione.
Credo risieda proprio in questo elemento la differenza che intercorre tra conoscenza e consapevolezza; tra una serie di vezzi modaioli – fatti di molto fumo e poco arrosto - come quelli che coinvolsero gran parte della generazione ‘Peace and Love’ degli anni ’60 (la quale – è brutto dirlo – compone l’attuale classe dirigente) ed una reale e permanente presa di coscienza che si rispecchi in ogni singolo pensiero ed azione che compiamo in questo ‘giro di giostra.’
Quanto detto mi offre lo spunto per introdurre il secondo concetto che tengo a sottoporre all’attenzione di chi legge. Non si può parlare di reale ‘risveglio’ fino a quando le belle parole non rispecchino un tangibile cambiamento nell’indole, nelle azioni e nello stile di vita. E’ molto facile predicare la pace e l’altruismo, manifestare indignazione nei confronti di questa società vampiresca, e al contempo proseguire a brucare nei venefici pascoli sistemici, magari propugnando le proprie idee ‘illuminate’ con le stesse modalità beluine con cui i politici bisticciano in TV.
Il vero risveglio implica molto più di una presa di posizione intellettuale colma di autocompiacimento, in funzione della quale sparare feroci critiche nei confronti dei poteri forti, delle elite, dei banchieri, del popolo bue o di qualsiasi altro soggetto si sia scelto come bersaglio dei nostri anatemi. Implica un taglio netto nei confronti di ogni forma di superbia e violenza, non esclusa quella dialettica. Solo in questo modo, infatti, ci si pone al riparo da qualsiasi forma di strumentalizzazione. Siamo pronti ad ignorare le pretese del nostro ego? Siamo in grado di lasciarci scivolare addosso le provocazioni, girando al largo dalle lenze lanciate da un sistema che fa di tutto per dividerci, istigando i nostri peggiori istinti?
Infine – cosa forse ancora più essenziale – il vero risveglio implica una disconnessione materiale. E’ questa la parte più impegnativa. Chi è disposto a rinunciare al proprio stile di vita, al proprio bel lavoro all’interno di matrix, magari al soldo – più o meno direttamente – degli stessi soggetti di cui dice peste e corna nei forum web o guardando un notiziario? Chi ha il coraggio di respingere i bei giocattoli con cui viene comprata la sua complicità? Chi è disposto a pagarne le conseguenze?
Poca, davvero pochissima gente.
Con ciò non intendo colpevolizzare nessuno. Il mio non vuole essere un discorso elitaristico. Sono convinto che non vi sia alcuna colpa in coloro i quali proseguono le loro miopi esistenze all’interno di matrix. Credo anzi che chiunque – nell’arco del proprio processo evolutivo, che abbisogna di tempo, esperienza, ‘fortuna’, e numerose incarnazioni – sia destinato a raggiungere quel punto di rottura oltre il quale gli sembrerà semplicemente inconcepibile prestare la propria diligente collaborazione al mantenimento del mostruoso baraccone.
Il problema – se così vogliamo definirlo – è che tale ‘trasmutazione alchemica’ non può aver luogo per tutti nel medesimo ambito temporale, semplicemente perché ciascuno di noi si trova in un diverso stadio evolutivo. Chi più avanti, chi più indietro, senza alcun particolare merito o demerito. Un individuo adulto può forse vantare qualche merito rispetto ad un altro ancora fanciullo?
Ecco perché personalmente considero utopistico il perseguimento di un ‘risveglio globale’.
Per quanto sia evidente – infatti – che negli ultimi anni stia effettivamente accadendo qualcosa di bello nei cuori e nelle menti di tante persone, lo è altrettanto che la stragrande maggioranza della popolazione sia ancora ben lontana dal pervenire ad un autentico risveglio.
L’impegno profuso dalla informazione e cultura alternative a mio avviso non sta facendo altro che catalizzare il cambiamento di coloro i quali già abbiano conseguito autonomamente la ricettività di cui si diceva qualche paragrafo addietro.
Fino a non molto tempo fa le risposte erano celate all’interno di grandi libri spesso difficili da reperire ed altrettanto difficili da comprendere. Andavano desunte nella maieutica di pochi grandi maestri illuminati. Bisognava ricercarle tra le righe di mille articoli, saggi giornalistici e trattati filosofici e religiosi. Gli stessi esempi concreti, di persone che avessero consapevolmente scelto di vivere un’esistenza differente, erano eclissati dai modelli ostentati dal pensiero unico diffuso dai media mainstream, controllati da chi ci vorrebbe tutti supini, addormentati, egoisti ed in perenne conflitto per questioni di soldi, classe sociale, credo religioso, genere sessuale, età anagrafica, ideologia politica, patria, etnia e tifo sportivo.
Così il lavoro di coloro i quali fossero animati da una reale volontà di conoscenza risultava inevitabilmente rallentato da una serie di ostacoli ‘materiali’, con il risultato che il ‘risveglio’ – avendo luogo in maniera più isolata e differita – non spiccava con l’evidente sincronismo cui invece assistiamo oggi, nell’era della comunicazione istantanea globale.
Siti, blog, libri, articoli, videoclip vengono oggi prodotti e diffusi in gran quantità, e sono facilmente reperibili da chiunque abbia raggiunto un adeguato grado evolutivo che susciti la volontà di ricercarli e – soprattutto – elaborare le informazioni da essi veicolate, trasformandole in azioni concrete.
Risulta molto più semplice – oggi – lasciarsi ispirare dagli esempi virtuosi di singoli individui o gruppi di persone che abbiano deciso di tagliare i ponti con i diktat demenziali di questa società e che si adoperano eroicamente per recidere i legacci culturali ed economici con cui il sistema tenta di immobilizzarli. Perché le alternative esistono, nonostante qualcuno si adoperi per nascondercele.
In ciò – ritengo – risiede la differenza rispetto al passato.
Per cui rallegriamoci pure di questa sorta di seconda nascita che – a differenza di quanto avveniva in passato - ci è concesso di sperimentare simultaneamente, ma non illudiamoci di assistere un giorno ad un risveglio che coinvolga tutta la popolazione della Terra, perché probabilmente questo non accadrà mai.
Ciò che possiamo fare – a mio parere - è adoperarci affinché alla massa di individui addormentati torni a fare da contrappeso un nutrito numero di persone risvegliate, in modo tale che siano ripristinati i necessari equilibri.
Tale obiettivo è perseguibile mediante la produzione di siti, blog, libri, video ed articoli che siano in grado di calamitare l’attenzione di coloro i quali siano disposti a bussare, chiedere e cercare. Ma soprattutto attraverso il coraggio di cambiare profondamente noi stessi, la nostra mentalità ed il nostro stile di vita. Perché prima di qualsiasi illuminante digressione dialettica, c’è un impellente bisogno di esempi concreti.
Viator
su TNEPD
Vorrei ringraziare TNEPD - che mi ha dato l’opportunità di esprimere il mio punto di vista riguardo un tema così interessante e complesso - e tutti gli autori, i blogger, gli utenti youtube, i commentatori dei post e le persone comuni che con il loro apporto ed il loro esempio concreto stanno aiutandomi a vedere il mondo con nuovi occhi.
P.S. Inutile puntualizzare che questa divagazione si basi su una serie di considerazioni personali, dunque lungi da me pretendere che sia accolta come verità assoluta.
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