
La scienza non è democratica: le verità scientifiche sono confermate dalla prova dei fatti, non dal numero di persone che le sostengono. È stata dunque quantomeno singolare la votazione che ha avuto luogo il 21 gennaio al Senato degli Stati Uniti: i senatori hanno approvato una risoluzione secondo cui "i cambiamenti climatici sono reali, e non una bufala".
Dal punto di vista della scienza, la votazione non aggiunge nulla alla grande quantità di prove che confermano la verità del riscaldamento globale. Anzi, semmai suscita preoccupazione il fatto che si sia arrivati a discuterla sul piano della politica: e se i senatori avessero deciso di votare ignorando le prove scientifiche? Per non parlare del fatto che si è stabilito un precedente pericoloso: in futuro si potrà votare sulla forza di gravità? Oppure (quello che negli Stati Uniti è più angosciante e meno inverosimile) sulla teoria dell'evoluzione?
La scienza decisa dalla politica ricorda casi di totalitarismo: il regime hitleriano, che screditava le teorie di Einstein in quanto "scienza ebraica", o l'impostazione sovietica che divideva la scienza in "scienza capitalista" (e quindi pregiudicata da un vizio sociale di fondo) e "scienza socialista" (e quindi emancipata).
Detto questo, dal punto di vista politico l'aspetto più rilevante della votazione è il cambiamento nell'orientamento del partito repubblicano: la risoluzione, presentata dal senatore democratico Sheldon Whitehouse, è passata con 98 voti a favore e solo uno contro (l'unico contrario è stato il senatore del Mississippi Roger Wicker). Tutti gli altri repubblicani hanno votato a favore, compreso il capofila dei "negazionisti", il senatore James Inhofe.
Inhofe e compagni, però, sono riusciti a bloccare un emendamento proposto dal senatore democratico Brian Schatz, il cui testo recitava: "I cambiamenti climatici sono reali e le attività umane vi contribuiscono significativamente ". L'emendamento è stato votato dai democratici ma solo da 5 senatori repubblicani, per un risultato finale di 50 a 49: al di sotto della maggioranza richiesta di 60. Secondo i repubblicani, è stata la parola "significativamente" a determinare il voto contrario: 15 di loro si erano espressi in favore di una proposta alternativa (bocciata però a sua volta), che riconosceva il contributo umano al riscaldamento globale ma appunto senza l'avverbio "significativamente".
La bocciatura dell'emendamento di Schatz, di fatto, svuota la votazione di buona parte del suo significato politico: i repubblicani, tradizionalmente schierati sulle posizioni di petrolieri e industriali delle fonti fossili, non saranno costretti ad appoggiare lo slancio dell'amministrazione Obama in favore di un modello più sostenibile e più in sintonia con l'Europa in materia di controllo delle emissioni di gas serra. "Le soluzioni proposte dai nostri amici democratici su come gestire le emissioni di gas serra metterebbero sottosopra la nostra economia", ha dichiarato la senatrice Lindsey Graham.
Bernie Sanders (l'unico senatore indipendente, cioè non appartenente a nessuno dei due partiti principali), notoriamente l'esponente più "a sinistra" del Congresso, ha definito comunque "un passo avanti" il voto di una parte sia pur minoritaria dei repubblicani, e ha aggiunto: "Ipotizzo che nei prossimi mesi saranno sempre più numerosi i repubblicani costretti a riconoscere la realtà del riscaldamento globale ". Sempre però nell'ottica che debba essere la politica a pronunciarsi in materia e non la scienza.
Paolo Gangemi




