vivo in una città che a volte mi piace (mi piace la pupporona, piazza antelminelli, piazza del palazzo dipinto, corso garibaldi a primavera, il gelato al pistacchio del pinguino e quello alla cioccolata del tori e tante altre cose) e a volte no (non mi piace forza nuova, non mi piace il vecchiaccio lucchese con le gambe storte e la nazione sotto il braccio, non mi piacciono i baciapile, non mi piacciono quelli che mi chiedono se battezzerò mai i futuri figli e tante altre cose).
ogni tanto succede qualcosa di bello, tipo che la gente si organizza e scende in piazza.
e ogni tanto succede qualcosa che non riesco a mandare giù.
io non riesco a tollerare quelli che:
1) vengo ma non portate bandiere di partito
2) vengo ma non voglio vedere bandiere rosse
3) vengo ma non voglio sentirmi strumentalizzato
4) vengo ma voglio che ci siano solo comuni cittadini e non gente “iscritta a un partito”.
a lucca queste cose succedono regolarmente. l’ultima grande ondata di antipolitica si ebbe nei primi anni novanta, anni nei quali, a lucca, dove sempre aveva governato la peggiore democrazia cristiana col peggiore partito socialista italiano, chi aveva avuto in tasca una tessera di partito, foss’anche stata del pci era comunque “un uomo (o una donna) di apparato” e come tale da escludere dalla politica cittadina.
ho sempre lottato con tutte le mie forze contro questo modo distorto di vedere la politica.
in queste settimane, in seguito all’arresto di un assessore e di un dirigente comunale, ci sono state varie manifestazioni in città.
sulle cronache locali “on line” si leggono commenti del tono “eh, ma non c’erano cittadini comuni, c’erano i tesserati dei partiti!”
chi fa questi commenti di solito è di centrodestra e NI rode il xxlo.
oppure commenti del tipo:
“eh, io c’ero, ma certo che fastidio quelle bandiere del PD!”
chi fa questi commenti di solito è di centrosinistra ma fa il catechista a sant’anna o a san marco.
ora, siccome a lucca di catechisti di sant’anna o di gente di centrodestra ce ne è tanta, a me quest’aria mette un po’ di pensieri addosso e vorrei provare a spiegare il mio stato d’animo.
l’ultima volta che in italia è spirato il vento dell’antipolitica il primo ad approfittarsene è stato silvio berlusconi. l’uomo nuovo, quello che si è fatto tutto da sé (a parte le spintarelle di bettino e licio) quello diverso, il partito azienda, il ghe pensi mi.
un padrone più che un politico.
infatti, se ci fate caso, sia forza italia che il pdl SONO berlusconi, niente di più e niente di meno.
parallelamente, uno che ha fatto una scelta simile è antonio di pietro.
infatti il suo partito non si chiama che ne so, “insieme per la legalità” o “salviamo l’italia” o “tutti pazzi per la foca monaca”, no, si chiama “italia dei valori ANTONIO DI PIETRO” e a volte il nome “antonio di pietro” sostituisce completamente il nome del partito stesso.
stessa cosa ha fatto Grillo. tanto urlare contro i partiti poi ha fatto il suo, nel quale decide lui, proclama lui, guida lui.
fateci caso, chi invoca l’antipolitica ha sempre l’interesse a diventare l’unico interlocutore dei cittadini.
non sto dicendo che i partiti non abbiano le loro colpe, ma sarebbe il momento che i cittadini cominciassero un po’ a sporcarsi le mani, a entrare nei partiti e a impegnarsi seriamente, ogni giorno, come fanno i militanti (che di lavoro, ricordo, non fanno i politici, fanno gli avvocati, gli architetti, le maestre elementari, le impiegate, i pompieri eccetera) che dedicano parte del loro tempo libero al bene comune, invece di fare tanto gli schizzinosi perchè vedono una bandiera.
sennò possono anche continuare a fare i catechisti a sant’anna o a san marco, poi però non si lamentino se arriva un secondo berlusconi a dire ghe pensi mi.