Sulla parata militare in via dei Fori Imperiali, il 2 giugno a Roma.
“L'unica marcia che ci piace è la Perugia-Assisi, per la pace ed il disarmo”. Questa è la nostra risposta alla notizia che alcuni giovani del servizio civile parteciperanno alla parata militare del 2 giugno, e in questi giorni si stanno preparando sotto il coordinamento dei militari.
Da anni manifestiamo il nostro disagio per il fatto che la Festa della Repubblica viene celebrata con la sfilata delle Forze Armate. Se l'Italia è fondata sil lavoro e ripudia la guerra (articoli 1 e 11 della Costituzione) a sfilare davanti al Capo dello Stato dovrebbero essere i lavoratori e i pacifisti.
Quando abbiamo appreso la notizia che anche forze civili, come i vigili del fuoco, la protezione civile e rappresentanti del Servizio civile
volontario, avrebbero sfilato in via dei Fori imperiali il 2 giugno, abbiamo voluto vedere l'aspetto positivo: finalmente viene riconosciuta l'esistenza e reso visibile il ruolo di una difesa diversa da quella armata, la difesa civile, non armata e nonviolenta.
Non ci accontenteremo, però, di questa apertura formale fino a che non ci sarà un pari riconoscimento anche sul piano economico e finanziario.
Esiste uno squilibrio totale a favore delle spese belliche, mentre la difesa nonviolenta è lasciata a quota zero. Tuttavia non posiamo accettare che la presenza dei giovani del servizio civile alla parata del 2 giugno sia “sotto il comando dei militari”.
Questo proprio no. Allora sarebbe meglio non sfilare.
La difesa nonviolenta della patria, riconosciuta dalle sentenze della Corte Costituzionale, deve avere pari dignità e piena autonomia. I giovani
volontari devono semplicemetne camminare, nel pieno rispetto delle istituzioni e della persona del Presidente, come fanno quotidianamente, come fanno da 50 anni alla marcia Perugia-Assisi, con le loro bandiere
arcobaleno della pace e della nonviolenza.
Siamo certi che il Presidente Napolitano apprezzerebbe molto di più una libera, gioiosa, spontanea passeggiata giovanile, piuttosto che una ipocrita “camminata coordinata” dai militari.
Movimento Nonviolento
Mao Valpiana
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